venerdì 4 aprile 2014

RENDERE IL MONDO UN POSTO MIGLIORE (CHI ERI QUANDO TI SEI RISVEGLIATO?)


CHI ERI QUANDO TI SEI RISVEGLIATO?
E’ successo in fretta o forse è stato graduale
però ad un certo punto ti sei dovuto svegliare,
hai visto tutto con nuovi occhi e compreso con una nuova consapevolezza
quello che prima valutavi con leggerezza;
con la mente da risvegliato in che veste ti sei ritrovato?


Eri forse un dottore ed avendo capito la medicina ufficiale
lì sul momento non hai saputo cosa fare,
cosa dire ad un paziente che in te riponeva tutte le sue speranze?
E’ stato difficile agire in quella veste professionale
cercando di escogitare nuovi protocolli che non arrecassero male a quelle persone che dovevi curare.



Forse eri un avvocato e dovevi presentare
una mozione di difesa per un parlamentare,
in quegli istanti avresti voluto vomitare,
ma il tuo lavoro hai dovuto ultimare.
Maledettissimi soldi se per campare bisogna sottostare
a certi sporchi giochi per poter continuare.




Nelle vesti di chirurgo non avresti mai voluto asportare
quello che la natura stessa aveva già iniziato a riparare.
Forse è il caso di cambiare ti sei detto, non attenersi a regole contrarie
ad ogni logica morale e razionale, anche a costo di apparire il più stolto dell’ospedale.


Eri giudice e non volevi sentenziare su un atto “criminale” fatto con l’intento di tirare a campare,
hai cercato di limare una pena che per tuo giudizio non si doveva applicare
in nome e per conto della ragione
di ogni persona umana di questa nazione.



Eri un carceriere e ti sei ritrovato contornato da persone detenute le cui ragioni non erano state ampiamente valutate
così per il resto della loro vita si son ritrovate inesorabilmente macchiate”.
Le avresti volute aiutare,
ma al collega che “sonnecchia” cosa gli avresti potuto raccontare?
Che la giustizia degli uomini è tutta da rifare?





Ti sei svegliato poliziotto e ti hanno fatto indossare casco e manganello per poter contrastare
tanta brava gente che aveva tutto il diritto di protestare contro chi tu hai dovuto invece “sostenere”.
Cerchi gli occhi di qualcuno che possa capire
che non hai intenzione alcuna di farli soffrire.
Ti è anche capitato di arrestare chi aveva “sbagliato” solo per mangiare, non avresti mai voluto applicare delle leggi ingiuste a cui solo il “popolo” doveva ubbidire.


Da prete ti sei risvegliato appurando che c’era qualcosa di sbagliato
i tuoi fedeli dovevano soffrire per potersi da te far benedire,
mai che nessuno gli avesse mostrato
quel grande Dio che al loro interno avevano celato.






Da macellaio gli occhi hai spalancato e mentre affettavi carne ti sei pentito,
avresti voluto urlare a tutte le persone che erano venute a comprare:
“voi non sapete quanti “innocenti” queste mani hanno dovuto scuoiare,
se solo potreste immaginare ve ne andreste via senza mai più tornare”.
Non potrà ancora a lungo continuare questo mestiere che hai già deciso di cambiare.



Da professore davanti ai tuoi alunni hai realizzato
che nulla era come a te era stato insegnato;
la pappardella del sistema di fretta e furia hai voluto trattare
per trovare del tempo per dialogare
con quei ragazzi il cui futuro c’era da costruire.



Con coscienza ed empatia ha dovuto continuare
ed in ogni luogo l’ideologia imperante hai cercato di cambiare,
per far capire a chi non ha saputo intuire
che da noi dipende il nostro divenire.
Sei diventato un “ammortizzatore sociale”
o forse sei regredito al regno animale dal quale abbiamo molto ancora da imparare.


Non importa più ciò che fai perché adesso hai capito che sei.
E’ arrivato il momento di essere te stesso e non quello che fai(o peggio che hai).
Se hai una personalità ti identifichi in essa in tutto e per tutto e non in quello che fai per vivere; se ti identifichi in quello che fai, non sei o forse sei quello che ti hanno detto di essere.

Non importa se ti sei svegliato prete o farmacista, insegnante o dottore, 
da quel momento in poi ogni giorno hai voluto rendere il mondo un posto migliore.
Marcello Salas

5 commenti:

  1. Non vorrei essere presuntuoso nel dire che siamo svegli, ma possiamo dire che la nostra sveglia è suonata e noi ci stiamo svegliando.... mentre molti attorno a noi la spengono e si rigirano a dormire dall'altra parte....
    vero Marcello?

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    1. Bisogna ammettere però che non è facile svegliarsi dal torpore della lobotomizzazione di massa che viene attuata ormai da tempo immemore, è comprensibile che alla massa piaccia adagiarsi sul “morbido” delle convinzioni che ha, risvegliarsi richiede comunque un pò di sofferenza e del tempo, come ho indicato qui >>> (http://frontelibero.blogspot.it/2014/03/la-miglior-virtu-o-il-peggior-difetto.html) è arduo uscire dalla zona confort.
      La crisi, quindi la sofferenza forzata, porterà in tanti a porsi domande e cercare risposte che gli faranno comprendere la realtà che sta dietro all’illusione e che gli era preclusa a causa delle false credenze instillate dal sistema. Staremo a vedere e intanto continuiamo a illuminare la strada.
      Ciao Peter.

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  2. Sera.
    Condivido molto questo articolo.
    Essere se stessi sempre, in qualsiasi circostanza.
    Ma è più facile apparire che essere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Nascondere la testa come gli struzzi...............
    Molti girano la testa...........
    ci si adagia dietro il sistema , sperano che altri prima o poi risolvono il problema.
    Sarò pure ignorante ma vedo....anche ciò che altri non vogliono vedere
    Dicono che per capire bisogna soffrire: Io dico che bisogna aprire gli occhi.

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    1. Condivido le tue considerazioni Mirella, tuttavia ultimamente sto abbraciando l'idea-teoria che non ci si sveglia se non si è pronti. E' una questione di vibrazioni, se non s'innalza la vibrazione personale rimaniamo intrappolati nell'illusione di quello che facciamo e di ciò che ci circonda.
      Grazie e felice serata.

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  3. IO CREDO CHE OGNUNO I NOI E' DIO.
    BASTA CEDERE IN SE STESSI.
    ESSERE FORTI. COMBATTERE IL DOLORE.
    NON AGGRAPPARSI ALLA VITA.
    OGNI COSA PASSA....TUTTO SI RINNOVA....NULLA SI DISTRUGGE..

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