La cognizione del tempo è cambiata
molto in questi ultimi anni, questo fattore influisce non poco sulla nostra
salute sia direttamente che indirettamente; la freneticità con la quale il
sistema ci impone di affrontare la routine esistenziale, che già non dovrebbe
essere tale, induce i nostri cervelli a funzionare a frequenze piuttosto
elevate, anche superiori ai 30 hz (gamma), impedendoci di “vedere” la realtà
sistemica e di percepire il nostro io interiore, una condizione logorante che comporta una serie
interminabile di conflitti psico-biologici che inevitabilmente determinano
l’insorgere delle malattie.
La percezione del trascorrere del
tempo è strettamente correlata al nostro stato psico-fisico, questo frenetico approccio,
indotto dal sistema, non ci consente di dedicare una parte, seppur minima, della vita
giornaliera alla conoscenza di noi stessi e della realtà; la
mancata acquisizione di queste informazioni impedisce di affrontare l’esistenza
in maniera adeguata e soprattutto in modo del tutto personale, quindi si
persegue la deleteria e stereotipata strada tracciata per tutti.
Questo stile di vita oltre a impedire la connessione col nostro io interiore di fatto aumenta la
difficolta, o addirittura inibisce la capacità, di comprendere il nuovo in ogni
sua forma, facendoci rimanere intrappolati nel limbo evolutivo fittizio
inscenato dalla società, quindi ci appare arduo credere alle teorie di nuova
concezione aggrappandoci sempre ai soliti e sicuri cliché.
Il torpore dell’anima indotto
impedisce il miglioramento delle nostre condizioni di vita poiché quelle
diverse semplicemente non riusciamo a concepirle, quindi ignorandole continuiamo
il distruttivo tram tram quotidiano fatto di una sfilza interminabile di
impegni e pensieri.
Il sistema è distruttivo di ogni sorta di individualità, sta a noi ricercare un'esistenza lontana dagli schemi imposti, non saremo aiutati da nessuno a cambiare il nostro mondo interiore e la percezione di quello che ci circonda, ma sentiamo che è un cambiamento che non si può più rimandare.
La scusa più frequente che usiamo per giustificare la nostra parte di responsabilità è che non c'è tempo....
- non c’è tempo per ascoltare la nostra voce interiore, le nostre sensazioni, le nostre intuizioni e percezioni;
- non c’è tempo per capire il perché non c’è tempo;
- non c’è tempo per capire il perché delle cose;
- non c’è tempo per capire il perché la vita stia seguendo questo calvario;
- non c’è tempo di impegnarci nel nuovo e comprenderlo quindi ci convinciamo che il solito sia nuovo;
- non c’è tempo per capire questa fantomatica spiritualità, quindi continuiamo ad affidarci ad una religione;
- non c'è tempo per aiutarsi a vicenda quindi nessuno ci aiuta;
- non c'è tempo per capire perchè pensiamo a quello che pensiamo;
- non c'è tempo di mettere in pausa i pensieri e continuiamo in una vita piena di affanni;
- non c'è tempo di cogliere la connessione profonda che unisce ogni cosa;
- non c’è tempo per capire il senso della vita;
- non c’è tempo di vivere la vita, quindi continuiamo a subirla;
- non c'è tempo per scoprire la nostra ricchezza interiore quindi ci sentiamo sempre poveri di un qualcosa;
- non c'è tempo di guardarsi dentro quindi non riusciamo a trovare noi stessi;
- non c'è tempo di curare i nostri malesseri e ci illudiamo che altri (la medicina) li possano risolvere;
- non c'è tempo per stare bene, quindi continuiamo a stare male;
- non c’è tempo per cambiare la realtà, quindi ci lasciamo deformare dagli eventi.
Non meravigliamoci se le malattie
ci perseguitano, in parte è anche colpa nostra che non ci impegniamo a fondo
per la ricerca di un cambiamento che deve necessariamente partire dall’interno.
Cosa ci guadagneremmo a vivere la vita invece di subirla, a non lasciarla trascorrere inerme senza interagire emotivamente con essa?
Una rinnovata vitalità, una salute inossidabile, la comprensione delle nostre forze/debolezze e finalmente la gioia di esistere.
Se non ci riprendiamo a forza il tempo per ritrovarci saremo perduti per sempre, non assaporeremo l'esistenza, non ameremo nessuno poichè non amiamo noi stessi e non conosceremo la nostra incredibile forza interiore.
Cosa ci guadagneremmo a vivere la vita invece di subirla, a non lasciarla trascorrere inerme senza interagire emotivamente con essa?
Una rinnovata vitalità, una salute inossidabile, la comprensione delle nostre forze/debolezze e finalmente la gioia di esistere.
Se non ci riprendiamo a forza il tempo per ritrovarci saremo perduti per sempre, non assaporeremo l'esistenza, non ameremo nessuno poichè non amiamo noi stessi e non conosceremo la nostra incredibile forza interiore.
Marcello Salas.
semplicemente bellissimo....sembra quasi una preghiera...la preghiera della verità,della consapevolezza...realizzare che viviamo senza darci tempo!!
RispondiEliminaCome al solito...un post stupendo che fa fermare e riflettere!
Grazie Elisabetta.
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