sabato 22 novembre 2014

Reti mesh e Internet gratis


Reti mesh: Internet gratis sfruttando una rete indipendente e accessibile da tutti
Esiste una rete indipendente e accessibile da tutti a costo zero, ci si può connettere con una semplice antenna Wi-Fi.
Una volta erano necessari grandi investimenti per collegare in rete dei computer, perché l’unico strumento disponibile erano dei cavi di rame.
Oggi, invece, le tecnologie Wi-Fi ci consentono di connettere tra loro tanti computer con una spesa minima (le onde radio non si pagano).
Un router (o ripetitore) Wi-Fi deve essere posizionato ogni 100 metri, consigliabile per un cavo ethernet. Supponiamo di voler collegare al massimo 30 dispositivi, in modo da dare a ciascuno almeno 3 Mb/s cii banda. Per ciascun dispositivo spendiamo 20 euro per il cavo ethernet, mentre dividendo il costo di un router Wi-Fi per un centinaio di dispositivi, abbiamo una spesa di circa 0,5 euro a computer.
In pratica, il Wi-Fi costa ben 40 volte in meno, e siamo stati piuttosto generosi nei confronti della tecnologia via cavo. È infatti necessario considerare anche reti a 5 GHz, che possono portare la distanza massima di collegamento a 10 chilometri con un unico punto di accesso.

Nascono così le reti mesh
Rispetto alla tradizionale Internet che usiamo ogni giorno, una rete mesh si basa su una infrastruttura decentralizzata in cui non ci sono server centrali, ma un gran numero di nodi che fungono essi stessi da trasmettitori, ricevitori e ripetitori del segnale Wi-Fi. Le reti mesh, quindi, sono state sviluppate anche con l’intenzione di creare una “internet” indipendente dai provider, funzionante senza pagare alcun abbonamento e, per la sua particolare tipologia di collegamento (Wireless punto a punto), fino a 30 volte più veloce della tradizione connessione ADSL Ed inoltre, vantaggio non da poco, rimarrà accessibile anche quando i server dei provider e il Web in generale saranno down. Le capacità o risorse della rete possono essere incrementate semplicemente installando altri nodi. Le reti a maglie (mesh) possono includere dispositivi sia fissi che mobili.


Ninux è la principale rete mesh italiana

Ninux è una grande comunità (http://ninux.org), la principale rete mesh italiana in cui non esiste un provider che fornisce la connessione agli utenti, ma ogni utente è esso stesso un piccolo provider. L computer collegati a Ninux, infatti, si chiamano nodi (proprio come quelli di una rete da pesca) e sono tra loro interconnessi in modo automatico. Il risultato è che ogni nodo può comunicare con un altro qualsiasi, semplicemente passando attraverso diversi altri nodi (anche se la connessione Wi-Fi è in chiaro, se la comunicazione è cifrata dall’applicazione i nodi intermedi non possono leggerla).
L’aspetto più imporrante di questa struttura è che non esiste un “capo” non c’è alcun organismo che possa controllare la rete e censurarla: Ninux è quindi una rete libera. Ed anche gratuita perché, come abbiamo detto, le onde radio (a 2,4 o 5 GHz, in uso da Ninux) non si pagano e non vi è alcun canone.
Gli strumenti necessari a mettere in piedi un nodo Ninux sono facilmente acquistabili tramite Internet oppure in un supermercato, e chiunque può farlo a casa propria.
Per installare a casa il necessario per collegarsi alla rete Ninux, possiamo prendere contatti con gli esperti di Ninux, iscrivendosi alla mailing list ufficiale (inviando un’e-mail vuota all’indirizzo unreless-subscrtbeèml.ninux.org) e chiedendo un supporto pratico per l’installazione. Soprattutto se non siamo molto pratici di configurazione delle reti e non abbiamo mai messo mano al nostro router casalingo, è meglio avere vicino (anche virtualmente) qualcuno che se ne intenda più di noi. In alternativa, possiamo armarci di pazienza e seguire le guide inserite dalla comunità Ninux. (http://wiki.ninux.org/Guide).

AirChat la rete mesh free usata da Anonymous
AirChat è una sorta di Ninux mobile che consente lo scambio di messaggi e file tramite computer portatili anche in mezzo al deserto o sotto i bombardamenti. Il progetto richiede ancora una buona dose di lavoro per essere davvero alla portata di tutti al momento è necessario avere una discreta dimestichezza con gli strumenti informatici per potersi assemblare una stazione mobile AirChat.
Ad ogni modo, per chi volesse sperimentare, sul sito ufficiale (https://grthub.eom/Iulztabs/AirChat) si trovano spiegazioni abbastanza dettagliate sia a proposito del lato software (cioè cosa si deve installare sul proprio computer), sia per quanto riguarda il lato hardware (Cioè come assemblare l’apparato di ricetrasmissione wireless). AirChat utilizza dei ricetrasmettitori UHF/VHF in modulazione di frequenza.
Serval la rete mesh per telefonare senza SIM
Un progetto sviluppato in Australia (www.servalproject.org), con la collaborazione della Croce Rossa Neozelandese che mira a rendere possibili le chiamate vocali in qualsiasi parte del mondo, senza dovesi basare sui satelliti e le antenne usate per i telefoni. Il progetto nasce con lo scopo di fornire assistenza a quelle zone che sono state colpite da terremoti e uragani, dove solitamente le prime risorse che vengono a mancare sono proprio le telecomunicazioni.
Serval utilizza gli stessi principi di Ninux, una rete mesh basata su Wi-Fi, dove ogni utente costituisce un nodo e consente la comunicazione ad altri utenti. La connessione sfrutta l’hardware dei moderni smartphone (per ora solo Android) che posseggono una scheda di rete wireless. Mentre questo metodo potrebbe già essere utilizzato nelle grandi città, nelle zone isolate ci sono alcuni problemi di campo per via del raggio del segnale abbastanza limitato. Ad ogni modo, per le zone poco popolate sono stati progettati dei ripetitori di segnale (inseriti su palloni aerostatici o in gallerie nel sottosuolo) che dispongono di un raggio di azione cento volte superiore ad una normale antenna Wi-Fi. Grazie a questo sistema è possibile costruire una rete di telefonia mobile completamente libera. L’unico inconveniente è che questi ripetitori non sono gratis, hanno un loro costo che comunque non è eccessivo. Basterebbero 300 dollari per lanciare sul mercato un prodotto pronto all’uso.
Nota: condividere la propria banda non è reato, nessuno può impedirci di condividere l’utilizzo con amici, parenti e/o ospiti.

Concludendo..
Abbiamo constatato che il segnale Wi-Fi non è per niente salutare, ma considerando che lo usiamo lo stesso, oggi è difficile non possedere uno smartphone o avere un vicino di casa che non abbia un segnale Wi-Fi attivo, a questo punto se proprio dobbiamo farci del male, perché pagare?

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