venerdì 24 luglio 2015

Gender: ideologia e totalitarismo – Parola di Hannah Arendt

L’ideologia gender può entrare di diritto nei programmi curricolari delle scuole italiane, grazie a Renzi & Co.
Chi nega questo, nega alla radice l’esistenza dell’ideologia gender, che sarebbe un’invenzione dei “catto-fascisti omofobi”: a costoro abbiamo risposto in altra sede.

Qui andiamo a ribadire, non solo che l’ideologia gender esiste, ma che è il totalitarismo del XXI secolo. Lo ha detto anche il Papa. Sarebbe d’accordo con noi anche Hanna Arendt, una delle studiose più autorevoli in tema di totalitarismi.

Non serviva vivere in URSS, nel XX secolo, per sperimentare la prepotenza e la violenza di quella che alcuni hanno definito “l’inquisizione rossa”. bastava frequentare un qualsiasi liceo statale per vedere messo alla gogna chiunque non abbracciasse l’ideologia marxista: ai professori e ai presidi venivano bruciate le macchine, gli studenti venivano fatti oggetto di violenza cruda e non solo verbale.

Non c’era alternativa: o ci si schierava dalla parte dei “buoni” compagni, o si era automaticamente etichettati e ghettizzati (come minimo) come biechi fascisti (e ricordiamo che “uccidere un fascista non è reato”, così insegnavano alcuni docenti di lettere alla scuola media…).

Oggi si respira lo stesso clima a proposito dell’omosessualismo e del gender. Basta ormai dire che il gender confonde le menti dei ragazzini per essere tacciati di omofobia.
Tempi ci fa notare come il “genderismo” abbia tutti i requisiti che deve avere ogni totalitarismo, secondo una studiosa che davvero se ne intendeva come Hannah Arendt:
-l’ideologia,
-la massa da indottrinare,
-la polizia politica per tacitare chiunque dovesse resistere all’indottrinamento.
“L’ideologia gender integra perfettamente tutti e tre gli elementi previsti dalla Arendt:
-è una ideologia in quanto alla unitaria e naturale (vera, reale e concreta, NDR) sessuazione umana secondo il dimorfismo maschile/femminile sostituisce la scomposizione della frastagliata galassia dei generi di matrice costruzionista, cioè forgiata dall’insieme di volontà individuale e sociale (irreale, NDR);
-sfrutta intere masse da indottrinare, specialmente tramite manifestazioni di piazza, social networks, pubblicità, campagne stampa e televisive monotematiche;
-utilizza sistemi da “polizia politica”, poiché immediatamente accusa e condanna di omofobia ed intolleranzachiunque non si pieghi ai dettami del genderismo, come accaduto per esempio nel caso Barilla”.

Come ogni totalitarismo esige «Una dedizione e fedeltà incondizionata e illimitata […]. La fedeltà totale è possibile soltanto quando è svuotata di ogni contenuto concreto, da cui potrebbero naturalmente derivare mutamenti d’opinione» (H Arendt). Perciò si sanziona anche chi solo osa rilevare la banale verità, cioè che si è maschi o femmina e che per fare i figli e per il loro bene servono mamma e papà.

Prosegue Vitale, su Tempi, : “Reclamando la libertà di definire la propria identità, si contempla all’un tempo la negazione della altrui libertà di coscienza e di espressione come dimostra, tra i tanti casi citabili, il caso di don Emiliano De Mitri il cui profilo Facebook è stato censurato per aver egli dichiarato che non avrebbe rilasciato nulla osta per padrini e madrine di battesimo e cresima a coloro che, all’indomani della sentenza della Corte Suprema statunitense sulla “liberalizzazione” del same-sex marriage, avrebbero arcobalenizzato l’immagine del proprio profilo Facebook in sostegno della suddetta sentenza.

Il grottesco viene in essere allorquando si legge proprio la suddetta sentenza in cui la Corte Suprema che da un lato legalizza il matrimonio tra persone del medesimo sesso, dall’altro lato così sancisce: «Si deve mettere in evidenza che le religioni e coloro che aderiscono a dottrine religiose possono continuare a sostenere con la massima e sincera convinzione che in base ai precetti divini l’unione dello stesso sesso non può essere tollerata. Il primo emendamento garantisce che alle persone e alle organizzazioni religiose è data adeguata protezione per l’insegnamento dei principi così centrali nelle proprie vite e fedi e alle loro profonde aspirazioni a dar seguito alla struttura familiare che essi hanno a lungo osservato»”.

Dovrebbe spiegarlo, la buona Corte Suprema a Aaron e Melissa Klein, Jack Phillips, Daniel McArthur e la moglie Amy, Cynthia e Robert Gifford, Hezelmary e Peter Bull, Barronelle Stutzman, Paul Barnes , Crystal e Kevin O’Connor, e a tanti altri: cioè a tutte quelle persone che stanno soffrendo le conseguenze repressive derivanti dalla legislazione omosessualista e genderista americana grazie alla quale chi non partecipa e non collabora con l’organizzazione e la celebrazione dei matrimoni gay subisce multe salatissime e boicottaggio violento, tanto da dover chiudere la propria attività commerciale.

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