giovedì 5 giugno 2014

432 Hz, frequenze e TERRAFORMING. Sono fantascienza ... o forse siamo noi la fantascienza???


Nel 1939, la Germania nazista imponeva un nuovo standard musicale interno: il settaggio del LA a 440 Hz. Prima di tale imposizione, il settaggio del LA era a 432 Hz, la sua frequenza naturale, frutto di precise armonie e corrispondenze matematiche. Prima ancora, Giuseppe Verdi già si versava in un accorato appello verso il governo di Roma affinché si tornasse alla frequenza naturale di 432 Hz (oggi definita la frequenza 'verdiana') in luogo di quella imposta dai francesi a 435 Hz. Insomma, attorno al settaggio ed all’imposizione del LA, concorrono personaggi, governi, nazioni, musicisti e produttori di strumenti musicali. Oggi la situazione è maggiormente complicata dall’avvento della digitalizzazione del suono e dalla necessità di convertirlo in onde sonore. I dispositivi di conversione sono stati settati ultimamente sulla frequenza disarmonica ed innaturale di 440 Hz (quella nazista!) mentre alcuni musicisti ‘nostalgici’ (ed acuti osservatori) continuano ad opporsi a questa imposizione ISO, utilizzando accordature basate sui naturali 432 Hz.

Palo Franceschetti, il noto Avvocato, scrittore e ricercatore viterbese, ha raccontato in un suo post di un suo cliente, un produttore di amplificatori audio, che aveva subito pressioni distruttive di origine massonica. Nonostante le accurate ricerche non si riusciva a venire a capo del motivo di queste deleterie attenzioni finché non si è compreso che il cliente costruiva i suoi amplificatori su di un settaggio naturale di 432 Hz. Le operazioni di sabotaggio erano quindi probabilmente associabili alla volontà di impedirgli di continuare oltre con la sua produzione a beneficio delle frequenze naturali.
Cosa possiamo evincere da tutto ciò? Che il controllo delle frequenze sia un affare serio, molto serio. Diffondere frequenze disarmoniche favorisce l’insorgere di comportamenti innaturali nell’uomo e concorre a disturbarne i processi mentali. Si tratterebbe quindi dell’ennesima forma di inquinamento intenzionale dell’ambiente antropico, di quella biosfera che contiene in delicatissimo equilibrio ogni forma di vita. Modificare le frequenze è una forma di inquinamento sottile ma dalle conseguenze impensabili. Non si tratta di dettagli da musicofili ma di una parte di un progetto di degenerazione indotta dell’ambiente naturale. Una parte del tutto, fatto di radiazioni elettromagnetiche, inquinanti biochimici, manipolazioni genetiche, radioattività e di chissà quali altre forme di inquinamento di cui non percepiamo l’esistenza. Alterare la frequenza di accordatura porta a modificare (anche se in modo quasi impercettibile) tutta la musica prodotta ed ascoltata del mondo!
Occorre per ultimo ricordare come il Prof. Corrado Malanga stia lavorando da anni al TST(Triad Sound Test), un metodo di liberazione degli addotti dai parassiti extradimensionali fondato sull'uso di specifiche frequenze sonore e non solo di colori come avviene attualmente con il validissimo TCT (Triad Color Test).
Conoscere è potere. Possiamo comperare un vecchio diapason a 432 Hz per accordare i nostri strumenti oppure calibrare quelli elettronici su tale armonica frequenza. Per i dettagli sul tema, segnalo i seguenti ottimi link, buona ricerca:








http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/05/065.jpg




Qui di seguito, una riflessione etica sulla Biologia Sintetica. Tale intervento presuppone che la Biologia Sintetica abbia finalità comunque benefiche e se ne stiano solo considerando i rischi per i possibili danni collaterali per l’uomo e l’ambiente. Occorre però considerare che le applicazioni di biologia sintetica sono condotte e diffuse con intenti egemonici, così come è ed è stato per la chimica, la fisica e le applicazioni più recenti di manipolazione genetica. La biologia sintetica chiude quindi il cerchio degli incredibili strumenti in mano alle elite (o chi per loro) per il controllo e la manipolazione della biosfera. Tutti questi settori di ricerca, come tutti gli altri del resto, sfuggono ai controlli democratici perché gestiti in segreto per scopi solo parzialmente condivisi con le masse. Le abili macchine della propaganda insistono solo sulle possibili applicazioni benefiche di tali discipline (ancorché sicuramente possibili) senza suggerire la realtà degli immani pericoli che invece incubano in loro. Ci avviamo purtroppo a vivere in un ambiente totalmente sopraffatto dall’intervento artificiale, in cui non sarà presente alcuna zona franca, ad eccezione forse della cosiddetta ‘arca di Noè’ nelle isole Swalbard (una enorme ‘banca’ blindata e privata di sementi non modificati geneticamente) ed a qualche laboratorio supersegreto sparso per il mondo. La vecchia biologia naturale dovrà dapprima convivere e poi venire inevitabilmente ‘ai ferri corti’ con la nuova biologia sintetica. Dobbiamo ricordarci come noi esseri umani si faccia parte della prima, la ‘vecchia’ biologia. Temo inoltre che le operazioni clandestine di inseminazione dell’atmosfera, di diffusione di inquinamenti chimici, elettromagnetici e radioattivi (oltre che ‘informativi’) siano propedeutiche all’inserimento di questi nuovi elementi sintetici nell’ambiente. Temo infine che l’umanità, già profondamente provata da questa pressione manipolatoria in atto da decenni, avrà di fronte a se, a breve, un bivio ‘esistenziale’ con cui confrontarsi. Resta da considerare la presenza di ‘anima’, quella energia pura e primigenia che per ora tutto osserva e che probabilmente si considererà incompatibile con un pianeta così pesantemente riformattato come quello distopico che ci si prefigura. L’uomo transumano e la natura sintetica sono quindi alle porte, sempre che si possa definirli ancora ‘uomo’ e ‘natura’. La manipolazione è propria di questi decenni bui, una fase di profonda trasformazione di cui solo pochi purtroppo ne avvertono l’entità. L’articolo:

La Biologia Sintetica è un nuovo settore in rapida evoluzione della ricerca biologica. I suoi obiettivi sono analizzare i processi intra ed intercellulari ed utilizzare tale conoscenza per costruire forme di vita monocellulari finora sconosciute. Così il passaggio dall'analisi alla sintesi, di cui la chimica è stata protagonista nel secolo passato, è ora in procinto di diventare realtà nella biologia.

Nel caso della chimica, questo cambiamento ha avuto un enorme influenza sull'economia e sulla società nel suo complesso. Non sorprende quindi, che lo sviluppo della biologia sintetica sia accompagnato da aspettative elevatissime: le possibili applicazioni ‘ufficiali’ sono di tipo benefico e spaziano dai progressi decisivi nella terapia del cancro ai microrganismi che degradano gli inquinanti ai batteri che producono combustibile.

Allo stesso tempo, lo sviluppo di questo campo di ricerca viene accompagnato da un numero crescente di voci critiche, che si possono comprendere tutte sotto il titolo di "biosicurezza", da parte di scienziati sociali, esperti di etica e filosofi che discutono argomenti riguardanti i possibili effetti nocivi intenzionali e non intenzionali degli organismi sintetici per l'uomo e per l'ambiente.

In primo luogo, l’atto di donare la vita ad un oggetto è profondamente legato, sia storicamente che sistematicamente, con la convinzione che l'oggetto in questione debba poi essere valutato come un agente (più o meno) autonomo, uno status che gli elementi artefatti non condividono. Di conseguenza, il modo in cui gli organismi creati vengono concettualizzati ha un impatto etico su come la vita in generale è compresa e considerata. Nel descrivere i microrganismi e le loro vie di comunicazione, i ricercatori di biologia sintetica spesso invocano metafore informatiche di "hardware" e "software", così come metafore meccaniche del tipo "mattone" oppure "telaio". Tenendo conto delle difficoltà di definire la vita e la dimensione normativa del concetto di vita, è importante però non confondere prematuramente i concetti di "vita" e quelli di "macchina" nella ricerca applicata della biologia sintetica.

In secondo luogo, non è corretto affermare che la biologia sintetica tenta di creare la vita "da zero", la biologia sintetica non comprende una prospettiva di creazione ma piuttosto quella di manipolazione. Dal punto di vista della creazione, non ci si deve accontentare di appianare le carenze della natura, ma si può progettare una natura senza difetti a partire da zero utilizzando le capacità della natura stessa attraverso la coltivazione, la manipolazione o addirittura lo sfruttamento, il che differisce molto dal reinventare la natura. Assumendo che tutte le misure di sicurezza adeguate siano in atto, la manipolazione potrebbe essere giustificabile in molti casi specifici. Tuttavia, preso come un approccio generale, si potrebbe giungere ad una sovrastima di quanto abbiamo compreso i processi della natura e le nostre esigenze ed interessi e del modo migliore per raggiungerli.

Facendo seguito a questo ultimo punto , diventa possibile collegare riflessioni etiche sulla vita e la creazione con i piedi per terra, su questioni di sicurezza biologica e di biosicurezza. Ad esempio, data la possibilità di creare singole nuove forme di vita, il grado in cui noi crediamo nella nostra capacità di comprendere e calcolare i processi della natura aumenterà mentre allo stesso tempo la nostra effettiva conoscenza delle complesse interazioni di diversi tipi di organismi nel loro habitat potrebbe non essere sufficientemente compreso da tutti. Di conseguenza, le caratteristiche chiave, eticamente parlando, della biologia sintetica rappresentano una sfida alle norme ed ai trattati originariamente sviluppati per affrontare i rischi ed i casi di abuso in materia di ingegneria genetica.

http://www.globalresearch.ca/doomsday-seed-vault-in-the-arctic-2/23503
http://www.bibliotecapleyades.net/esp_temas1.htm#genetica
http://www.tankerenemy.com/2010/09/terraforming-creare-un-pianeta.html#.U3XpfU2KDIU
http://freeskies.over-blog.com/article-biodistopia-la-biologia-sintetica-123573337.html


BioDistopia: la Biologia Sintetica

‘La Biologia Sintetica è l’ingegnerizzazione di componenti biologiche e di sistemi che non esistono in natura e la re-ingegnerizzazione di elementi biologici esistenti. Il suo scopo è quello di progettare intenzionalmente sistemi biologici artificiali, oltre a comprendere il funzionamento della biologia naturale.’ (synbiologyproject)

Quella che segue è la traduzione dell’appello della FOE sui pericoli della Biologia Sintetica. Forte è però il sospetto che i nefasti prodotti di questa nuova disciplina, non siano rimasti confinati in laboratori supersicuri, ma che siano già da decenni attivi sulla superficie del Pianeta. La Biologia Sintetica rappresenta una minaccia per l’umanità più elevata addirittura rispetto a quella della genetica applicata. Un ambiente fisicamente e chimicamente modificato, com’è ormai purtroppo quello in cui viviamo, potrebbe rappresentare il substrato ideale per queste nuove forme di vita, divenendo allo stesso tempo un grosso problema per le forme di vita naturali attuali? Ci stiamo incamminando verso questo scenario da incubo? Se si, chi lo alimenta e perché? Che ruolo hanno le ormai tristemente note operazioni di geoingegneria clandestina in questa prospettiva? L’appello:

La biologia sintetica è una forma estrema di ingegneria genetica, una tecnologia emergente che si sta sviluppando rapidamente ma è in gran parte non regolamentata. Con la biologia sintetica, invece di scambiare geni da una specie all'altra, come nell’ingegneria genetica ‘tradizionale’, gli scienziati creano un codice genetico completamente nuovo su di un computer, lo ‘producono’ e poi lo inseriscono negli organismi esistenti o, addirittura, cercano con esso di creare vita da zero. La biologia sintetica potrebbe avere gravi ripercussioni sulla salute delle persone e degli ecosistemi, sulla biodiversità del nostro pianeta e per le comunità che vivono nelle zone su cui insistono i piani delle corporazioni per implementare nuove tecnologie e nuovi organismi a scopo di lucro. [...] Il governo degli Stati Uniti, insieme con le principali compagnie petrolifere, agroalimentari e chimiche, è uno dei più grandi finanziatori della ricerca sulla biologia sintetica, fornendo centinaia di milioni di dollari per le start-up che si occupano di questa disciplina. I sostenitori sperano che questo settore emergente possa creare una nuova "bioeconomia", in cui ogni e qualsiasi tipo di materia vegetale possa nutrire organismi sintetici che saranno delle "fabbriche viventi" che produrranno combustibili, prodotti chimici industriali, bio-plastiche, medicinali e anche cibo. Questa spinta sulla biomassa per alimentare gli organismi sintetici potrebbe avere importanti ripercussioni in materia di accesso alla terra, all'acqua ed ai fertilizzanti - che sono tutti scarsi per la produzione di cibo- e può esacerbare la corsa attuale per sottrarre terra alle comunità del Sud del Mondo per la produzione di prodotti destinati alle nazioni ricche. I modi in cui gli organismi sintetici interagiranno con l'ambiente naturale sono imprevedibili e potenzialmente devastanti nonché permanenti. Mentre altri tipi di inquinamento possono essere ripuliti e comunque non dilagano, le creazioni della biologia sintetica sono progettate per auto-replicarsi e, una volta rilasciate nell'ambiente, saranno impossibili da recuperare. Un organismo sintetico progettato per un compito specifico, come disgregare l'olio greggio proveniente dalle fuoriuscite di petrolio in mare, potrebbe scambiare i suoi geni con gli organismi presenti in natura e li modificherebbe, compromettendo potenzialmente interi ecosistemi, sottoforma di una nuova classe di specie invasive. Questi potenziali minacce sottolineano la necessità di un approccio precauzionale. Come primo passo, stiamo spingendo per una moratoria sul rilascio e l'uso commerciale di organismi sintetici finché non ci sarà una migliore comprensione dei rischi e dei regolamenti adeguati sono in atto.

http://www.foe.org/projects/food-and-technology/synthetic-biology
https://chemtrailsnorthnz.wordpress.com/2014/04/18/vincent-freeman-scientist-working-with-clifford-carnicom-talks-about-chemtrails/
http://www.synbioproject.org/
http://www.carnicominstitute.org/

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