Camminare a piedi nudi il più
possibile per vivere meglio!
Dalla notte dei tempi è risaputo
che camminare a piedi nudi
alla mattina sull’erba bagnata, o sulla battigia della spiaggia, produce
un’immediata sensazione di benessere.
La maggior parte delle persone riterrà che il benefico effetto sia conseguente ad una sensazione soggettiva, e nulla più. Ma non è proprio così.
La
scienza ha studiato questo tipo di esperienza, e ha dedotto che non si tratta
solo di sensazione, poichè la “messa a terra” dell’organismo, produce effetti
fisici reali. Ne parla abbondantemente il libro “Earthing. A piedi nudi: curarsi con le energie della terra“ scritto
da Clinton Ober, Stephen T. Sinatra e Martin Zucker, per la Macro Edizioni.
Gli
autori partono dal punto di vista che l’essere umano è costituito da acqua e
sali minerali, e quando cammina sulla superficie della terra, possiede un certo
potenziale elettrico,
anche di un centinaio di volt, che è misurabile dalla sommità del capo ai
piedi. Questo potenziale fluttua nel nostro corpo e interagisce con l’organismo
in ogni nostra attività. Purtroppo però, più il potenziale è alto, peggiore
saranno le conseguenze sul nostro fisico, e questo perchè gli elettroni che
circolano nel nostro corpo interferiscono con le normali reazioni bioelettriche
e con l’eliminazione dei famosi radicali liberi.
I
radicali liberi svolgono una azione positiva nei confronti delle tossine, germi
ecc. ma un loro eccesso causa una eccessiva ossidazione dei tessuti sani, che
si riflette a cascata sul corretto funzionamento degli organi corporei. Molti
studi clinici hanno evidenziato che l’insonnia, lo stress, l’aumento del
cortisolo, fino alle modificazioni dei globuli rossi nel sangue, che perde fluidità,
sono causati da un eccesso di radicali liberi ossidanti (1).
E’
dunque assolutamente indispensabile che le cariche positive degli elettroni
accumulati nell’organismo si scarichino verso la terra. E il nostro organismo,
nella meravigliosa logica della natura, realizza questo effetto attraverso i
piedi, ed esattamente attraverso l’altissimo numero di terminazioni nervose
(ben 1300 per pollice quadrato!) con l’aiuto delle ghiandole sudoripare, che
sono sovrabbondanti proprio nei nostri piedi.
Il
problema è: come assicurarsi questo
collegamento con la terra?
Anzitutto,
dato che pochi di noi sono elettricisti o periti elettronici, va definito il
significato di “messa a terra”!
La
terra, che in questo caso può giustamente anche essere definita massa è esattamente il complesso totale
della materia che compone il nostro pianeta. Pertanto, ogni corpo, oggetto,
elemento che esiste sulla faccia della terra, dato che è costituito da masse di
elettroni, deve assolutamente avere e mantenere un collegamento fisico con la
madre terra, e con la sua massa elettrica. Ed esattamente come ogni impianto
elettrico casalingo deve avere, per esigenze di sicurezza, il collegamento a
terra (2), per
eliminare pericoli di folgorazione ecc, così anche il nostro organismo deve
poter “scaricare” a terra le correnti corporee ed elettrostatiche. La
potenzialità di queste correnti è ben evidente, quando l’atmosfera è secca, e
toccando a mani nude un oggetto metallico scocca una scintilla.
Il
problema del collegamento alla terra non è una questione di scarsa importanza.
Infatti, più le persone vivono in edifici alti, più il loro corpo si carica
elettricamente. A quattro metri d’altezza il potenziale può arrivare a 800
volt. E più in alto si vive, più il voltaggio aumenta (3). Tra l’altro, viviamo
costantemente isolati dalla terra anche a causa delle calzature di gomma e a
causa anche di metri e metri di cemento di soffitti e di pavimenti.
Tuttavia
non spaventiamoci, perchè i rimedi non mancano. Ad iniziare dall’acqua, e dal
suo meraviglioso potere. Una buona doccia, o meglio un bagno con i sali, aiuta
l’organismo a ripristinare la naturale potenzialità elettrica. L’ideale sarebbe
comunque uscire all’aperto, e camminare sulla terra, quando è possibile a piedi
nudi!
Infine,
c’è chi ha pensato addirittura di utilizzare la presa di “terra” comune nelle
nostre prese elettriche (attenzione: è il polo centrale) per poterci collegare
un filo elettrico che va ai cuscini, lenzuola, materassi e quant’altro, che
però dovrebbero essere realizzati in materiale conduttivo .
IMPORTANTE:
è accertato che in certi casi il potenziale elettrico umano entra in risonanza
con le alte frequenze dei campi elettrici ed elettromagnetici. Riportare il
nostro potenziale ai valori normali, sopratutto di notte, è quindi un’ottima
difesa anche dall’elettrosmog.
Lorenzo Guaia
Note
1 – Cfr Studi del dott. George
Starr White, nel suo libro “Cosmo electro
colture for land and man”
2 – Normalmente il polo elettrico
centrale delle prese in tutti gli impianti elettrici è collegato fisicamente
alla terra con un grosso cavo, di colore giallo-verde. Il cavo è altresì
collegato alla terra generale degli edifici, che altro non è che non un grosso
e lungo palo metallico, o picchetto, che viene sotterrato in prossimità delle
fondamenta.
3 – Circa 150-200 volt per ogni
metro d’altezza, a seconda del livello d’umidità atmosferico
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