sabato 22 marzo 2014

AIUTO!! HO PAURA DELLE MALATTIE!


La paura delle malattie è la conseguenza di un progressivo distacco dall’ascolto del corpo e segnala il bisogno di ridare significato alla vita (… e alla morte).
Chi ne soffre ha perso il contatto con la propria naturale sensitività e non presta più attenzione a quel radar interiore che guida tutti i nostri comportamenti dando origine a una fiduciosa e serena sicurezza di vivere.
Siamo vulnerabili a ogni genere di pericoli e di incidenti ma alcuni di noi sembrano muoversi nella vita protetti da un mantello invisibile che li rende immuni dalle disgrazie, mentre altri si sentono sempre minacciosamente esposti alla crudeltà del destino. 
Questa differenza dipende dalla capacità di ascoltare l’istinto, i segnali del corpo e quelle percezioni irrazionali che, più o meno inconsciamente, guidano i nostri comportamenti nonostante la censura e il controllo della ragione.
Chi ha perso il legame con la saggezza del sentire interiore, scambia per premonizioni le proprie paure e poi le teme ossessivamente, sentendosi impotente e in trappola proprio perché non è più capace di interpretare i segnali, fisici e intuitivi, che indicano lo stato di salute o di malattia.
I bambini sono sempre in contatto con un qualcosa capace di proteggerli anche senza bisogno che ci sia da parte loro un’effettiva comprensione dei pericoli, possiedono spontaneamente la capacità di orientarsi seguendo il proprio impulso interiore.
Si dice, infatti, che abbiano accanto un Angelo Custode pronto a intervenire al momento opportuno…
Esiste un potere che non ci abbandona mai (proprio come un Angelo Custode), e che appartiene a tutti, adulti e bambini. Ma crescendo diventa sempre più difficile ascoltarlo perché la razionalità lo deride e ne minimizza l’importanza.
Questo potere, chiamato sensitività o intuizione, corrisponde a quelle percezioni improvvise che emergono interiormente quando un’idea compare nella nostra consapevolezza senza passare per la ragione.
La sensitività è la chiave che permette l’accesso a un sapere non scritto e non logico, e funziona come un’antenna in grado di captare, dalle infinite conoscenze archiviate nell’inconscio, ciò di cui abbiamo bisogno di momento in momento.
E’ l’impulso che spinge gli animali a migrare, il radar che permette loro di ritrovare la strada di casa o di sapere quando si avvicina un pericolo.
La sensitività è una forma di conoscenza che appartiene a tutti gli esseri viventi ma che gli uomini hanno abiurato, viziati dalle tante protesi tecnologiche e dal bisogno conformistico di seguire il branco, anche quando questo snatura l’identità di ciascuno a vantaggio di bisogni indotti e innaturali.
Nel corso dei secoli, la specie umana ha abbandonato la propria naturale e spontanea ricettività e oggi, chi ancora mantiene un contatto con il sentire istintivo del corpo, il più delle volte se ne vergogna e lo nasconde, spesso anche a se stesso.
Viviamo in una civiltà che ci spinge a sopravvalutare la logica e a disprezzare il mondo interiore.
Va di moda concentrarsi sulla materialità e sull’apparenza delle cose, dimenticando che la vita è fatta di emozioni, paure, desideri, sogni e intimità, più che di oggetti, di soldi, di status e delle tante inutili cianfrusaglie che siamo spinti a comprare compulsivamente per favorire il guadagno di pochi e l’alienazione di molti.
La paura delle malattie esprime la necessità di ritrovare il legame con la propria parte animale, istintiva e selvaggia, e segnala la perdita di contatto con la naturale sapienza interiore del corpo. 

Infatti, in questa nostra società, malata di competizione, di violenza e di egoismo, il corpo, più che essere lo strumento con cui attraversare la vita, è diventato la vittima delle nostre frustrazioni e della nostra alienazione, il luogo, segreto e sicuro, in cui sfogare la rabbia, la delusione e il risentimento, certi che soltanto lì nessuno interverrà a limitare i nostri bisogni di rivalsa e di vendetta.
Così, lo droghiamo con cibi malsani e poco nutrienti, lo avveleniamo con farmaci che non curano ma ammalano, lo obblighiamo a stili di vita innaturali, lo costringiamo a respirare sostanze tossiche, lo muoviamo poco, lo ingrassiamo tanto, e pretendiamo che sia sempre pronto a soddisfare ogni nostra richiesta, senza mai rispettare il suo bisogno di smaltire le tossine, di recuperare la salute, di aria, di luce, di sole e… di motivazione.
Questo modo di vivere, innaturale e crudele, spinge inesorabilmente verso la paura delle malattie perché le malattie possono agire indisturbate quando si è persa la consapevolezza di sé e si è ridotta la vita a un cumulo di doveri senza senso.
Privata del contatto con la saggezza istintiva del corpo, l’esistenza perde il suo significato e la morte appare minacciosa, inopportuna e crudele come una condanna.
Infatti, qualsiasi morte arriva sempre troppo presto per chi vivendo non ha vissuto e non ha dato spazio all’esperienza interiore che, invece, è la vita stessa.
E’ in questo modo che le malattie si trasformano in quei pericolosi mostri, invincibili e malvagi, che terrorizzano invece che essere il segnale di una disfunzione nello stile di vita, l’allarme rosso che consente di aggiustare il tiro e migliorare le condizioni della nostra esistenza.
Nel primordiale linguaggio del corpo, la malattia è il campanello d’allarme che segnala un bisogno insoddisfatto e vitale (sia fisico che psicologico), e in questo modo ci aiuta a vivere un esistenza sana e ricca di significato.
Ma per riconoscere e interpretare correttamente questo linguaggio, il corpo va ascoltato, compreso e amato, e non sfruttato, imbrogliato, drogato o maltrattato.
(Rifiutarsi di torturarlo con stili di vita forzati e malsani, dovrebbe essere l’impegno di tutti e non la velleità di pochi)
Per ripristinare il naturale contatto con la corporeità e l’istintualità è indispensabile prendere su di sé la responsabilità della propria salute, senza lasciarsi imbrogliare dagli allarmismi e dalle notizie sbagliate, volte a favorire il profitto delle case farmaceutiche, delle industrie alimentari e di quella piccola elite che tiene in mano le sorti del mondo.
Per aver cura di se stessi e non temere le malattie, bisogna attivarsi in prima persona, e cercare le informazioni da soli, stando attenti a non cadere nelle bugie della pubblicità e delle mode stimolate ad arte per vendere prodotti.
E’ indispensabile ascoltarsi e rispettare il proprio sentire profondo, aprendosi a quella pulsazione interna che invece impropriamente cerchiamo di ignorare e che troppo spesso preferiamo trasformare in un mostro sconosciuto e pericoloso pur di non accettarne le ragioni.
Ma soprattutto è necessario aprire il proprio cuore alle sensazioni che vi nascono, perché da quelle prende forma la nostra realtà.

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