lunedì 18 maggio 2015

TABLET E PC UCCIDONO IL SONNO

TABLET E PC UCCIDONO IL SONNO: lo dimostra uno studio scientifico

Sotto accusa sono, dunque, le luci artificiali blu prodotte dagli schermi di pc, tablet e smartphone, che inibiscono i neuroni del cervello che facilitano il sonno e influenzano il rilascio naturale della melatonina, allertando invece quelli dell’attenzione

di Charles A. Czeisler
Ci sono molte ragioni per cui le persone non riescono a dormire sufficientemente in questa società 24/7, tra cui andare a lavorare o a scuola molto presto, dover viaggiare a lungo per spostarsi, cibi e bevande ricchi di caffeina…Ma il fattore più preoccupante è una scoperta tecnologica spesso sottovalutata: la luce elettrica. Senza di essa, poche persone utilizzerebbero la caffeina per stare sveglie di notte. E la luce influenza i nostri ritmi circadiani più intensamente di ogni altra droga.

L’orecchio ha due funzioni (permettere udito e l’equilibrio) ed altrettante ne ha l’occhio. Prima di tutto, i bastoncelli ed i coni permettono la vista; oltre a questo, le cellule retiniche gangliari intrinsecamente fotosensibili (ipRGCs) che contengono il fotopigmentomelanopsina, attivano i riflessi pupillari alla luce, la regolazione dell’orologio circadiano in relazione ad una fonte luminosa ed altri impulsi visivi in condizioni di oscurità. La luce artificiale che colpisce la retina tra il tramonto e l’alba comporta altri effetti psicologici durante la notte. Inibisce i neuroni del sonno e ne stimola altri a produrre nell’ipotalamo le orexine, le proteine che ci tengono svegli, bloccando inoltre il rilascio notturno di melatonina, ormone dall’effetto soporifero. Questi fattori riducono la sonnolenza ed aumentano invece l’agitazione, interferendo così con il nostro normale sonno.
Paradossalmente, il punto massimo di energia che ci tiene svegli rilasciata dall’importante orologio circadiano della mente nei nuclei soprachiasmatici (SCN) dell’ipotalamo, avviene non all’inizio della giornata ma verso la fine di una nostra giornata tipo, fornendoci una seconda “ ventata di energia” che ci permette di andare avanti man mano che il giorno volge al termine.

Prima del diffuso uso della luce elettrica, le persone probabilmente percepivano a metà pomeriggio quella “seconda ventata di energia” che forniva loro energia fino a fine giornata. Ma l’esposizione alla luce dopo il tramonto indica all’SCN che si è in realtà in pieno giorno solare, spostando così in avanti sia l’orologio biologico che la “seconda ventata di energia”, ritardando di conseguenza l’inizio del rilascio di melatonina. Come risultato di ciò, molte persone controllano le loro e-mail, studiano o guardano la TV, senza percepire minimante il fatto che in realtà sia notte.
Di fatto la tecnologia ci ha fatto perdere consapevolezza del giorno naturale fatto di 24 ore a cui i nostri corpi erano abituati, spingendoci ad andare a letto sempre più tardi. Inoltre usiamo caffeina durante la mattina per svegliarci prima di quanto non avessimo mai fatto, cosa che ha un effetto negativo sul sonno.

Più la nostra giornata è piena di luce, meno dormiamo. Da quando il costo di produzione di luce è si è dimezzato nel secolo scorso, il suo consumo si è incrementato. Tra il 1950 e il 2000, ad esempio, dato che che il costo della luce si è ridotto ad
, il consumo pro-capite di luce  è aumentato di ben quattro volte. Questo aumento del consumo di luce ha parallelamente incrementato la carenza di sonno.

Oggi, il 30% di tutti gli impiegati negli Stati uniti ed il 44% di coloro che lavorano di notte dicono di riposare in media meno di 6 ore a notte, mentre 50 anni fa meno del 3% della popolazione adulta degli Stati Uniti dormiva così poco. Nel resto del mondo, i bambini dormono all’incirca 1.2 ore in meno durante le notti della settimana scolastica rispetto a mezzo secolo fa. La maggior parte va a dormire ad orari differenti durante la settimana rispetto ai fine settimana o ai giorni di vacanza, comportando così “ una discronia sociale” che influenza negativamente il ritmo circadiano.
L’Istituto statunitense di medicina stima che tra 50 e 70 milioni di persone negli Stati Uniti soffrono di cattiva salute e di conseguenze sul benessere dovute ai disordini del sonno ed ad una mancanza di riposo: rischio di obesità, diabete, problemi cardiaci, depressione ed ictus. La diffusione dell’obesità ha incentivato un epidemia di casi di apnea ostruttiva, che altera il sonno.

I bambini diventano iperattivi invece di sonnolenti quando non dormono abbastanza, soffrono di disturbi dell’attenzione, facendo spesso si che la carenza di sonno possa essere scambiata per disturbo da deficit di attenzione/iperattività (A.D.H.D.), un condizione sempre più comune diagnosticata nel 19% dei ragazzi adolescenti americani. Il 40% delle persone negli Stati Uniti lamentano che il loro sonno sia spesso insufficiente; il 25% di questi riporta anche difficoltà di concentrazione a causa della stanchezza. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha persino aggiunto i turni lavorativi notturni alla lista dei fattori cancerogeni conosciuti e probabili. In effetti, il numero di morti a seguito di incidenti alla guida dovuti a stanchezza è secondo solo a quello di casi dovuti a guida in stato di ebbrezza. Il numero delle persone che soffrono di carenza di sonno è destinato a crescere. Con il 19% dell’uso mondiale di elettricità destinato alla produzione di luce, molti governi stanno cercando di ridurre la lampadine ad incandescenza. I diodi ad emissione luminosa meglio noti come luci LED sono oggi ampiamente usati per gli schermi delle TV dei computer, laptop,tablets e per tutti gli apparecchi di simile uso e funzione (cellulari ed altri), e comporteranno un futuro aumento pro capite del consumo di luce.
Le luci bianche LED sono caratterizzate da una notevole presenza della componenti cromatiche blu, cosa che fa la differenza. Le cellule gangliari della retina infatti sono molto sensibili alla luce ad onda corta (blu e blu-verde): di conseguenza l’esposizione notturna alla luce LED è di fatto più deleteria per il ritmo circadiano, la secrezione di melatonina e il sonno di quanto non lo siano le lampadine  ad incandescenza.

Ma le luci LED potrebbero anche apportare alcune soluzioni. Una lampada aluce bianca LED  può comprendere anche luci LED colorate, così che diventa facile controllare non solo l’intensità della luce, ma anche la composizione cromatica. Gli effetti negativi della luce durante la notte sul sonno e sul ritmo circadiano potrebbero essere ridotti sostituendo le tonalità luminose blu-verdi con quelle che virano verso il rosso o l’arancio dopo il tramonto. Sfortunatamente, l’uso corrente di questo nuove possibilità del controllo delle tonalità luminose è spesso impiegato a fini sbagliati: alcune compagnie aeree per esempio durante la notte creano l’effetto “luce soffusa” nelle cabine con luce blu monocromatica, il colore “migliore” per sopprimere il rilascio di melatonina e per alterare il sonno.

Dormire è essenziale al nostro benessere fisico e mentale, quindi è di vitale importanza conoscere l’impatto che sia la luce che altre abitudini della nostra società “che non dorme mai” hanno sul sonno, ritmo circadiano e salute. Dobbiamo dunque utilizzare queste nuove conoscenze nel settore per promuovere nuove abitudini ed interventi tecnologici al fine di mitigare gli effetti negativi. E’ tempo di riconsiderare la rassicurante citazione di Thomas Edison secondo il quale l’utilizzo della luce “non è in alcun modo dannoso né per la salute nè per l’incolumità del sonno.”
Fonte http://www.nature.com
Traduzione italiana per dionidream.com di Luca Fiorilli
Riferimenti
1.     Luckhaupt, S. E. Morb. Mort. Wkly Rep. 61, 281–285 (2012).
2.     Matricciani, L., Olds, T. & Petkov, J. Sleep Med. Rev. 16, 203–211 (2012).
3.     Colten, H. R & Altevogt, B. M. (eds) Sleep Disorders and Sleep Deprivation: An Unmet Public Health Problem (National Academies Press, 2006).
4.     National Research Council. Assessment of Advanced Solid State Lighting (National Academies Press, Washington, DC, 2013).

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