Dal 1 gennaio 2014 gli agricoltori italiani devono utilizzare
coccinelle, acari e bombi come mezzi privilegiati per debellare predatori e
malattie nelle coltivazioni di frutta e verdura. Un’opportunità per le 2mila
aziende che vendono insetti per l’agricoltura. - Barbara D’amico.
Dal 1 gennaio 2014 gli agricoltori italiani devono utilizzare
coccinelle, acari e bombi come mezzi privilegiati per debellare predatori e
malattie nelle coltivazioni di frutta e verdura. Lo ha stabilito l’Unione
europea (direttiva 128/2009) che ha incoraggiato tutti gli Stati membri a
sviluppare la cosiddetta lotta integrata con insetti utili. Un modo per ridurre
l’utilizzo di agrofarmaci e pesticidi con effetti positivi non solo per
l’ambiente e la salute ma anche per il potenziale business legato alla produzione
e allo smercio industriale di coleotteri, api e assimilati.
In Italia le biofabbriche, cioè le imprese che allevano e
vendono insetti per l’agricoltura sviluppando tecniche per la loro applicazione
sono poco più di 2 mila (includendo anche le aziende specializzate in
apicoltura e prodotti derivati), ma le biofabbriche pure potrebbero crescere
proprio grazie alla direttiva Ue. «Dal 2014 la lotta integrata sarà
obbligatoria come stabilito dalla normativa europea che ha imposto la priorità
dei mezzi ecocompatibili su quelli chimici», spiega Stefano Foschi, vice
presidente di Bioplanet, società di Cesena che alleva e vende insetti a livello
industriale dagli anni Novanta. Le potenzialità del mercato, dunque, dovrebbero
essere enormi. Il 50% del fatturato di Bioplanet, ad esempio, proviene dalla
vendita di insetti ad agricoltori stranieri. A far crescere il business non
solo solo gli obblighi di sicurezza alimentare ma anche il rispetto dei rigidi
disciplinari della GDO. E’ la grande distribuzione organizzata che impone
standard qualitativi altissimi per i cibi tollerando pochissimo i residui
chimici su frutta e verdura. Un motivo in più perché a pomodori, melanzane e
zucchine siano applicate coccinelle e acari anziché pesticidi.
Nonostante i benefici, però, la lotta con gli insetti non è
economica. «Anche se è impossibile fare una stima generale, in media applicare
insetti utili ha un costo circa 40 centesimi al metro quadrato», spiega Mattia
Canalis, tecnico agronomo attivo in Piemonte e specializzato in colture di
fragole e peperoni. Ciò vuol dire che applicare bombi o acari a una produzione
di 60 ettari attualmente potrebbe costare 240mila euro. «In genere, se si passa
dalla lotta con pesticidi alla lotta integrata all’inizio i costi si equivalgono,
ma gli effetti riscontrati sulle colture sono di gran lunga più positivi di
quelli ottenuti con i pesticidi, senza contare il guadagno in termini di
sicurezza e salute». Guadagno che dal 1 gennaio è possibile ottenere con una
manciata di insetti sul proprio terreno.
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