GENI CONTROLLATI CON IL PENSIERO CONVINTI A PRODURRE PROTEINE
Vi riporto un articolo
interessantissimo comparso su NOI E GLI EXTRATERRESTRI:
Sembra quasi una scena da
film di fantascienza, ma non è così: per la prima volta è stata
controllata con il pensiero una rete di geni. A farlo un gruppo di ricercatori
del Politecnico di Zurigo, coordinati da Martin Fussenegger, che come spiega lo
studio pubblicato sulla rivista Nature communication, usando
le onde cerebrali sono riusciti a 'convincere' i geni a produrre
particolari proteine.
Il pensiero controlla i geni. ''Per la prima volta - spiega Fussenegger - siamo stati in grado di entrare nelle onde cerebrali, trasferirle senza fili a una rete di geni e regolare la loro conversione nel tipo di proteine voluto''. Il sistema, ispirandosi al gioco Mindflex, dove si indossa una speciale cuffia con sensori sulla testa che registrano l'elettroencefalogramma (eeg) poi trasferite nell'ambiente di gioco, si basa sull'uso di una cuffia per l'elettroencefalogramma.
Le onde cerebrali registrate
vengono trasmesse senza fili tramite bluetooth ad un
regolatore, che controlla un apparecchio che genera campi elettromagnetici. Una
lampada a led, che emette luci a infrarossi, si accende e illumina una camera
di coltura che contiene le cellule geneticamente modificate, che iniziano così
a produrre le proteine desiderate. L'impianto è stato testato su cellule in
coltura e topi, controllato con i pensieri di vari soggetti. Si è così visto
che i livelli di proteina cambiavano a seconda dello stato d'animo.
I ricercatori sperano in futuro di realizzare impianti controllati dal pensiero
che aiutino a trattare malattie neurologiche.
''E' un grande risultato'',
commenta Giuseppe Novelli, genetista e presidente dell'università
di Roma Tor Vergata. "Si è sviluppato - ha aggiunto - un meccanismo di
controllo dell'espressione dei geni con sensori infrarossi attivati dal
cervello umano sulla base delle emozioni. Finora i geni potevano essere accesi
solo chimicamente e serviva molto tempo. Ma nel cervello, dove le comunicazioni
vanno alla velocità di millisecondi, serve altro e la luce è
l'unica cosa che viaggia velocissima. Qui la luce viene usata per attivare
sensori che così rispondono subito. Un grande risultato, ottenuto per la prima
volta”.
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