Gli Effetti Biologici di Campi Elettromagnetici Deboli - Problemi e Soluzioni - Dr. A. Goldsworthy
L'articolo
qui presentato, dal titolo "Gli Effetti Biologici di deboli Campi
Elettromagnetici" è stato scritto dal Dr. Andrew Goldsworthy, professore in pensione
dell'Imperial College of London, nel Marzo 2012.
Sono
spiegati in termini molto semplici i meccanismi che intervengono nel
metabolismo cellulare, l'influenza dei campi elettromagnetici su di essi e
possibili soluzioni di mitigazione sulle tecnologie attualmente utilizzate.
Liberamente tradotto dalla versione inglese a cura dell'Associazione
Elettrosmog Sicilia (versione 2013-10-04)
Premessa
Abstract
Introduzione
Effetti sulle Ghiandole
Effetti sul Cervello
Effetti sul DNA
Effetti sulla tenuta delle giunzioni di barriera
Le membrane cellulari come generatori di corrente e isolatori elettrici
I meccanismi della perdita nella membrana cellulare
Meccanismi di difesa naturale
Come possiamo rendere il nostro ambiente elettromagnetico sicuro?
Riferimenti
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Premessa
Sono
un docente in pensione dell'Imperial College di Londra, che è tra le prime tre
università del Regno Unito dopo Oxford e Cambridge ed è rinomato per la sua
competenza nei campi dell’ingegneria elettrica e della salute. Ho passato molti
anni a studiare il metabolismo del calcio nelle cellule viventi e anche come le
cellule, i tessuti e gli organismi risentono dei campi elettrici ed
elettromagnetici.
In
questo articolo, cercherò di spiegare con termini semplici come i deboli campi
elettromagnetici provenienti da telefoni cellulari, telefoni cordless e WiFi
possono avere seri effetti sulla nostra salute. Questi effetti includono danni
al sistema endocrino, con conseguente obesità e disordini collegati, stanchezza
cronica, autismo, aumento di allergie e sensibilità chimiche multiple, demenza
precoce, danno al DNA, perdita di fertilità e cancro.
Tutto
questo avviene a livelli di radiazione che le compagnie di telefoni cellulari
dichiarano essere sicuri in quanto la radiazione è troppo debole per causare un
significativo riscaldamento. Questo è
il solo criterio che loro usano per valutarne la sicurezza. In
realtà, l'effetto elettrico diretto sulle nostre cellule, tessuti e organi fa
molto più danno a livelli di energia che possono essere centinaia o migliaia di
volte inferiori di quelli che causano un riscaldamento significativo. Questi
sono chiamati effetti non-termici e i
nostri governi e autorità sanitarie non stanno facendo niente per proteggerci
da questi effetti.
Questo stato di cose non deve essere necessariamente così. Attraverso
la comprensione di questi effetti non termici, é possibile correggere la
maggior parte di essi, come mostrerò nell’articolo seguente.
Abstract
Molti degli effetti biologici segnalati dei campi elettromagnetici non
ionizzanti si verificano a livelli troppo bassi per causare un riscaldamento
significativo, vale a dire che sono non termici. La maggior parte di questi
possono essere associati con effetti elettrici sulle cellule viventi e sulle
loro membrane. I campi alternati generano correnti elettriche alternate che
fluiscono attraverso cellule e tessuti e rimuovono dalle membrane cellulari
ioni calcio strutturalmente importanti, il che le rende molto più permeabili.
L'acqua trattata elettromagneticamente (come quella generata dai
condizionatori d'acqua elettronici utilizzati per rimuovere il calcare dalle
tubature) ha effetti simili, il che implica che gli effetti dei campi possono
essere anche trasportati nel flusso sanguigno. Praticamente tutti gli effetti non
termici delle radiazioni elettromagnetiche possono essere spiegati dall’aumento
di permeabilità delle membrane cellulari.
La maggior parte di tali effetti implicano un flusso in entrata di
ioni calcio secondo un enorme gradiente elettrochimico che influenza i sistemi
enzimatici calcio-sensibili. Questo è il normale meccanismo per mezzo del quale
le cellule rilevano danni meccanici alle membrane. Esse normalmente rispondono
innescando meccanismi che stimolano la crescita e la riparazione, incluse le
cascate MAP-kinase, che amplificano il segnale.
Se il danno non è troppo grave o prolungato, osserviamo una
stimolazione della crescita e l'effetto sembra benefico, ma se l'esposizione è
prolungata, questi meccanismi vengono sopraffatti e il risultato è in ultima
analisi un danno. Tale fenomeno si verifica sia con radiazioni ionizzanti che
non ionizzanti e viene chiamato ormesi da radiazione. Le cellule delle
ghiandole sono un buon esempio di ciò, dato che esposizioni brevi stimolano la
loro attività mentre esposizioni lunghe causano danni visibili e una perdita di
funzionalità. Danni alla tiroide in soggetti residenti fino a 100 metri da una stazione
base telefonica sono stati associati a ipotiroidismo e possono essere
parzialmente responsabili per l'attuale picco di obesità e stanchezza cronica.
Gli effetti secondari dell'obesità includono diabete, cancrena,
problemi cardiaci, insufficienza renale e cancro. La radiazione delle stazioni
base telefoniche influenza anche le ghiandole surrenali, stimolando la produzione
di adrenalina e cortisolo. L'adrenalina in eccesso causa mal di testa, aritmie
cardiache, alta pressione del sangue, tremori e l'incapacità di dormire. Tutti
questi sintomi sono stati riportati da persone che vivono vicino a stazioni
telefoniche. La produzione di cortisolo indebolisce il sistema immunitario e
potrebbe rendere le persone che vivono vicino a stazioni telefoniche più
suscettibili a stati patologici e al cancro.
Il flusso in entrata di calcio nei neuroni cerebrali stimola
l'iperattività e rende più difficile concentrarsi, il che risulta in un deficit
di attenzione e iperattività (ADHD - Attention Deficit Hyperactivity Disorder).
Quando questo accade nel cervello dei feti e dei bambini, si riduce la loro
capacità di concentrarsi nell'apprendimento delle abilità sociali e può causare
autismo. L’aumentata permeabilità agli ioni nelle cellule del sistema nervoso
periferico negli adulti provoca l'invio di falsi segnali al cervello, che
comportano i sintomi dell'intolleranza elettromagnetica (pseudonimo di
ipersensibilità elettromagnetica). Alcune forme di intolleranza
elettromagnetica possono essere dovute al danno prodotto dal telefono cellulare
alla ghiandola paratiroidea, che controlla il livello di calcio nel sangue e
rende le membrane cellulari più inclini a essere permeabili. Ulteriori
esposizioni potrebbero poi valicare i limiti verso sintomi di completa
intolleranza elettromagnetica.
La radiazione dei telefoni cellulari danneggia il DNA indirettamente,
o attraverso la perdita di enzimi digestivi dai lisosomi [piccoli organuli
cellulari] oppure dalla produzione di specie reattive all'ossigeno
(ROS-Reactive Oxygen Species) dalle membrane mitocondriali e plasmatiche
danneggiate. Gli effetti sono simili a quelli da esposizione a raggi gamma da un
isotopo radioattivo.
Gli effetti del danneggiamento del DNA includono un aumentato rischio
di cancro e una perdita di fertilità, entrambi riscontrati mediante studi
epidemiologici. Gli effetti delle radiazioni del telefono cellulare e del WiFi
sono anche state determinate sperimentalmente utilizzando seme eiaculato. I
risultati hanno mostrato la produzione di ROS e una perdita di qualità del seme
e, in alcuni casi, frammentazione del DNA.
Il flusso verso l'interno della cellula di ioni calcio, indotto dall’esposizione
a campi elettromagnetici, ha un effetto anche sulla tenuta delle varie barriere
di giunzione nel nostro corpo che normalmente ci proteggono da allergeni e
tossine presenti nell'ambiente ed evitano che materiali tossici presenti nel
flusso sanguigno entrino in parti sensibili del corpo come il cervello. E'
stato dimostrato che l'apertura della barriera emato-encefalica
(sangue-cervello) causa la morte di neuroni e si può
prevedere che risulti in demenza precoce e morbo di Alzheimer. E' stato dimostrato che l'apertura della barriera nel nostro epitelio respiratorio causata da campi elettromagnetici aumenta il rischio di asma nei bambini, mentre quella della barriera sangue-fegato può essere parzialmente responsabile dell'attuale picco di malattie del fegato. L'apertura di altre barriere, come la barriera intestinale, permette invece a materiali estranei presenti nell'intestino di entrare nel flusso sanguigno, il che può promuovere allergie ed è stato associato a malattie autoimmuni.
prevedere che risulti in demenza precoce e morbo di Alzheimer. E' stato dimostrato che l'apertura della barriera nel nostro epitelio respiratorio causata da campi elettromagnetici aumenta il rischio di asma nei bambini, mentre quella della barriera sangue-fegato può essere parzialmente responsabile dell'attuale picco di malattie del fegato. L'apertura di altre barriere, come la barriera intestinale, permette invece a materiali estranei presenti nell'intestino di entrare nel flusso sanguigno, il che può promuovere allergie ed è stato associato a malattie autoimmuni.
Le membrane cellulari fungono anche da isolanti per le correnti
elettriche continue naturali che vengono fisiologicamente usate per il
trasporto di energia. Le membrane mitocondriali usano il flusso di ioni
idrogeno per accoppiare l'ossidazione del cibo alla produzione di ATP. La
membrana cellulare esterna utilizza il flusso di ioni sodio per accoppiare
l'ATP prodotto all'assorbimento dei nutrienti. Se uno di questi sistemi di
membrane perde, o è danneggiato permanentemente, entrambi i processi saranno
compromessi portando a una perdita di energia disponibile, che alcuni ritengono
sia un fattore che contribuisce alla sindrome di stanchezza cronica.
Il meccanismo alla base dell’aumentata permeabilità delle membrane
cellulari indotta elettromagneticamente è dovuto a deboli correnti a frequenza
estremamente bassa (ELF, extremely low frequency) circolanti attraverso i
tessuti, che rimuovono preferenzialmente ioni calcio strutturalmente
importanti, ma hanno dimostrato di farlo solo entro certe finestre di ampiezza,
sopra o sotto le quali c'è poco o nessun effetto. Questo significa che non c'è
una semplice curva dose-risposta, questione che molti trovano disorientante, ma
un modello teorico plausibile è descritto. Il meccanismo spiega anche perchè
certe frequenze, specialmente 16 Hz, sono particolarmente efficaci.
Le cellule viventi hanno sviluppato meccanismi di difesa contro le
radiazioni non ionizzanti. Questi includono il pompare all'esterno il calcio in
eccesso che si è disperso nello spazio intracellulare o citosol, la chiusura
dei varchi nelle giunzioni per isolare la cellula danneggiata, la produzione di
enzimi (ornithine decarboxylase) per stabilizzare il DNA e la produzione di
proteine “heat-shock”, che agiscono nella protezione di importanti enzimi.
Tuttavia, questo è costoso in termini di energia e risorse e determina
perdita di efficienza cellulare.
Se l'esposizione alla radiazione è prolungata o ripetuta
frequentemente, ogni stimolazione della crescita causata dall’ingresso di
calcio esaurisce le risorse e la crescita e la riparazione viene inibita. Se il
processo riparativo fallisce, la cellula può morire o diventare permanentemente
danneggiata.
In una certa misura, noi possiamo rendere il nostro ambiente più
sicuro evitando l’esposizione ai campi elettrici e magnetici a bassa frequenza
e le onde radio pulsate o modulate in ampiezza a frequenze ELF. Le frequenze
ELF che danno effetti biologici dannosi, come misurato dal rilascio di calcio
in sezioni cerebrali e dalla produzione di ornithine decarboxylase in colture
di tessuto, sono compresi tra 6 e 600 Hz. E' deplorevole che praticamente tutti
i sistemi di telecomunicazioni digitali mobili usino impulsi in questo
intervallo di frequenze. L'industria chiaramente non ha fatto i suoi compiti a
casa prima di rilasciare queste tecnologie al pubblico e questa omissione può
già essere costata molte vite.
Anche oggi, può essere possibile invertire tali effetti nascondendo
gli impulsi in rumore magnetico casuale, come proposto da Litovitz negli anni
1990 o cancellando gli impulsi con l'utilizzo di tecnologia a segnali
bilanciati; attualmente però i produttori di dispositivi per la comunicazione
non sembrano interessati a nessuna di queste soluzioni.
Finchè il settore delle telecomunicazioni mobili non renderà i suoi
prodotti biologicamente più compatibili, abbiamo poche alternative se non
ridurre la nostra esposizone personale per quanto possibile, utilizzando il
telefono cellulare solo in casi di emergenza, evitando i telefoni “cordless”
DECT e sostituendo il WiFi con cavi Ethernet. I soli telefoni DECT che sono
solo lontanamente accettabili sono quelli che automaticamente spengono la
stazione base tra le chiamate: ad esempio i Siemens Gigaset C595 operanti in
modalità Eco plus. Se si è intolleranti elettromagneticamente, potrebbe essere
necessario schermare la casa o quanto meno il letto da radiazioni a microonde
incidenti e dormire quanto più lontano è possibile da sorgenti note di ELF.
Introduzione
Ci
sono stati molti casi di effetti nocivi dei campi elettromagnetici da parte di
telefoni cellulari, telefoni DECT (chiamati anche telefoni cordless), Wi-Fi,
linee elettriche e cablaggi elettrici domestici. Questi includono un aumentato
rischio di cancro, perdita di fertilità, effetti sul cervello e sintomi di
intolleranza elettromagnetica. Molte persone credono ancora che, poiché
l’energia dei campi è troppo bassa per fornire un riscaldamento significativo,
non si possa avere alcun effetto biologico. Tuttavia, l’evidenza che i campi
elettromagnetici alternati possono avere effetti biologici non-termici é ormai
schiacciante. Vedere i siti web www.bioinitiative.org
e www.neilcherry.com.
La spiegazione è che non è un effetto di riscaldamento, ma principalmente un
effetto elettrico sulla fine struttura delle membrane cellulari caricate
elettricamente, da cui tutte le cellule viventi dipendono.
I
campi elettromagnetici alternati possono indurre il fluire di correnti alternate attraverso le
cellule e i tessuti viventi. Queste possono interferire con le normali correnti continue e tensioni che sono
essenziali per il metabolismo della cellula. Praticamente ogni cellula vivente
è una massa ribollente di correnti elettriche e di amplificatori biochimici ed
elettrici che sono essenziali per la loro normale funzione. Alcune hanno una
enorme capacità di amplificazione; per esempio si sostiene che un occhio umano
adattato all’oscurità possa rilevare un singolo fotone (l’unità più piccola
possibile di luce) e che l’orecchio umano possa sentire dei suoni con energie a
partire da un miliardesimo di watt. Non dobbiamo quindi essere troppo sorpresi
di scoprire che le nostre cellule possono rilevare e rispondere a campi
elettromagnetici che sono ordini di grandezza al di sotto dell’intensità
necessaria per generare un calore significativo.
Il
mio obiettivo principale qui è quello di mostrare come la maggior parte degli
effetti negativi sulla salute dei campi elettromagnetici può essere attribuito
a una singola causa; la quale è che essi rimuovono ioni calcio strutturalmente
importanti (atomi calcio elettricamente caricati) dalle membrane cellulari, che
conseguentemente rende le membrane permeabili. Spiegherò l’evidenza scientifica
che porta a questa conclusione e anche come possiamo mettere le cose a posto,
continuando a usare i telefoni cellulari e le comunicazioni wireless. Ho
incluso riferimenti chiave che dovrebbero consentire al lettore più curioso di
approfondire. In molti casi, si dovrebbe essere in grado di trovare l’abstract
dell’articolo in questione, copiando in Google la voce inclusa nella lista
delle referenze.
delle referenze.
I campi elettromagnetici influenzano molte ma non tutte le persone
Molti
degli esperimenti sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici alternati
sembrano dare risultati inconsistenti. Ci sono molte ragioni per questo,
incluse le differenze nel patrimonio genetico, lo stato fisiologico e la storia
del materiale sotto test. Negli esseri umani, gli effetti riportati includono
un aumentato rischio di cancro, effetti sulla funzione cerebrale, perdita di
fertilità, cambiamenti metabolici, affaticamento, interferenze sul sistema
immunitario, e vari sintomi di intolleranza elettromagnetica.
Non
tutti sono colpiti allo stesso modo e alcuni potrebbero non essere influenzati
per niente. Tuttavia, vi è una crescente evidenza che la situazione sta
peggiorando. La nostra esposizione elettromagnetica è in rapido aumento e le
persone precedentemente sane si stanno sensibilizzando. In questo studio, mi
sto concentrando sui casi in cui non ci sono effetti ben precisi; poiché questo
è il modo più efficace con cui possiamo scoprire cosa non va e cosa si può fare
per impedirlo
La frequenza dei campi è importante
I
campi che danno maggiori problemi sono nell’intervallo di frequenza
estremamente bassa (ELF) e anche le frequenze radio che sono pulsate o modulate
in ampiezza da ELF (la modulazione di ampiezza è quando l’intensità dell’onda portante trasmette informazioni
aumentando e diminuendo nel tempo con una più bassa frequenza che porta le
informazioni).
Perchè le frequenze delle microonde sono particolarmente dannose
La
frequenza dell’onda portante è anche importante. Le frequenze più elevate come
le microonde usate nei telefoni cellulari, Wi-Fi e telefoni DECT, sono le più
dannose. La nostra attuale esposizione alle microonde causate dall’uomo è di
circa un milione di miliardi di miliardi (uno seguito da 18 zeri) volte più
grande della nostra esposizione naturale a queste frequenze. Non ci siamo
evoluti in questo ambiente e non dovremmo essere troppo sorpresi nello scoprire
che almeno alcune persone possono essere geneticamente non adattate ad esso.
Come con la maggior parte delle popolazioni sottoposte a un cambiamento
ambientale, quei membri che non sono adatti o si ammalano o muoiono
prematuramente o non riescono a riprodursi in maniera adeguata.
Paradossalmente, quelli che sono elettromagneticamente intolleranti possono
essere meglio
equipaggiati per sopravvivere dal momento che sono spinti a fare tutto il possibile per evitare la radiazione.
equipaggiati per sopravvivere dal momento che sono spinti a fare tutto il possibile per evitare la radiazione.
La
ragione principale per cui le microonde sono particolarmente dannose è
probabilmente a causa della facilità con cui le correnti che esse generano
penetrano le membrane cellulari. Le membrane cellulari hanno una resistenza
alle correnti continue altissima ma, poiché sono così sottili (circa 10 nm),
esse si comportano come condensatori cosicché le correnti alternate le
attraversano facilmente. Poiché la resistenza effettiva di un condensatore alla
corrente alternata (la sua reattanza)
è inversamente proporzionale alla sua frequenza, le correnti delle microonde
passano attraverso le membrane cellulari e nei tessuti più facilmente delle
radioonde di più bassa frequenza e possono quindi provocare più danni al
contenuto delle cellule.
La perdita di calcio dalle membrane cellulari spiega la maggior parte di effetti negativi sulla salute
Mi
sono interessato a questo argomento quando stavo lavorando sugli effetti
biologici dell’acqua fisicamente (magneticamente) condizionata, che è
ampiamente utilizzata per rimuovere il calcare da caldaie e impianti idraulici.
Questo è realizzato consentendo all’acqua di rubinetto di fluire
rapidamente tra i poli di un potente magnete o esponendola a un debole campo magnetico pulsato di un condizionatore elettronico dell’acqua. L’acqua così trattata può rimuovere gli ioni calcio (atomi di calcio elettricamente carichi) dalle superfici, e l’effetto sull’acqua può durare diversi giorni. Stavo dando seguito a un lavoro Russo e Israeliano il quale ha dimostrato che l’acqua magneticamente condizionata poteva aumentare la crescita delle coltivazioni, ma questa ricerca si è rivelata molto più importante di quello. Il principio di fondo era anche in grado di spiegare i meccanismi attraverso i quali i campi elettromagnetici deboli possono danneggiare le cellule viventi e anche cosa può essere fatto per fermarli.
rapidamente tra i poli di un potente magnete o esponendola a un debole campo magnetico pulsato di un condizionatore elettronico dell’acqua. L’acqua così trattata può rimuovere gli ioni calcio (atomi di calcio elettricamente carichi) dalle superfici, e l’effetto sull’acqua può durare diversi giorni. Stavo dando seguito a un lavoro Russo e Israeliano il quale ha dimostrato che l’acqua magneticamente condizionata poteva aumentare la crescita delle coltivazioni, ma questa ricerca si è rivelata molto più importante di quello. Il principio di fondo era anche in grado di spiegare i meccanismi attraverso i quali i campi elettromagnetici deboli possono danneggiare le cellule viventi e anche cosa può essere fatto per fermarli.
L’acqua condizionata magneticamente e i campi elettromagnetici hanno effetti simili
Probabilmente,
la nostra più importante scoperta è stata che quando l’acqua corrente viene
condizionata da deboli campi elettromagnetici, l’acqua trattata mostra effetti
simili nel lievito a quelli di esporre ai campi elettromagnetici il lievito
stesso, tra cui un’aumentata permeabilità delle
membrane cellulari ai veleni (Goldsworthy et al. 1999). Dal momento che era già noto dal lavoro di Bawin et al. (1975) che deboli campi elettromagnetici possono rimuovere gli ioni calcio dalla superficie delle cellule cerebrali, sembrava probabile che sia l’acqua condizionata che i campi elettromagnetici operassero allo stesso modo; cioè attraverso la rimozione di ioni calcio strutturalmente importanti dalle membrane cellulari, le rende conseguentemente permeabili. Ora sappiamo che la permeabilità di membrana di questo tipo può spiegare la maggior parte di effetti biologici sia dell’acqua condizionata che dell’esposizione diretta ai campi elettromagnetici.
membrane cellulari ai veleni (Goldsworthy et al. 1999). Dal momento che era già noto dal lavoro di Bawin et al. (1975) che deboli campi elettromagnetici possono rimuovere gli ioni calcio dalla superficie delle cellule cerebrali, sembrava probabile che sia l’acqua condizionata che i campi elettromagnetici operassero allo stesso modo; cioè attraverso la rimozione di ioni calcio strutturalmente importanti dalle membrane cellulari, le rende conseguentemente permeabili. Ora sappiamo che la permeabilità di membrana di questo tipo può spiegare la maggior parte di effetti biologici sia dell’acqua condizionata che dell’esposizione diretta ai campi elettromagnetici.
Gli effetti sulla crescita dipendono dalla durata del trattamento di condizionamento
Abbiamo
anche dimostrato che gli effetti dell’acqua condizionata sulla crescita di
colture di lievito dipendono dalla durata del processo di condizionamento. Meno
di 30 secondi di condizionamento stimola la crescita, ma più di questo inibisce
la crescita E’ come se il processo di condizionamento stesse costantemente
generando uno o più agenti chimici nell’acqua. Una bassa dose derivante da un
breve periodo di condizionamento stimola la crescita, ma periodi più lunghi di
condizionamento generano dosi più elevate, con effetti inibitori. Questo
effetto tossico dell’acqua pesantemente condizionata, quando l’acqua viene
continuamente riciclata attraverso il condizionatore, è stato ora sfruttato
commercialmente per avvelenare le erbacce nei laghetti ornamentali (www.lifescience.co.uk/domestic_blanketweed.htm).
Per lo stesso motivo, il sangue che circola continuamente per periodi
prolungati sotto i campi pulsati di un telefono cellulare o di un dispositivo
simile potrebbe diventare tossico per il resto del corpo. Ciò significa che
nessuna parte del corpo, dal cervello al fegato alle gonadi, può essere
considerato al sicuro dagli effetti tossici dei campi elettromagnetici pulsati.
Ormesi da radiazione
Molte
persone hanno mostrato simili effetti duali con l’esposizione sia a radiazione ionizzante che non ionizzante.
Piccole dosi di radiazioni in altre circostanze nocive spesso stimolano la
crescita e sembrano essere benefiche (un fenomeno conosciuto come ormesi da radiazione) ma dosi più
elevate sono nocive. E spiega anche perché piccole dosi di campi magnetici
pulsati sono efficaci nel trattamento di alcune condizioni mediche come ad
esempio le ossa rotte (Bassett
et al. 1974)
ma esposizioni prolungate (come vedremo in seguito) sono dannose.
Le cellule hanno enormi capacità di amplificare e rispondere a segnali deboli
Sappiamo
ora che la stimolazione elettromagnetica della crescita è quasi certamente
dovuta ad amplificazione elettrochimica seguita dall’attivazione di una cascata
di MAP kinase dagli ioni calcio liberi infiltrati nel citosol (la parte
principale della cellula). L’infiltrazione verso l’interno di ioni calcio è il
meccanismo normale attraverso il quale una cellula rileva di essere stata
danneggiata e fa scattare i meccanismi di riparazione necessari. Ciò comporta
enormi processi di amplificazione in modo che anche infiltrazioni minori (ad
esempio a causa della perforazione della membrana o di campi elettromagnetici
deboli) possano dare risposte rapide e spesso massicce.
Il
primo stadio nell’amplificazione è dovuto allo stesso gradiente di calcio. C’è
un enorme differenza (oltre mille volte) di concentrazione di calcio libero tra
l’interno e l’esterno delle cellule viventi. Inoltre, vi è una differenza di
potenziale di molte decine di mV che agisce nella stessa direzione. Questo
significa che anche una leggera variazione della permeabilità della cellula può
permettere un grandissimo flusso verso l’interno di ioni calcio. E’ come un
transistor, dove una piccola variazione nella carica della base può permettere
il flusso di una massiccia corrente sotto l’influenza di un gradiente di
tensione elevato tra emettitore e collettore.
La
fase successiva nell’amplificazione è causata dalla concentrazione estremamente
bassa nel citosol cosicché anche un piccolo ingresso di ioni calcio fa una
grande differenza percentuale,
alla quale molti enzimi all’interno della cellula sono sensibili.
Ancora
più amplificazione deriva dalle cascate MAP-kinase. Queste sono amplificatori
biochimici che permettono a piccole quantità di fattori di crescita o ormoni
(forse perfino una singola molecola) di produrre effetti grandissimi. Essi
consistono in catene di enzimi che agiscono in sequenza in modo che il primo
enzima attiva molte molecole del secondo enzima, che a sua volta attiva ancora
di più del terzo enzima etc. La fase finale poi attiva il macchinario di
sintesi delle proteine necessario per la crescita e la riparazione della
cellula.
Almeno
alcune di queste cascate necessita di ioni calcio per funzionare (Chao
et al. 1992)
cosicché l’infiltrazione di calcio verso l’interno attraverso membrane
cellulari danneggiate aumenterà la velocità di questi processi di stimolo alla
crescita e alla riparazione. Tuttavia, queste riparazioni possono fare profonde
brecce nell’energia e nelle risorse della cellula, e la sua capacità di
riparare il danno dipenderà dalla sua condizione fisiologica e nutrizionale.
Questo significa che, se il danno è prolungato o persistente, prima o poi essa
esaurisce le risorse e si arrende, che si verifica quando vediamo la fase
inibitoria, magari seguita da apoptosi (morte della cellula) o la perdita di
alcune delle normali funzioni della cellula. Stiamo attualmente sempre più
assistendo a questa perdita di funzione dopo l’esposizione umana prolungata
alle radiazioni delle stazioni radio base telefoniche; per esempio la perdita
della funzione della ghiandola tiroidea dopo sei anni di esposizione (Eskander
et al. 2012).
Effetti sulle Ghiandole
Le cellule delle ghiandole sono particolarmente sensibili alle radiazioni
Le
cellule delle ghiandole possono essere particolarmente sensibili alle
radiazioni perché le loro secrezioni sono normalmente prodotte in sistemi
interni alla membrana, che possono essere anche danneggiati. Le loro secrezioni
sono generalmente rilasciate in vescicole (bolle di membrana), che si fondono
con la membrana cellulare esterna e riversano il loro contenuto al di fuori
(esocitosi). La membrana della vescicola diventa quindi parte della membrana
esterna. L’eccesso di membrana esterna risultante è controbilanciato dal
processo inverso (endocitosi) in cui la membrana esterna fa crescere delle
vescicole all’interno della cellula, che poi si fondono con le membrane
interne. In questo modo, una cellula di ghiandola può internalizzare
l’equivalente della sua intera superficie di membrana circa una volta ogni
mezz’ora. Questo implica che se la membrana è danneggiata direttamente dai
campi, o da sangue condizionato elettromagneticamente, la membrana danneggiata
diventa rapidamente parte del sistema di membrana interna, dal quale la sua
attività dipende. Se il danno è troppo grave, la ghiandola intera può perdere
la sua normale funzione.
Effetti elettromagnetici sul sistema endocrino e obesità
Anche
se i campi elettromagnetici stimolano l’attività ghiandolare nel breve periodo,
l’esposizione a lungo termine è spesso dannosa in quanto la ghiandola smette di
funzionare correttamente. Ciò è particolarmente grave per le ghiandole del
sistema endocrino (quelle che coordinano le nostre funzioni corporee) dal
momento che può influire su molti aspetti del metabolismo e mettere l’intero
corpo fuori fase. Ad esempio può essere responsabile, almeno in parte, per
l’attuale picco di obesità e le molte altre malattie che derivano da essa.
Un
buon esempio di questo è la ghiandola tiroidea, che è in una posizione esposta
nella parte anteriore del collo. Rajkovic
et al. (2003)
hanno dimostrato che dopo tre mesi di esposizione alle frequenze delle linee
elettriche, le ghiandole tiroidee dei ratti hanno mostrato segni visibili di
deterioramento. Inoltre esse hanno perso la loro capacità di produrre gli
ormoni della tiroide, che non hanno ricuperato anche dopo che i campi sono
stati spenti. Esmekaya
et al. (2010)
ha trovato un analogo visibile deterioramento della ghiandola tiroidea in ratti
esposti a radiazione di una cella telefonica 2G simulata per 20 minuti al
giorno per tre settimane. Eskander
et al. (2012)
hanno osservato che le persone che vivono per sei anni nel raggio di 100 metri da una stazione
radio base telefonica mostrano una riduzione significativa del rilascio nel
sangue di una serie di ormoni, tra cui ACTH dalla ghiandola pituitaria,
cortisolo dalle ghiandole surrenali, e prolattina e testosterone da altri organi.
Tuttavia, la perdita più altamente significativa è stata la capacità di
produrre gli ormoni della tiroide. La prevedibile conseguenza di questo è
l’ipotiroidismo, i sintomi più frequenti del quale sono stanchezza e obesità Può non essere una coincidenza
che circa un quarto di milione di cittadini britannici sono attualmente affetti
da ciò che viene diagnosticata come sindrome da stanchezza cronica, e circa
otto su dieci sono o in sovrappeso o clinicamente obesi.
L’incidenza
di obesità può essere aggravata da effetti sul rilascio degli ormoni che
regolano l’appetito grelina e peptide YY. La grelina è sintetizzata nella
parete dello stomaco e ci fa sentire fame, mentre la peptide YY è prodotta
nella parete dell’intestino e ci fa sentire pieni. Nelle persone normali il
livello di grelina nel sangue è alto prima dei pasti e va giù dopo, mentre il
peptide YY va su, in modo da andare dalla sensazione di fame a quella di
pienezza, che ci impedisce di mangiare troppo.
Tuttavia,
nelle persone obese il livello di entrambi gli ormoni rimane all’incirca lo
stesso in ogni momento, cosicché loro non si sentono completamente pieni e
mangiano in maniera non regolare (Le
Roux et al. 2005,
Le
Roux et al. 2006).
Se l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici limita il rilascio di
questi ormoni nello stesso modo in cui influenza il rilascio di ACTH,
cortisolo, prolattina, testosterone e gli ormoni della tiroide, questo può
spiegare perché così tante persone hanno difficoltà a smettere di mangiare e
finiscono per diventare clinicamente obesi.
Se
si è affetti dalla condizione descritta, si può essere costretti a seguire una
dieta per tutta la vita, sottoporsi a un intervento chirurgico di bypass
gastrico per ridurre drasticamente le dimensioni del vostro stomaco o rischiare
le molte gravi malattie che derivano dall’obesità e PUO’ NON ESSERE STATA COLPA VOSTRA.
Pensateci due volte prima di usare un telefono cellulare o installare un
telefono cordless o un Wi-Fi. Le conseguenze cominciano a manifestarsi solo
ora; né il Governo né il settore delle telecomunicazioni vi dirà quello che
sono, ma non sono buone.
L’obesità può scatenare tante altre malattie
Le
conseguenze dell’obesità includono diabete,
cancrena, pressione alta, problemi cardiaci, insufficienza renale e cancro.
Queste malattie causano molta sofferenza umana e costano all’economia della
nazione una grande quantità di denaro. Il costo annuale dell’obesità e delle malattie
collegate all’economia del Regno Unito è stato stimato essere circa 6.6-7.4
miliardi di sterline (McCormick
et al. 2007).
Il
costo annuale della sindrome da stanchezza cronica è circa 20 mila dollari per
persona colpita negli USA (Reynolds et
al. http://www.resource-allocation.com/content/2/1/4)
e circa 14 mila sterline nel Regno Unito (McCrone
et al. 2003),
quindi una stima equa del costo annuale totale della sindrome da fatica cronica
per l’economia britannica potrebbe essere intorno ai 3.5 miliardi di sterline.
Il costo annuale totale di entrambe le condizioni assieme è circa di 10
miliardi di sterline. Se parte di questo quadro è causato dalle
telecomunicazioni a microonde, bisogna adottare delle misure per minimizzare i
loro effetti, e sarebbe giusto chiedere all’industria di pagare per questo.
Effetti elettromagnetici sule ghiandole surrenali
Cortisolo: - Augner
et al. (2010)
in uno studio a doppio cieco (dove né il soggetto né la persona che registra i
risultati è informata sul fatto che la radiazione sia presente o assente) ha
mostrato che l’esposizione a breve termine alla radiazione da una stazione
radio base cellulare 2G (GSM) aumenta il livello di cortisolo nella saliva dei
volontari umani. Il cortisolo è un ormone da stress che è normalmente prodotto
nella corteccia delle ghiandole surrenali ed è controllato dal livello di
calcio nelle sue cellule (Davies
et al. 1985),
per cui le perdite delle membrane elettromagneticamente indotte che lasciano
entrare più calcio nel citosol dovrebbero avere anche questo effetto.
Il
cortisolo è parte di un meccanismo che mette il corpo in una modalità “lotta o
fuga”, in cui più zucchero viene rilasciato nel sangue , la sensibilità al
dolore è ridotta e il sistema immunitario è soppresso, Infatti, il cortisolo e
i suoi parenti sono usati in medicina per alleviare il dolore e anche per
sopprimere il sistema immunitario dopo chirurgia di trapianto. Tuttavia, il
fatto che l’esposizione a radiazioni delle stazioni radio base lo faccia
aumentare non è una buona notizia poiché la soppressione del sistema
immunitario aumenterà anche il rischio di infezione e di sviluppare tumori da
cellule precancerose che altrimenti sarebbero state distrutte.
Adrenalina: - Buchner
ed Eger (2011) hanno studiato l’effetto di una stazione
radio base cellulare 2G appena installata sugli abitanti di un villaggio in
Bavaria e hanno scoperto che ha causato un aumento di lunga durata nella
produzione di adrenalina. Questo è un importante neurotrasmettitore che agisce
sui recettori adrenergici per aumentare la concentrazione di calcio nel
citosol. Viene anche sintetizzata nel midollo surrenale in risposta a segnali
provenienti dal sistema nervoso simpatico. Anche l’adrenalina mette il corpo in
modalità “lotta o fuga” deviando risorse dalla muscolatura liscia
dell’intestino al muscolo cardiaco e ai muscoli scheletrici necessari per la
fuga o il combattimento. Esso inoltre stimola la produzione di cortisolo da
parte della corteccia surrenale e indirettamente riduce l’attività del sistema
immunitario, la resistenza alle malattie e aumenta il rischio di cancro.
Alcune
persone traggono piacere dalla “scarica di adrenalina” causata dal fare cose
energetiche o pericolose, e questo potrebbe essere un fattore che contribuisce
al carattere di dipendenza dai telefoni cellulari. Tuttavia, nel lato negativo,
gli effetti noti di eccesso di adrenalina includono mal di testa, aritmia
cardiaca, alta pressione sanguigna, tremori, ansietà e incapacità di dormire.
Questi risultati confermano e spiegano alcune delle scoperte di Abdel-Rassoul
et al. (2007)
i quali hanno rilevato che le persone che vivono nei pressi di stazioni radio
base cellulari (antenne) hanno avuto incrementi significativi di mal di testa,
perdita di memoria, vertigini, tremori e sonno scadente.
Effetti sul Cervello
Perdita di calcio e funzione cerebrale
La
normale funzione cerebrale dipende dalla trasmissione ordinata di segnali
attraverso una massa di circa 100 miliardi di neuroni. I neuroni sono tipicamente cellule nervose
altamente ramificate. Di solito hanno un lungo ramo (l’assone), che trasporta segnali
elettrici come potenziali d’azione
(impulsi nervosi) ad o da altre parti del corpo o fra parti relativamente
distanti del cervello (un nervo contiene molti assoni riuniti assieme). I rami
più corti comunicano con altri neuroni, quando le loro estremità sono adiacenti
alle sinapsi. Essi trasmettono informazioni attraverso le sinapsi utilizzando una serie di neurotrasmettitori, che sono sostanze
chimiche secrete da un neurone e rilevate da un altro.
Gli
ioni calcio svolgono un ruolo essenziale nella funzione cerebrale poiché una
piccola quantità di calcio deve entrare nel citosol del neurone prima che possa
rilasciare i suoi neurotrasmettitori (Alberts et al. 2002). Le perdite della membrana
indotte elettromagneticamente aumentano il livello di fondo del calcio nei
neuroni cosicché essi rilasciano i loro neurotrasmettitori prima. Questo
migliora il nostro tempo di reazione a stimoli semplici, ma può anche far
scattare il rilascio spontaneo di neurotrasmettitori e inviare segnali spuri
che non hanno nessun motivo di essere presenti, il che rende il cervello
iperattivo e meno in grado di concentrarsi.
Autismo
Probabilmente,
il danno maggiore provocato da microonde al cervello avviene quando si sta
ancora sviluppando nel feto e nel neonato, danno che può condurre all’autismo.
Il Dr Dietrich Klinghardt ha dimostrato una relazione tra microonde e autismo;
un riassunto del suo lavoro può essere trovato a http://electromagnetichealth.org/media-stories/#Autism
Che cosa è l’autismo?
L’autismo
è un insieme di disordini per tutta la vita (disordini a spettro autistico –
Autistic Spectrum Disorders – ASD) causati dalla malfunzione del cervello ed è
associato a sottili cambiamenti nell’anatomia del cervello (vedere Amaral et
al. 2008 per una review). I sintomi principali
sono l’incapacità a comunicare adeguatamente con gli altri e comprendono un
comportamento sociale anormale, scarsa comunicazione verbale e non-verbale,
interessi insoliti e ristretti, e un comportamento ripetitivo persistente. Ci
sono anche sintomi secondari, come ad esempio un aumento di rischio di crisi
epilettiche, ansia e disturbi dell’umore. L’ASD ha una forte componente
genetica, si verifica prevalentemente nei maschi e tende a ricorrere nelle
famiglie.
L’ASD genetico può essere causato da calcio che si introduce nei neuroni
E’
stato ipotizzato che alcune forme genetiche di ASD possano essere spiegate da
note mutazioni nei geni per i canali ionici che provocano un aumento nella
concentrazione di base del calcio nei neuroni. Ciò potrebbe far aumentare
l’iperattività neuronale e la formazione di sinapsi superflue e inappropriate,
che a loro volta possono portare all’ASD (Krey
e Dolmetsch 2007).
Anche i campi elettromagnetici permettono al calcio di introdursi nei neuroni
C’è
stato un aumento pari a 60 volte di ASD negli ultimi anni, che non può essere
spiegato da un miglioramento nei metodi diagnostici e può essere spiegato solo
da cambiamenti nell’ambiente. Questo aumento corrisponde come periodo alla
proliferazione di telecomunicazioni mobili, Wi-Fi, e forni a microonde, così
come pure a campi a bassissima frequenza da cablaggi elettrici domestici ed
elettrodomestici. Possiamo attualmente spiegare almeno parte di ciò in termini
di perdite delle membrane indotte elettromagneticamente che conducono a
iperattività del cervello e sviluppo cerebrale anormale.
Come la perdita delle membrane influenza i neuroni
I
neuroni trasmettono informazioni tra di loro tramite neurotrasmettitori chimici
che passano attraverso le sinapsi dove avviene il contatto. Il loro rilascio
viene normalmente attivato dopo un breve impulso di calcio che entra nel loro
citosol. Se la membrana è resa permeabile a causa dell’esposizione
elettromagnetica, avrà già un’alta concentrazione interna di calcio poiché il
calcio si introduce a causa della molto più alta concentrazione presente
all’esterno. Questo pone le cellule in modalità hair-trigger [hair-trigger
mode: pronta a rispondere alla più piccola provocazione o stimolo] cosicché
esse hanno molta più probabilità di rilasciare i neurotrasmettitori e il
cervello nel suo insieme può diventare iperattivo (Beason
e Semm 2002; Krey
e Dolmetsch 2007, Volkow
et al. 2011).
Tale stato porta il cervello a diventare sovraccaricato da segnali a volte
spuri, determinando una perdita di concentrazione e alla sindrome da deficit di
attenzione e iperattività (ADHD – Attention Deficit/Hyperactivity Disorder).
Qual’è l’effetto sull’autismo?
Prima
e subito dopo la sua nascita, il cervello di un bambino è una tela bianca, la
quale passa attraverso un intenso periodo di apprendimento per diventare
consapevole del significato dei suoi nuovi input sensoriali, per esempio per
riconoscere la faccia della sua mamma, le sue espressioni e alla fine altre
persone e le loro relazioni con il nascituro (Hawley e Gunner 2000). Durante questo processo, i
neuroni nel cervello generano innumerevoli nuove connessioni, lo schema delle
quali immagazzina quello che il bambino ha imparato. Comunque, nel giro di
pochi mesi, le connessioni che sono usate raramente vengono automaticamente
sfoltite (Huttenlocher
e Dabholkar 1997) in modo che quelle che rimangono sono
cablate nella psiche del bambino. La produzione di troppi segnali spuri a causa
dell’esposizione elettromagnetica durante questo periodo farà generare
frequenti connessioni casuali, che inoltre non verranno sfoltite, anche se
possono non avere un senso. Può essere significativo il fatto che i bambini
autistici tendono ad avere teste leggermente più grandi, probabilmente per
ospitare i neuroni non sfoltiti (Hill e Frith 2003).
Poiché
il processo di sfoltimento in bambini esposti elettromagneticamente può essere
più casuale, potrebbe lasciare il bambino con una predisposizione difettosa per
le interazioni sociali, che può poi contribuire a vari disordini dello spettro
autistico. Questi bambini non necessariamente sono poco intelligenti; essi
possono perfino avere più cellule cerebrali della media e alcuni possono essere
in realtà essere sapienti. Essi possono essere frenati dall’avere una vita
normale da una deficienza nelle reti neuronali dedicate necessarie per una
efficiente comunicazione.
L’autismo costa all’economia britannica più delle tasse introitate dai telefoni cellulari
L’incidenza
di autismo si è verificata in parallelo con l’aumento dell’inquinamento
elettromagnetico nel corso degli ultimi trent’anni. Le probabilità di avere un
bambino autistico possono arrivare ora a uno su cinquanta. A parte le tragedie
personali per i bambini colpiti e le loro famiglie, l’autismo è di enorme
importanza economica. Solo nella nazione britannica, il costo annuale per la
nazione in cure e perdita di produzione supera il gettito fiscale annuale
dell’intero settore della telefonia cellulare, che è di circa 20 miliardi di
sterline nel Regno Unito. Vedere http://www2.lse.ac.uk/newsAndMedia/news/archives/2009/05/MartinKnappAutism.aspx
Se
fosse tutto dovuto ai telefoni cellulari, il governo potrebbe chiudere l’intero
settore e di fatto registrare un bilancio positivo! Ci possono essere modi con
cui la modulazione dei segnali può essere modificata (vedere più avanti), ma
nel frattempo dovremmo fare tutto il possibile per ridurre al minimo la nostra
esposizione alle microonde che trasportano informazioni, comprese quelle
proveniente dai telefoni cellulari, telefoni cordless, Wi-Fi e contatori
intelligenti. Il non farlo potrebbe essere molto costoso.
Intolleranza elettromagnetica (denominata anche ipersensibilità elettromagnetica o EHS)
L’intolleranza
elettromagnetica è una condizione in cui alcune persone sperimentano una vasta
gamma di sintomi spiacevoli quando sono esposte a deboli radiazioni non-ionizzanti.
Attualmente circa il 3 per cento della popolazione soffre di questa, anche se
solo una piccola percentuale di queste sono ancora così duramente colpite da
poter immediatamente dire se un dispositivo radiante è acceso o spento.
All’altro capo della scala, ci sono persone che sono sensibili, ma che ancora
non lo sanno perché sono cronicamente esposte ai campi elettromagnetici e
accettano i loro sintomi come se fossero perfettamente normali. L’intolleranza
elettromagnetica è infatti un continuum senza un chiaro punto di svolta. In
alcuni casi ci possono essere solo lievi sintomi durante o dopo l’uso di un
telefono cellulare, ma in casi gravi può impedire alle persone di vivere una
vita normale e forzarli a vivere in quasi totale isolamento. C’é ogni ragione
di credere che l’esposizione prolungata aumenti la gravità dei sintomi, per cui
se si soffre di uno qualsiasi di questi si dovrebbe fare tutto il possibile per
ridurre al minimo ulteriore esposizione.
Sintomi dell’intolleranza elettromagnetica
I
sintomi includono eruzioni cutanee, aritmie cardiache, cefalea (a volte grave),
dolore nei muscoli e articolazioni, sensazioni di caldo o di freddo, spille e
aghi, tinnito[fastidiosa sensazione di ronzio alle orecchie, detto anche
acufene], vertigini e nausea. Un elenco più completo è disponibile a http://www.es-uk.info/information/2-recognising-es-and-ehs.html.
La maggior parte se non tutti questi sintomi possono essere spiegati dalle
radiazioni, che rendono le cellule soggette a diventare permeabili.
Quando le cellule della pelle diventano permeabili, questo è percepito
dall’organismo come un danneggiamento del tessuto. Questo evento aumenta
l’afflusso di sangue nella zona in cui riparare i danni e provoca l’eruzione
cutanea.
Quando le cellule del muscolo cardiaco diventano permeabili, tale evento indebolisce i
segnali elettrici che normalmente controllano la sua contrazione. Il cuore
quindi va fuori controllo e si genera aritmia cardiaca. Questo può
potenzialmente mettere a rischio la vita.
Quando le cellule sensoriali diventano permeabili, esse diventano iperattive e
inviano falsi segnali al cervello. Noi abbiamo una grande varietà di cellule
sensoriali, ma esse operano più o meno allo stesso modo. Ogni volta che esse
rilevano ciò che dovrebbero sentire, esse deliberatamente diventano permeabili
tramite l’apertura dei canali ionici nelle loro membrane. Tale evento riduce la
loro tensione naturale attraverso queste membrane, il che provoca l’invio di
impulsi nervosi al cervello. La permeabilità cellulare indotta
elettromagneticamente ha lo stesso effetto, ma questa volta andrebbe a
provocare falsi segnali al cervello e a produrre le false sensazioni
dell’intolleranza elettromagnetica. Questa eventualità può essere anche
aggravatoìa dal fatto che le cellule nervose coinvolte potrebbero essere rese
iperattive a causa dell’infiltrazione di calcio verso l’interno.
Quando le perdite si verificano nelle cellule sensoriali della pelle, le perdite possono provocare
sensazioni come caldo, freddo, formicolio, pressione, etc. a seconda di quali
tipi di cellule sono più sensibili nel soggetto interessato.
Quando le perdite si verificano nelle cellule ciliate della coclea
dell’orecchio
questo produce tinnito, che è una falsa sensazione di suono. Quando ciò accade
nel sistema vestibolare (la parte dell’orecchio interno che gestisce
l’equilibrio e il movimento), si traduce in vertigini e sintomi di mal di mare,
tra cui la nausea.
Ipocalcemia, intolleranza elettromagnetica e ghiandola paratiroidea
I
sintomi di ipocalcemia sono molto simili a quelli dell’intolleranza
elettromagnetica e includono disturbi della pelle, formicolio, intorpidimento,
sensazioni di bruciore, stanchezza, crampi muscolari, aritmie cardiache,
problemi gastro-intestinali e molti altri. Un elenco più completo è disponibile
all’indirizzo http://www.nhs.uk/conditions/hypoparathyroidism-hyperparathyroidism/Pages/Introduction.aspx.
E’ possibile che alcune forme di intolleranza elettromagnetica siano dovute a
bassi livelli di calcio nel sangue. L’esposizione elettromagnetica sarebbe
capace di rimuovere ancora più calcio dalle loro membrane cellulari per
spingerle oltre il limite e produrre sintomi di intolleranza elettromagnetica.
La
quantità di calcio nel sangue è controllata dall’ormone paratiroideo secreto
dalla ghiandola paratiroidea, che è collocata nel collo, vicino a dove si tiene
il telefono cellulare. E’ adiacente alla ghiandola tiroidea e, se dovesse
essere danneggiata dalla radiazione allo stesso modo, la produzione dell’ormone
paratiroideo scenderebbe, la quantità di calcio nel sangue verrebbe ridotto e
la persona interessata diventerebbe elettromagneticamente intollerante.
Effetti sul DNA
La radiazione dei telefoni cellulari può danneggiare il DNA
Lai
e Singh (1995) sono stati i primi a mostrare questo in cellule di cervello di ratto
in coltura, e da allora è stato confermato da molti altri scienziati. Un ampio
studio su questo fu compiuto nel Progetto Reflex, sponsorizzato dalla
Commissione Europea e replicato nei laboratori di diverse nazioni Europee. Essi
hanno scoperto che la radiazione come quella emessa dai telefoni cellulari GSM
(2G) causa rotture sia singole che doppie di filamento nel DNA di cellule sia
umane che di animali in coltura. Non tutti i tipi di cellule sono colpiti allo
stesso modo e alcuni, come i linfociti, sembrano non risentirne affatto (Reflex
Report 2004).
Nelle
cellule sensibili, il grado di danno dipende dalla durata dell’esposizione. Con
fibroblasti umani, ha raggiunto un massimo intorno a 16 ore (Diem
et al. 2005).
Comunque, sarebbe sbagliato ritenere che le esposizioni inferiori a 16 ore
siano necessariamente sicure poiché il danno al DNA può dare cellule
geneticamente aberranti molto prima che diventi evidente sotto il microscopio.
Sarebbe anche poco saggio supporre che il danno sia limitato alle immediate
vicinanze del terminale poiché, come descritto precedentemente, gli effetti
delle radiazioni possono essere trasmessi nel flusso sanguigno nella forma di sangue
magneticamente condizionato; quindi nessun organo è al sicuro, neanche gli
organi sessuali.
Come viene danneggiato il DNA
A
causa dell’elevatissima stabilità delle molecole di DNA, è improbabile che
possano essere danneggiate direttamente dalla debole radiazione. Il meccanismo
più plausibile è che DNase (un enzima che distrugge il DNA) e altri enzimi
digestivi fuoriescano attraverso le membrane dei lisosomi (organuli che
digeriscono i rifiuti) quando sono state danneggiate dalle radiazioni. Altri meccanismi
comportano la perdita di specie reattive dell’ossigeno (ROS-Reactive Oxygen
Species), come il perossido di idrogeno dai perissosomi danneggiati e radicali
liberi superossido dalle membrane mitocondriali danneggiate e NADH ossidasi
nella membrana plasmatica. Secondo Friedman
et al. (2007),
il primo a rispondere alle frequenze di telefonia cellulare è la NADH ossidasi nella membrana
plasmatica, che è attivato entro pochi minuti dall’esposizione.
Comunque,
tutti questi ROS possono iniziare le reazioni a catena della perossidazione dei
fosfolipidi insaturi delle membrane cellulari (lo stesso processo che fa
irrancidire i grassi), il che compromette ulteriormente le membrane e aggrava
l’effetto. Solo una molecola di ROS è necessaria per iniziare una reazione a
catena con effetto domino, nella quale ogni molecola lipidica danneggiata genera
un radicale libero che danneggia la prossima. Il processo normalmente si ferma
quando raggiunge una molecola anti-ossidante, che si sacrifica combinandosi con
il radicale libero in modo tale che esso non ne generi uno nuovo. La maggior
parte dei nostri anti-ossidanti provengono dalla nostra dieta (per esempio la
vitamina E) ma il più importante che produciamo noi stessi è la melatonina. E’ una sfortuna che la
produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale sia anche interrotta
dai campi elettromagnetici (Henshaw
e Reiter, 2005), il che rende la situazione peggiore.
Questi
ROS sono altamente reattivi e possono anche danneggiare il DNA. Infatti,gran
parte del danno arrecato alle cellule dalle radiazioni
ionizzanti come i raggi gamma
è causato da danni alle membrane cellulari e al DNA dai radicali liberi dalla
radiolisi dell’acqua. Ci possono quindi essere poche differenze tra il tenere
un telefono cellulare prossimo alla testa e tenere una sorgente radioattiva di
raggi gamma. Entrambe possono danneggiare le membrane cellulari, causare la
frammentazione del DNA e provocare anche considerevoli danni collaterali alle
altre componenti cellulari, che può o uccidere le cellule oppure indurne la
perdita delle loro funzioni normali nel tempo.
I telefoni cellulari aumentano il rischio di cancro
Se
una simile frammentazione al DNA dovesse verificarsi in tutto l’organismo, ci
dovremmo aspettare un aumento di rischio del cancro, in quanto i geni
essenziali che controllano la divisione cellulare possono essere o danneggiati
o persi. Studi recenti sull’incidenza del cancro nel cervello stanno già cominciando
a mostrare questo. Un utilizzo pesante del telefono cellulare raddoppia il
rischio di contrarre un cancro al cervello negli adulti sul lato della testa
usato per il telefono cellulare. Per le persone più giovani, il rischio aumenta
di cinque volte (Hardell
e Carlberg 2009).
Poiché
il cancro al cervello impiega tipicamente decenni per svilupparsi, è troppo
presto per valutare l’impatto finale delle radiazioni, ma l’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha già classificato i telefoni cellulari come cancerogeni
di gruppo 2B (possibilmente cancerogeni) analogamente a benzene e DDT. Anche
altri tipi di cancro che colpiscono il capo sono in aumento, tra cui i tumori
della ghiandola salivare parotide (vicino a dove si tiene il telefono
cellulare) e la ghiandola tiroidea, che si trova nel collo.
I telefoni cellulari riducono la fertilità maschile
Potremmo
aspettarci che il danno del DNA nelle cellule della linea germinale (la linea
di cellule che partono nell’embrione e che infine dà origine a uova e
spermatozoi) risulti in una perdita di fertilità. Un certo numero di studi
epidemiologici hanno mostrato delle riduzioni significative nella motilità
degli spermatozoi, nella vitalità e nella loro quantità in uomini che
utilizzano i telefoni cellulari per più di un paio di ore al giorno (Fejes
et al. 2005;
Agarwal
et al. 2006)
e l’argomento è stato recensito da Desai
et al. (2009).
Una scoperta comune è che questi effetti sono stati associati alla produzione
di ROS (Reactive Oxygen Species), i quali possono danneggiare molte componenti
cellulari, comprese le membrane cellulari e il DNA.
Più
recentemente, Agarwal
et al. (2009)
in esperimenti controllati hanno trovato che spermatozoi da donatori sani
mostrano motilità ridotta e un aumento di ROS dopo un’ora di esposizione al
telefono cellulare in modalità di conversazione. Ancora più recentemente,
Avandano et al. 2012 hanno
trovato che esporre sperma eiaculato a un laptop Wi-Fi per quattro ore produce
una diminuzione della motilità e un aumento della frammentazione del DNA
rispetto a campioni esposti ad analoghi computer con il Wi-Fi disattivato.
Una
relazione simile tra qualità dello sperma ed esposizione elettromagnetica è
stata trovata per campi magnetici alternati (Li et al. 2010).
E’ quindi consigliabile agli uomini di evitare forti campi magnetici, limitare
al minimo le chiamate al telefono cellulare e tenerli spenti (o in modalità
aerea se ha questa funzione). Altrimenti, i telefoni trasmettono periodicamente
a piena potenza alla stazione radio base, anche quando non sono in uso. Se
devono essere accesi per qualsiasi motivo, gli uomini dovrebbero almeno tenerli
fuori dalle tasche dei loro pantaloni.
Possibili effetti sulla fertilità femminile
Noi
non conosciamo ancora gli effetti di uso del telefono cellulare sulla fertilità
femminile, ma Panagopoulos
et al. (2007)
hanno mostrato che esponendo esemplari adulti di Drosophila melanogaster (un insetto ampiamente usato in
esperimenti genetici) a un segnale GSM per soli sei minuti al giorno per sei
giorni ha frammentato il DNA nelle cellule che danno origine alle loro uova e
metà di queste uova sono morte. Noi esseri umani dovremmo di conseguenza
esercitare cautela poiché, mentre i nostri spermatozoi sono sono prodotti in
innumerevoli miliardi e impiegano circa tre mesi a maturare, tutte le uova che
una donna potrà mai avere sono nelle sue ovaie prima che lei nasca e saranno esposte
alle radiazioni (e al sangue elettromagneticamente condizionato) per tutta la
sua vita. Ci potrebbero quindi essere danni cumulativi considerevoli, sia alle
uova che alle cellule del follicolo che le nutrono e le proteggono. E’
prevedibile che danni a entrambi, a partire da quando la bambina è nell’utero
materno, causino una perdita di fertilità. Una donna incinta dovrebbe evitare
tutte le attuali forme di telecomunicazioni a microonde, tra cui telefoni
cellulari e Wi-Fi. Il suo bambino potrebbe subire danni dalle loro radiazioni,
ma lei non lo saprà fino a che non raggiunge la pubertà il figlio o la figlia e
vorrà lui o lei stessa concepire un figlio.
Effetti sulla tenuta delle giunzioni di barriera
Le
barriere di giunzione sono strati di cellule in cui gli spazi intercellulari
sono sigillati da giunzioni strette
per evitare che del materiale si infiltri intorno i loro lati. Esse proteggono
tutte le superfici del nostro corpo dall’ingresso di materiali indesiderati e
spesso proteggono una parte del corpo dall’essere indebitamente influenzata
dalle altre. Per esempio, la barriera emato-encefalica impedisce che dal flusso
sanguigno delle tossine si introducano nel cervello. Normalmente, queste
barriere sono chiuse ma sono programmate per aprirsi se degli ioni calcio
penetrano nelle loro cellule. Questo fu dimostrato da Kan
e Coleman (1988) che mostrarono come il calcio ionoforo
A23187 (un antibiotico che uccide i batteri e i funghi lasciando che gli ioni
calcio si infiltrino nelle loro cellule) apriva le barriere a giunzione stretta
nel fegato. L’apertura elettromagnetica della barriera sangue-fegato potrebbe
essere un fattore che contribuisce all’attuale epidemia di malattie del fegato
nel Regno Unito tra gli under quaranta (la generazione dei telefoni cellulari),
che è attualmente messa sotto accusa per abuso di alcool. Dal momento che tutte
le barriere a giunzione stretta hanno fondamentalmente lo stesso design,
l’ingresso di calcio non pianificato risultante dall’esposizione
elettromagnetica è probabilmente in grado di aprirle tutte alla stessa maniera.
L’apertura delle barriere a giunzione stretta da parte dei campi
elettromagnetici può spiegare molte malattie moderne, che spaziano dall’asma
alle allergie multiple e la malattia di Alzheimer.
La barriera emato-encefalica e la demenza precoce
La
barriera emato-encefalica normalmente impedisce a grandi molecole possibilmente
tossiche presenti nel flusso sanguigno di entrare nel cervello. La radiazione
da telefoni cellulari, anche a un centesimo del valore di SAR permesso, può
aprire la barriera sangue-cervello nei topi cosicché le molecole proteiche
grandi quanto l’albumina possono introdursi nel cervello (Persson
et al. 1997).
Successivi esperimenti da parte di Salford
et al. (2003)
hanno mostrato che questo fenomeno è associato con la morte di neuroni. Non ci
aspetteremmo un effetto immediato poiché il il cervello ha una capacità di
riserva, ma ci aspetteremmo che l’esposizione prolungata o ripetuta al telefono
cellulare o a una radiazione simile causi una perdita progressiva di neuroni
funzionali e provochi demenza precoce e malattia di Alzheimer negli umani. La
sensibilità estrema della barriera ematoencefalica alle radiazioni potrebbe
significare che anche il rimanere seduti vicino a qualcuno che usa il telefono
cellulare sia in grado di influenzare pure voi. Non è troppo sorprendente
scoprire che l’insorgenza precoce della malattia di Alzheimer è attualmente in
aumento nella società moderna.
La barriera respiratoria e l’asma
Li
et al. (2011) hanno mostrato che l’esposizione
a deboli campi elettromagnetici ELF durante la gravidanza aumenta il rischio di
asma nel figlio (non hanno testato le microonde). Questo può essere spiegato
dalla rimozione di calcio strutturale da parte delle radiazioni dalle cellule
della barriera a giunzione stretta che rivestono il tratto respiratorio, che
poi si apre. Questa tesi è supportata dalle scoperte di Chu
et al. (2001)
il quale ha mostrato che sia dei bassi livelli di calcio esterno che l’aggiunta
di EGTA, entrambi i quali rimuovono ioni calcio strutturali dalle superfici
cellulari, causano un massiccio incremento della sua conduttanza elettrica (una
misura della sua permeabilità agli ioni) e anche alla sua permeabilità a più
grandi particelle virali. Noi ci dovremmo quindi aspettare che possano entrare
molti allergeni attraverso lo stesso percorso e che predispongano il bambino
all’asma. Ci sono circa 5.4 milioni di persone con l’asma nel Regno Unito e il
costo annuale stimato solo per il Servizio sanitario Nazionale è di circa 1
miliardo di sterline. (Costi dell'asma in UK)
La barriera cutanea, allergie e sensibilità chimiche multiple
La
barriera a giunzione stretta della pelle è nello strato granuloso, che è lo strato più esterno delle
cellule viventi della pelle appena sotto i molti strati di cellule morte (Borgens
et al. 1989).
Furuse
et al. (2002)
hanno mostrato che dei topi mutanti deficienti in Claudin-1 (un componente
essenziale del meccanismo di tenuta) sono morti entro un giorno dalla nascita e
le loro barriere cutanee erano permeabili a molecole grandi quanto 600D, che è
sufficiente per introdurre molti materiali estranei non desiderati, inclusi
potenziali allergeni. Negli umani, questo potrebbe essere la base della sensibilità chimica multipla, in cui le
persone sono diventate allergiche a una vasta gamma di prodotti chimici, anche
se questi ultimi non influenzano la maggior parte di noi. Le persone che
soffrono di sensibilità chimiche multiple sono spesso anche
elettromagneticamente intolleranti e molti dei loro sintomi sono molto simili.
Quasi
tutte le nostre superfici corporee sono protette da cellule con giunzioni
strette, compresa la mucosa nasale (Hussar
et al. 2002),
i polmoni (Weiss
et al. 2003),
e il rivestimento dell’intestino (Arrieta et al. 2006). Un
aumento indotto elettromagneticamente nella permeabilità di qualsiasi di queste
superfici permetterebbe il più rapido ingresso nel corpo di un’intera gamma di
materiali estranei, tra cui allergeni, tossine e sostanze cancerogene.
La perdita della tenuta nella barriera può innescare malattie autoimmuni
Un
aumento indotto elettromagneticamente nella permeabilità delle barriere a
giunzione stretta è stata associata al verificarsi di malattie autoimmuni,
nelle quali il sistema immunitario attacca le componenti del proprio corpo come
se fossero materiali estranei o patogeni.
Il
sistema immunitario è piuttosto complicato ma fondamentalmente i linfociti (un
tipo di globuli bianchi) sono addestrati e selezionati prima della loro
maturazione per riconoscere le cellule del proprio corpo, che sono normalmente
presenti nel flusso sanguigno, per virtù di schemi chimici sulle loro superfici
(i principali complessi di istocompatibilità).
I
linfociti-B producono anticorpi specifici che si combinano con le cellule
estranee e con sostanze che non dispongono di questo schema, evento che marca
queste ultime per la definitiva ingestione e digestione da parte dei fagociti
(un altro tipo di globuli bianchi). I linfociti-T uccidono le cellule del
proprio corpo se sono infettate da un virus, che è normalmente evidente sulla
superficie della cellula. In entrambi i casi, la presenza di materiale estraneo
o di cellule infettate innesca la moltiplicazione rapida di un clone di
linfociti che li riconosce. Essi poi attaccano in forze.
Tuttavia,
se la sostanza in questione appartiene al corpo stesso, ma le è normalmente
impedito di entrare nel flusso sanguigno da una barriera a giunzione stretta
come la barriera emato-encefalica, quando la barriera si apre, si aumenta la
probabilità di far infiltrare materiali non familiari nel flusso sanguigno e di
innescare una risposta autoimmune. Per esempio, Grigoriev
et al. (2010)
ha mostrato che 30 giorni di esposizione a radiazione a microonde a 2450MHz non
modulata innescano un piccolo ma significativo aumento di anticorpi
anti-cerebrali nel sangue dei topi. In altre parole, la radiazione aveva
sensibilizzato il sistema immunitario del corpo a una o più componenti del
proprio cervello e/o del sistema nervoso. Un esempio di malattia autoimmune del
cervello è la malattia di Graves in cui è coinvolta la ghiandola pituitaria
(alla base del cervello).
Inoltre,
un aumento nella permeabilità della barriera intestinale è stata collegata a
diverse altre malattie autoimmuni, incluso il diabete di tipo 1, la malattia di
Crohn, la malattia celiaca, la sclerosi multipla e la sindrome dell’intestino
irritabile (Arrieta et al. 2006).
Le membrane cellulari come generatori di corrente e isolatori elettrici
Le membrane cellulari non solo tengono separate sostanze
che non devono essere mescolate, esse agiscono anche come isolatori elettrici
per le correnti elettriche naturali dalle quali tutte le nostre cellule
dipendono.
Le correnti elettriche naturali sono importanti nel trasferimento di energia e di informazioni
Quasi
ogni cellula vivente è una massa ribollente di correnti elettriche e
amplificatori. Ad esempio, queste correnti sono importanti nella produzione di
energia nei mitocondri (le centrali energetiche della cellula) e nella
segnalazione cellulare (il trasferimento d’informazione all’interno e tra le
cellule). Esse avvengono tramite il flusso di ioni, che è la modalità tipica
con cui l’elettricità è trasportata attraverso l’acqua e attraverso le cellule
viventi.
Queste correnti naturali sono generate dalle membrane cellulari
Le
correnti elettriche naturali sono normalmente generate da pompe ioniche
molecolari nelle membrane cellulari. Queste sono proteine che usano energia
metabolica per trasportare ioni specifici, solitamente uno o due alla volta, da
un lato della membrana a un altro. Ciò genera una tensione attraverso la
membrana (il potenziale di membrana)
e uno squilibrio chimico tra le concentrazioni di ioni nei due lati. Il loro
effetto combinato produce un gradiente
elettrochimico, che fornisce energia per altre funzioni.
I mitocondri usano i gradienti elettrochimici per trasferire energia
I
mitocondri sono piccolissime strutture, circa delle dimensioni di batteri,
all’interno di quasi tutte le nostre cellule. Essi si sono evolute quando un
batterio aerobico, che usava l’ossigeno per metabolizzare il cibo, è stato
inghiottito da un organismo anaerobico, che non poteva metabolizzare il suo, ma
che era più efficiente sotto altri aspetti. Da allora in poi hanno vissuto
insieme in simbiosi, ma sono ancora separati dal fatto che i mitocondri sono
circondati da due membrane; quella interna appartenente al batterio e quella
esterna all’organismo ospitante.
La
membrana interna svolge il suo lavoro elettrico tramite un processo noto come
chemiosmosi. L’interno del mitocondrio contiene enzimi che convertono sostanze
proveniente dal nostro cibo in forme che possono combinarsi con l’ossigeno.
Questa combinazione con l’ossigeno avviene mediante enzimi effettivamente
all’interno della membrana, e l’energia rilasciata è utilizzata per espellere
ioni idrogeno in modo da creare un gradiente elettrochimico tra l’interno
e l’esterno del mitocondrio. Essi sono poi riammessi indietro attraverso un
altro enzima nella membrana chiamato ATP sintasi che usa il gradiente per
produrre ATP, la quale è la principale valuta in termini energetici della
cellula. Il ciclo quindi si ripete per formare un circuito elettrico con ioni
idrogeno che trasportano l’elettricità da dove è prodotta a dove è usata, con
la membrana che funge da
isolatore (Alberts et al. 2002).
isolatore (Alberts et al. 2002).
Cosa succede se la membrana mitocondriale viene danneggiata?
Dei
danni alla membrana mitocondriale interna possono avere due effetti principali.
Se fosse resa permeabile, cortocircuiterebbe il sistema, ridurrebbe la sintesi
di ATP e priverebbe la cellula di energia. Se il danno fosse esteso anche agli
enzimi ossidanti, questi potrebbero rilasciare radicali liberi, che sono
prodotti intermedi nel processo. Questo danneggerebbe sia l’interno del
mitocondrio (compreso il suo DNA) che anche il resto della cellula. La
disfunzione mitocondriale di questo genere si pensa che sia una possibile causa
della sindrome da stanchezza cronica.
Anche altre membrane usano correnti ioniche per trasferire energia
La
maggior parte delle altre membrane cellulari utilizzano correnti ioniche come
sorgenti di energia. Per esempio, gli enzimi nella membrana esterna di ciascuna
cellula (la membrana del plasma)
utilizzano energia da ATP per pompare ioni sodio caricati positivamente fuori
dalla cellula. Questo processo genera il proprio potenziale di membrana, che
tipicamente rende l’interno della cellula circa 70-100mV negativo rispetto
all’esterno. Ciò fornisce energia per il trasporto attivo di altri materiali
attraverso la membrana contro il gradiente di concentrazione. In questo caso,
gli ioni sodio che sono stati espulsi sono riammessi indietro, attraverso
enzimi trasportatori, ma portano con sè nutrienti dall’esterno tramite un
processo chiamato co-trasporto ionico (Alberts et al. 2002). Se questa membrana
perde, essa cortocircuiterà la tensione attraverso sé stessa e ridurrà
l’assorbimento dei nutrienti, nonché un certo numero di altri processi che
utilizzano questa tensione come fonte di energia.
I canali ionici nelle membrane cellulari sono usati per la segnalazione cellulare
I
canali ionici sono pori nella membrana cellulare che possono far entrare grandi
quantità di ioni specifici molto rapidamente, ma solo nella direzione del
minimo nel verso del gradiente elettrochimico. Essi normalmente si aprono e si
chiudono in risposta a uno stimolo specifico; per esempio cambiamenti nella
tensione ai capi della membrana o la presenza di altre sostanze chimiche.
Possono essere pensati come amplificatori per mezzo dei quali un piccolo
stimolo può causare un grande flusso di corrente quasi istantaneamente per dare
un rapido effetto biologico. Un esempio di questo è l’apertura e la chiusura
dei canali del sodio e del potassio che continuamente amplificano gli impulsi
nervosi e consentono loro di viaggiare da un’estremità del corpo all’altra,
rapidamente e senza attenuazione.
I meccanismi della perdita nella membrana cellulare
Abbiamo
saputo sin dal lavoro di Suzanne Bawin e dei suoi collaboratori (Bawin
et al.1975)
che la radiazione elettromagnetica che è troppo debole per causare un
riscaldamento significativo può ciononostante rimuovere gli ioni calcio marcati
radioattivamente dalle membrane cellulari. Successivamente, Carl Blackman
mostrò che questo si verifica solo con deboli radiazioni, e solo in una o più ‘finestre di ampiezza’, sopra e sotto le
quali vi è poco o nessun effetto (Blackman
et al. 1982;
Blackman 1990).
Il raccoglitore di mele: una spiegazione per le finestre di ampiezza
Un
modo semplice per spiegare la rimozione selettiva di ioni bivalenti è
immaginare di provare a raccogliere mele mature scuotendo l’albero. Se non si
agita abbastanza forte, nessuna mela cade, ma se si agita troppo energicamente,
cadono tutte. Tuttavia, se si agita con la giusta forza, cadono e sono ‘raccolte
selettivamente’ solo quelle mature.
Possiamo
applicare la stessa logica agli ioni positivi legati alle membrane cellulari.
Le tensioni alternate provano a tirare via questi ioni e poi indietro verso le
membrane, ad ogni ciclo. Se la tensione è troppo bassa, non succede nulla. Se è
troppo alta, tutti gli ioni volano via, ma tornano quando la tensione si
inverte. Comunque, se essa è del valore giusto, essa tenderà a rimuovere solo
quelli più fortemente carichi, come il calcio bivalente con la sua doppia
carica. Se la frequenza è bassa, almeno alcuni di questi ioni bivalenti si
diffonderanno all’esterno e saranno sostituiti a caso da altri ioni quando il
campo si inverte. Ci sarà quindi una rimozione netta di ioni bivalenti con ogni
ciclo successivo finché ne sono stati rimossi abbastanza per causare una
perdita nella membrana sufficientemente significativa e dare un effetto
biologico, ma solo entro uno stretto intervallo d’intensità di campo che
costituisce la finestra d’ampiezza.
Gli impulsi sono più efficaci delle onde sinusoidali regolari perché la loro
rapida ascesa e discesa catapulta gli ioni lontano dalla membrana e lascia più
tempo per la sostituzione da parte di altri ioni prima che il campo si inverta.
Intervalli di frequenza ed effetti di risonanza
Se
una molecola o una struttura ha una frequenza di risonanza naturale, può
rispondere selettivamente a quella frequenza. Per esempio, se si continua a
dare una leggere spinta a un pendolo al momento giusto alla fine della sua
corsa, l’energia di ogni spinta si accumula e viene conservata nella crescente
violenza del suo movimento. Se si volesse improvvisamente fermarlo, mettendo la
mano in mezzo, l’energia combinata di ogni spinta verrebbe rilasciata tutta in
una volta e potrebbe fare più danni alla mano che l’energia che si è fornita
con ogni singola spinta.
Analogamente,
se un atomo o molecola carica elettricamente ha una o più frequenze di
risonanza naturali e si dà un impulso elettromagnetico a quella frequenza, esso
può immagazzinare l’energia combinata di ogni impulso, come una qualche sorta
di vibrazione. Ciò consentirebbe di realizzare una reazione chimica che non
sarebbe possibile con l’energia di ogni singolo impulso, ma solo alla sua frequenza di risonanza.
Alcune frequenze sono particolarmente efficaci nel produrre effetti biologici.
Un esempio è 16 Hz, che è la frequenza di ciclotrone ionico degli ioni potassio
nel campo magnetico terrestre.
La
risonanza ciclotronica ionica avviene quando gli ioni si muovono in un campo
magnetico costante come quello del pianeta Terra. Sono deviati lateralmente dal
campo magnetico e vanno in un orbita attorno alle sue linee di forza a una
frequenza che dipende dal rapporto tra la carica e la massa dello ione e
dall’intensità del campo costante (vedere Liboff et al. 1990). Se sono simultaneamente
esposti a un campo alternato a questa frequenza, essi assorbono la sua energia
e aumentano il diametro delle loro orbite, che aumenta la loro energia cinetica
e di attività chimica. La risonanza del potassio è particolarmente importante
perché il potassio è lo ione positivo più abbondante positivo nel citosol delle
cellule viventi, nel quale supera il calcio in numero nel rapporto diecimila a
uno. E’ di conseguenza lo ione più probabile per il rimpiazzo di ogni ione calcio
che è stato perso a causa dell’esposizione elettromagnetica. Un aumento
nell’attività chimica del potassio farà quindi aumentare la sua capacità di
rimpiazzare il calcio e quindi aumentare la perdita di calcio dalla membrana e
ridurre ulteriormente la sua stabilità.
La perdita di calcio e le membrane permeabili sono alla base di molti effetti biologici
Abbiamo
visto come la perdita di calcio dalle membrane viene potenziata alla frequenza
di risonanza del potassio di 16 Hz. Inoltre, ogni conseguenza metabolica di
questa perdita di calcio può analogamente venire potenziata. Tutte le risposte
bioelettromagnetiche che raggiungono un picco o un minimo a 16 Hz sono una
evidenza che esse derivano dalla riduzione degli ioni bivalenti nelle membrane.
In realtà, molte risposte biologiche appaiono avere un picco a 16 Hz. Queste
includono stimoli della crescita del lievito (Mehedintu
e Berg 1997) e delle piante superiori (Smith
et al. 1993),
cambiamenti nella velocità di locomozione nelle diatomee (McLeod
et al. 1987),
e soprattutto i gravi sintomi neurofisiologici riportati da persone
elettrosensibili esposte alla radiazione di telefoni TETRA (che è pulsata a
17.6 Hz). Tutto questo supporta la nozione che un alto numero di risposte
biologiche alla debole radiazione elettromagnetica derivi dalla perdita di
calcio (e possibilmente di altri ioni bivalenti) dalle membrane cellulari.
Come la rimozione di calcio rende le membrane cellulari permeabili
Gli
ioni positivi rafforzano le membrane cellulari perché aiutano a tenere assieme
le molecole fosfolipidiche caricate negativamente che formano una gran parte
della loro struttura. Gli ioni calcio sono particolarmente efficaci in questo,
perché la loro doppia carica positiva permette loro di legarsi più fortemente
ai fosfolipidi negativi circostanti per mezzo di mutua attrazione e tenerli
insieme come la malta tiene insieme i mattoni in un muro. Comunque, gli ioni
monovalenti sono meno capaci di fare questo (Steck
et al. 1970,
Lew
et al. 1998,
Ha
2001). Pertanto, quando la radiazione elettromagnetica
rimpiazza il calcio con ioni monovalenti, indebolisce la membrana e la rende
più soggetta allo strappo e a formare pori temporanei , specialmente sotto lo
le sollecitazioni e gli sforzi imposti dal contenuto delle cellule in
movimento. In condizioni normali, dei piccoli pori nelle membrane
fosfolipidiche sono auto-riparanti (Melikov
et al. 2001)
ma, mentre rimangono aperti, la membrana avrà una maggiore tendenza a perdere.
Questo può avere serie conseguenze metaboliche poiché sostanze indesiderate si
diffonderanno all’interno e all’esterno delle cellule senza ostacoli, e
materiali in diverse parti della cellula che dovrebbero essere tenuti separati
verranno mescolati.
Demodulazione
Sia
le frequenze estremamente basse (ELF – Extremely Low Frequencies) che le radio
onde che sono state modulate in ampiezza a frequenze estremamente basse
producono effetti biologici, mentre le radio onde non modulate sono
relativamente (ma non completamente) innocue. Questo implica che le cellule
viventi possono demodulare un segnale modulato per estrarre la ELF biologicamente attiva.
Inoltre, per rispondere a segnali dei telefoni cellulari e del Wi-Fi, esse
devono essere capaci di farlo a frequenze a microonde, ma come lo fanno?
La
spiegazione più verosimile sta nelle proprietà elettriche asimmetriche dei
canali ionici nelle membrane cellulari imposti dal potenziale di membrana tra l’interno e l’esterno della
cellula. Tali canali si comportano come diodi Schottky, punti di contatto
polarizzati elettricamente nei quali l’elettricità passa più facilmente in una
direzione che nell’altra. Questo è tutto ciò che serve per rettificare e
demodulare il segnale. Un esempio non-biologico di questo effetto è una radio
che è stata realizzata da un singolo nanotubo di carbonio (vedere http://www.lbl.gov/Science-Articles/Archive/MSD-nanoradio.html).
L’asimmetria indotta dall’applicare una tensione continua tra i suoi capi gli
ha permesso di demodulare e perfino di amplificare i segnali radio, inclusi
quelli a frequenze a microonde.
Il
nanotubo ha un diametro simile a un tipico canale ionico in una membrana
cellulare, così sembra probabile che i canali ionici nelle membrane cellulari
possano svolgere una funzione simile, alimentati dal potenziale della membrana
cellulare. La componente in bassa frequenza dovrebbe apparire attraverso la
membrana, dove può fare i danni maggiori. A causa del fatto che le barriere a giunzione stretta hanno un
potenziale trans-barriera simile (circa 70 mV per la barriera cutanea con
l’interno del corpo positivo), i canali ionici dell’intera barriera potrebbero
agire di concerto per demodulare il segnale; le dannose componenti a bassa
frequenza del segnale demodulato potrebbero quindi essere applicate alle
membrane a giunzione stretta e influenzare l’intero corpo.
Meccanismi di difesa naturale
Il
corpo è in grado di rilevare la radiazione elettromagnetica e di conseguenza
minimizzare il danno risultante. Queste capacità probabilmente si sono evolute
nel corso di innumerevoli milioni di anni per mitigare gli effetti della
radiazione ionizzante proveniente dai raggi cosmici e delle frequenze radio non
ionizzanti provenienti dai fulmini durante i temporali. Alcuni di esse sono
come segue:
Espulsione del calcio
La
concentrazione del calcio libero nel citosol delle cellule viventi è
normalmente mantenuto estremamente basso da pompe ioniche pilotate
metabolicamente nella membrana cellulare. In circostanze normali, l’ingresso di
ioni calcio liberi è attentamente regolato e piccoli cambiamenti nella loro
concentrazione svolgono un ruolo fondamentale nel controllare molti aspetti del
metabolismo. Questi processi possono essere interrotti se la permeabilità
indotta elettromagneticamente della membrana cellulare consente l’ingresso di
quantità extra e non pianificate di calcio nella cellula, o dall’esterno o da
depositi di calcio all’interno. Per compensare tale evento, il meccanismo che
normalmente pompa il calcio in eccedenza può andare in “overdrive”. Tuttavia,
la sua capacità di fare questo è limitata poiché, se il pompaggio fosse troppo
efficace, nasconderebbe le piccole variazioni nella concentrazione di calcio
che normalmente controllano il metabolismo.
Chiusura degli interstizi a giunzione
Se
l’estrusione del calcio fallisce e si verifica un grande aumento del calcio
interno, viene innescato l’isolamento della cellula interessata per mezzo della
chiusura delle sue giunzioni (minuscoli filamenti di citoplasma che normalmente
connettono le cellule adiacenti) (Alberts et al. 2002). Questo limita anche il
flusso di correnti elettriche attraverso il tessuto e quindi riduce gli effetti
della radiazione.
Decarbossilasi (Ornithine decarboxylase - ODC)
L’attivazione
dell’enzima ornitina decarboxylase
è innescata dall’infiltrazione di calcio nella cellula attraverso le ,membrane
danneggiate e dall’ossido nitrico prodotto dai mitocondri danneggiati. Questo
enzima porta alla produzione di composti chimici chiamati poliammine che aiutano a proteggere il
DNA e gli altri acidi nucleici necessari per la sintesi proteica. Una di queste
poliammine è la spermina, che normalmente protegge il DNA dello sperma ed è
anche responsabile per il caratteristico odore dello sperma.
Proteine da shock termico
Queste
proteine sono state inizialmente scoperte dopo aver esposto delle cellule al
calore, ma sono anche prodotte in risposta a un’ampia varietà di altri stress,
inclusi i deboli campi elettromagnetici. Sono normalmente prodotte entro pochi
minuti dall’insorgenza dello stress e si combinano con gli enzimi della cellula
per proteggerli dal danno e disattivare il metabolismo non essenziale
(l’equivalente di porre un computer in “safe-mode”).
Quando
la produzione di proteine da shock è innescata elettromagneticamente, necessita
di un’energia 100 milioni di milioni minore di quando è innescata per calore,
quindi l’effetto è veramente non termico (Blank
& Goodman 2000). La loro produzione in risposta ai
campi elettromagnetici è attivata da speciali sequenze di base (il motivo
nCTCTn) nel DNA dei loro geni. Quando avviene l’esposizione ai campi
elettromagnetici, viene iniziata la trascrizione dei geni per formare RNA, che
è la prima fase della sintesi (Lin et al. 2001). La
funzione di queste proteine da shock termico è di combinarsi con gli enzimi
vitali, mettendoli in una sorta di bozzolo che li protegge dal danno. Tuttavia,
questo impedisce a tali enzimi di funzionare normalmente e assorbe anche
l’energia e le risorse della cellula, quindi non è una soluzione ideale.
Le nostre difese ci proteggono dalle radiazioni dei temporali ma non da quelle delle antenne telefoniche, telefoni cordless e Wi-Fi
Come
possiamo vedere, i nostri meccanismi di difesa naturali cercano di limitare i
danni indotti elettromagneticamente, ma non possono essere implementati senza
spreco di energia e interruzione delle normali funzioni della cellula. Essi si
sono originariamente evoluti per proteggerci da deboli radiazioni naturali
occasionali, come quelle provenienti dai temporali. Tuttavia, l’esposizione
prolungata o ripetuta come quella da antenne di telefonia cellulare, Wi-Fi e la
maggior parte di stazioni base DECT è dannosa perché tali dispositivi/impianti
normalmente funzionano in continuo e disturbano il metabolismo per lunghi
periodi, e questo è costoso in termini di risorse fisiche.
Queste
risorse devono venire da qualche parte. Alcune possono essere tratte dalla nostra
energia fisica, facendoci sentire stanchi, alcune possono venire dal nostro
sistema immunitario, rendendoci meno resistenti alle malattie e al cancro. Non
vi è nessuna riserva nascosta. Per così dire, i nostri corpi si destreggiano
continuamente con le risorse per utilizzarle al meglio. Per esempio, durante il
giorno, esse sono indirizzate verso l’attività fisica ma durante la notte, esse
sono dirottate alla riparazione dei danni accumulati e al sistema immunitario.
L’irradiazione giorno e notte da parte delle antenne di telefonia cellulare
(che operano in continuo) interesserà entrambi i periodi, con poca o nessuna
possibilità di recuperare. Nel lungo termine, questo è probabile che causi
stanchezza cronica, una grave disfunzione del sistema immunitario (che porta a
un aumento del rischio di malattia e di cancro) e molti dei sintomi neurologici
spesso riportati da persone che vivono vicino alle stazioni per telefonia
mobile (vedere Abdel-Rassoul
et al. 2007).
Come possiamo rendere il nostro ambiente elettromagnetico sicuro?
In
primo luogo, può non essere necessario rinunciare ai nostri elettrodomestici o
ai telefoni cellulari. E’ possibile rendere la maggior parte di essi molto più
sicuri. Tutto ciò che serve con i cablaggi domestici è igiene elettromagnetica
a basso contenuto tecnologico. Per quanto riguarda i telefoni cellulari, gli
operatori sanno da oltre un decennio come modificare il segnale irradiato per
renderlo sicuro; solo che essi hanno deciso di non farlo. Mi occuperò di questi
punti uno alla volta.
Cablaggio domestico
E’
semplice schermare il campo elettrico proveniente dai cavi elettrici
racchiudendoli in condotti di metallo connessi a terra o utilizzando cavi
schermati con uno schermo collegato a terra. Non possiamo schermare il campo
magnetico in questo modo, ma con un’attenta progettazione dei circuiti,
possiamo fare in modo che i campi magnetici dei cavi di fase e neutro si
cancellino tra di loro. Per fare questo, tutto ciò che serve è di assicurarsi
che i cavi di fase e neutro verso ogni dispositivo utilizzatore siano quanto
più vicini possibile (preferibilmente intrecciati insieme) e che ogni
dispositivo abbia la propria connessione al pannello di distribuzione
principale. La pratica britannica meno costosa di realizzare distribuzioni ad
anello (nella quale diverse prese a muro sono collegate ad anello, che inizia e
termina nel pannello di distribuzione) dovrebbe essere dichiarata illegale.
Questo perché le differenze nella resistenza dei conduttori implicano che
l’elettricità che raggiunge una qualsiasi presa può non ritornare da dove è
venuta sicché i loro campi magnetici non si cancellano e ci sarà un alto valore
di campo non necessario tutto intorno all’intero anello.
Un’altra
fonte di problemi è l’utilizzo di apparecchi a doppio isolamento non collegati
a terra. Sebbene ci sia un basso rischio di scossa elettrica, essi emettono forti
campi magnetici e campi elettrici a circa la metà della tensione di
alimentazione, che alcune persone non riescono a tollerare.
Telefoni cellulari
Mentre
siamo in grado di bloccare o cancellare i campi elettromagnetici associati con
i cablaggi domestici, non possiamo farlo con i telefoni cellulari o con i
telefoni cordless, che dipendono dalla trasmissione di radiazioni a radio
frequenza per funzionare. Tuttavia, possiamo rendere questa radiazione molto
meno bio-attiva. Ci sono almeno due modi per farlo. La prima è stata ideata,
testata e brevettata da Theodore Litovitz mentre lavorava alla Catholic
University of America negli anni 1990. Tutto quello che dovete fare è
aggiungere un rumore elettromagnetico a bassa frequenza al segnale.
La teoria dietro il metodo di Litovitz
La
sua idea è stata quella di aggiungere un campo magnetico casuale ELF (rumore)
ai campi ripetuti con regolarità da parte delle linee elettriche o dai telefoni
cellulari. Funziona sul principio che la maggior parte di effetti biologici dei
campi elettromagnetici sono dovuti alla perdita relativamente lenta ma
progressiva di calcio dalle membrane cellulari, che le rende infine permeabili.
Tuttavia, l’effetto su qualunque cellula avviene solo all’interno di certe
finestre di ampiezza, come ho descritto in precedenza. Potremmo non essere in
grado di impedire questa permeabilizzazione riducendo solo la potenza del
campo. Tutto quello che questa riduzione potrebbe fare sarebbe di porre altre
cellule (forse più vicine alla sorgente) nelle loro finestre di ampiezza e non
ci potrebbe essere nessun vantaggio.
Tuttavia,
se si aggiunge un secondo campo magnetico con un’ampiezza variabile in modo
casuale, le cellule sono costantemente portate dentro e fuori le loro finestre
d’ampiezza e non si trovano abbastanza a lungo nelle loro finestre per perdere
una quantità significativa di calcio prima di uscire dalle loro finestre. Il
calcio perduto quindi torna indietro e non c’è effetto biologico. Questa teoria
è stata testata in diversi sistemi biologici ed è stato trovato che funziona.
Molto
del lavoro di Litovitz ha utilizzato la produzione dell’enzima ornithine
decarboxylase (ODC) da parte dei tessuti in coltura come indicatore del danno
da radiazione alle cellule viventi. L’attività di questo enzima aumenta diverse
volte quando si è esposti a campi elettromagnetici (Byus
et al. 1987).
L’ODC fa parte di un meccanismo di difesa contro le radiazioni e un aumento
nella sua produzione è considerato una indicazione del danno che si sta
verificando. Viceversa, se il segnale casuale impedisce la sua produzione,
questo è un’indicazione che il danno non si sta verificando.
Il
lavoro nel laboratorio di Litovitz ha principalmente riguardato la mitigazione
degli effetti delle frequenze di rete elettrica a 60 Hz; egli ha ha trovato che
l’aggiunta di un campo magnetico casuale (rumore) di circa la stessa intensità
rovesciava completamente i loro effetti sulla produzione di ODC in colture di
tessuto di topi (Litovitz
et al. 1994b)
e anche le deformità indotte dai campi a 60Hz negli embrioni di pulcino (Litovitz
et al. 1994a).
Essi
poi continuarono a studiare gli effetti della modulazione di frequenza della
radiazione a microonde a 845 MHz sulla produzione di ODC nelle colture di
tessuto di topo. Scoprirono che frequenze costanti tra 6 e 600 Hz erano
dannose, come misurato dalla produzione di ODC. Un segnale di un parlato
modulato in ampiezza (che è più casuale) non stimolava la produzione di ODC, né
lo facevano le microonde modulate in frequenza e i segnali di un telefono
analogico modulati in frequenza. Le microonde continue avevano solo un leggero
effetto.
La maggior parte di impulsi alla frequenza delle microonde sono nocive
Penafiel
et al. (1997), lavorando nel laboratorio di
Litovitz ha concluso che vi sono gravi problemi di salute quando le microonde
sono modulate per dare impulsi di un’altezza (ampiezza) standard generati a
frequenze tra 6 e 600 Hz. Questo corrisponde alle osservazioni di Blackman
et al. (1988)
che il rilascio calcio da parte del tessuto cerebrale non si è verificato sopra
510 Hz.
Sembrerebbe
che l’industria delle telecomunicazioni mobili non abbia fatto il proprio
dovere prima di selezionare le frequenze degli impulsi per le loro
comunicazioni digitali, dal momento che quasi tutte rientrano entro questo
intervallo biologicamente attivo; per esempio i telefoni cellulari 2G GSM (217
Hz), TETRA (17,6 Hz), i telefoni DECT (100 Hz), il Wi-Fi (10 Hz), e i segnali
3G UMTS con duplex a divisione di tempo (100 Hz e 200 Hz) che sono tutti
potenzialmente nocivi. Ci potrebbero essere altri effetti nocivi delle
radiazioni che non innescano la produzione di ODC o il rilascio di calcio ma,
per lo meno, queste frequenze degli impulsi non avrebbero dovuto essere usate
se l’industria della telefonia cellulare avesse agito con debita cura.
Comunque,
Litovitz
(1997) trovò che anche questi segnali potrebbero essere
resi sicuri sovrapponendo un campo magnetico a bassa frequenza sul segnale.
Essi hanno scoperto che tale campo previene la produzione di ornithine
decarboxylase (ODC), dalle colture del tessuto di topo in risposta ai segnali
di telefonia cellulare digitale. Per esempio, un campo casuale tra 30 e 100 Hz
con un’intensità RMS di 5 microtesla inibisce completamente la produzione di
ODC indotta dal segnale di un telefono cellulare con un SAR di circa 2.5 W/Kg.
Una bobina all’interno del terminale potrebbe facilmente fornire un campo
magnetico casuale di questa intensità e probabilmente proteggere l’utente dagli
effetti nocivi della sua radiazione.
Anche
Lai
(2004) ha mostrato che un campo di rumore casuale da 6
microTesla rovescia completamente l’effetto deleterio di un’onda continua a
2450 MHz con SAR pari a 1.2 W/Kg sulla memoria del topo. Il rumore casuale non
ha avuto nessun effetto in sé in nessuno degli esperimenti menzionati sopra e,
sulla base di questi criteri, è completamente innocuo.
Tecnologia a segnale bilanciato
Mentre
il metodo di Litovitz potrebbe proteggere l’utente dalle radiazioni, perché i
campi magnetici si attenuano rapidamente quando ci si allontana dalla sorgente,
esso può non proteggere le altre persone nelle vicinanze, che sono fuori dalla
portata del campo casuale di protezione. Per lo stesso motivo, campi magnetici
a bassa frequenza casuali emessi da una stazione radio base non sarebbero in
grado di proteggere la maggior parte degli utenti. Per ottenere questo,
potrebbe essere necessario qualcosa come un sistema che io stesso ho ideato, a
cui ho dato il nome “Tecnologia a Segnale Bilanciato”. Non pretendo nessun
diritto di brevetto e chiunque voglia testarlo e utilizzarlo può farlo
liberamente.
Il
principio è molto semplice e prevede la trasmissione di due segnali
complementari su diverse frequenze portanti; cioè quando su uno si ha un
impulso, sull’altro si ha un vuoto. La stazione radio base non avrebbe problemi
a gestirli poiché sarebbero considerate come due chiamate telefoniche separate.
Tuttavia, per le cellule viventi sarebbe improbabile riuscire a distinguere tre
le due frequenze portanti e gli impulsi su entrambi si annullerebbero e il
segnale totale sarebbe simile a un’onda continua relativamente innocua. Sarebbe
necessaria pochissima larghezza di banda aggiuntiva in quanto è usato solo uno
dei due segnali, con l’altro che in effetti è scartato e tali segnali extra
potrebbero viaggiare tutti sulla stessa frequenza. In teoria, questa tecnologia
potrebbe essere applicata sia ai terminali che alla stazione radio base, ma
questo non è stato ancora testato.
Le
società di telefonia cellulare dovrebbero conoscere entrambi i metodi per
rendere i telefoni cellulari più sicuri ma non c’è nessuna evidenza che esse
siano interessate, forse perché per la loro attuazione servirebbero dei soldi
senza alcun profitto per loro stesse. Sembra molto come se preferissero che
molte persone diventino malate e forse muoiano, piuttosto che ammettere che le
loro norme di sicurezza sono basate su false assunzioni e che le loro attuali
tecnologie non sono ancora sicure.
Cosa possiamo fare per conto nostro?
Pochissime
persone vorrebbero abbandonare i loro telefoni cellulari, ma se ne avete uno,
per la vostra stessa sicurezza personale, mantenete le chiamate con tale
dispositivo brevi e infrequenti cosicché il vostro corpo abbia la possibilità
di recuperare nel frattempo. Utilizzate i messaggi (che impiegano secondi a
essere trasmessi) invece delle chiamate vocali ed evitate inutili trasferimenti
dati via Internet. La scelta è vostra, ma dedicate un pensiero per le persone
che vivono vicino le stazioni radio base. Alcune possono essere gravemente
colpite dalla loro radiazione continua ma non hanno scelta. Le vostre chiamate
al cellulare contribuiranno ai loro problemi, sicché la vostra moderazione può
aiutare anche loro.
Inoltre,
non dimenticate le vostre sorgenti personali di radiazione continua come router
Wi-Fi e stazioni base dei telefoni cordless, che possono essere ancora più
nocivi in quanto sono più vicini. Evitate del tutto di usare Wi-Fi. Le
connessioni Ethernet via cavo sono non solo più sicure, ma più veloci, più
affidabili e offrono una maggiore sicurezza. Vari dispositivi collegabili alla
rete elettrica che connettono una presa Ethernet del vostro computer al router
tramite la rete elettrica domestica sono una seconda scelta. Non sono perfetti
in quanto vi è un po’ di radiazione emessa dai fili; in particolare quelli che
offrono una maggiore velocità.
Schermatura e le sue limitazioni
Molte
persone elettricamente intolleranti vorranno schermarsi dai campi, ma è
necessario capire alcuni concetti per ottenere i risultati migliori.
Il campo vicino
Un
campo elettromagnetico alternato consiste di un campo elettrico e di un campo
magnetico. Il campo elettrico è prodotto da un gradiente di tensione ed è
misurato in Volt su metro. Il campo magnetico è generato da un flusso di
corrente ed è misurato in Tesla. Quando si è vicini alla sorgente (tipicamente
entro una lunghezza d’onda) si è nel campo
vicino, nel quale i campi elettrici e magnetici sono
prevalentemente separati.
Alle
frequenze di rete elettrica, le lunghezze d’onda arrivano a migliaia di
kilometri, sicché per le linee di distribuzione elettrica si è forzati a
trovarsi nel campo vicino. Per esempio, stare in piedi sotto una linea
elettrica alternata vi esporrebbe a un gradiente di tensione causato dalla
differenza tra la tensione della linea (prescelta dalla compagnia elettrica) e la Terra. Sareste
anche esposti a un campo magnetico proporzionale alla corrente circolante sulla
linea, che dipende dalla domanda di consumo. Sia il campo elettrico che quello
magnetico possono indurre correnti elettriche nel vostro corpo e sono
potenzialmente dannose, ma il campo magnetico è peggiore perché penetra più
facilmente nei tessuti viventi, attraversa la maggior parte di muri e di lamine
di alluminio come se non ci fossero, ed è molto difficile da schermare.
Il campo lontano
Comunque,
quando ci si allontana dalla sorgente, i due campi si scambiano energia
vicendevolmente e si combinano per produrre fotoni di radio onde. Questo
fenomeno è tipicamente completato entro poche lunghezze d’onda , dopo le quali
si è nel cosiddetto campo lontano
dove tutta l’energia prende la forma di onde radio. L’esposizione a queste onde
è normalmente misurata in unità di potenza (per esempio microwatt su metro
quadro) o il suo gradiente di tensione associato (per esempio Volt su metro).
L’importanza
di questo per quanto ci riguarda è che le radio onde sono come onde luminose ed
è relativamente facile assorbirle o rifletterle. Questo può essere fatto,
utilizzando lamine metalliche collegate a terra o altri materiali
elettricamente conduttivi come vernici a base di carbonio e tessuti
metallizzati. Ai fini pratici, questo significa che è possibile schermarsi nei
confronti delle radiazioni di un’antenna telefonica, router WiFi, o stazione
base di telefono DECT se questi sono lontani varie lunghezze d’onda (parecchie
decine di centimetri), ma non da un telefono cellulare mantenuto contro la
vostra testa, dove voi siete nel campo vicino e la componente magnetica
penetrerà profondamente nel vostro cervello.
Per
dare un’idea del rischio, i campi magnetici inferiori a un microTesla (un
milionesimo di Tesla) possono produrre effetti biologici, e utilizzare un
telefono cellulare 2G (GSM) o un PDA vi espone a impulsi con picchi di varie
decine di microTesla (Jokela
et al. 2004;
Sage
et al. 2007).
Questi campi provengono principalmente dai circuiti della batteria e sono ben
oltre il minimo necessario per dare effetti nocivi. Quando essi sono aggiunti
agli effetti dannosi dei campi a microonde, si capisce perché questi
dispositivi sono potenzialmente le fonti più pericolose di campi
elettromagnetici e di radiazione che la persona media possiede.
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