mercoledì 5 febbraio 2014

Questo governo non è espressione della volontà del Popolo

popolo

In risposta alla dichiarazione di Felice Romano, segretario del SIULP, intervenuto durante la trasmissione “Effetto giorno” di Radio 24http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/effettogiorno/2013-12-10/grillo-poliziotti-difendete-politici-160947.php , è necessario sottolineare che in un Paese democratico la legge elettorale è il vero ponte tra il Popolo e le istituzioni, è il metodo attraverso il quale i cittadini esprimono la propria scelta elettorale in una sorta di reale emanazione.
“Emanazione” è il termine giustamente utilizzato dallo stesso Felice Romano, che precisa:
“Gli uomini che occupano le istituzioni sono stati scelti dal popolo italiano, quando noi difendiamo le istituzioni difendiamo il popolo. Noi siamo qui a fare questo e lo faremo sempre, anche se diremo la nostra sulle cose che non vanno”.
E’ proprio questo il punto, questo Governo, così come descritto nel parere della Consulta, non è l’espressione diretta della volontà popolare. Non è stato scelto dal Popolo.
Ora è opportuno attenersi ai fatti, esaminare lo scenario reale, al quale sia la Polizia che il Popolo, ovvero lo Stato per sua stessa costituzione, si trova davanti e lo si deve fare sulla base del Diritto e della sua applicazione, aspetti che la Polizia di Stato conosce bene nel dettaglio.
Non ci risultano precedenti a livello storico in cui la Corte più alta in grado, con il compito precipuo di sorvegliare la costituzionalità delle norme emesse dall’esecutivo, dichiari incostituzionale la LEGGE ELETTORALE, vera ossatura di un Paese democratico.
Tutto ciò non ha precedenti nella storia della Democrazia di tutti i Paesi del Mondo.
E’ doveroso accorgersi che è successo in Italia, il 4 dicembre 2013, per di più in parziale contrasto con quanto espresso dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo a marzo 2012.
La Consulta ha già dichiarato incostituzionale l’impedimento all’espressione diretta dei candidati da parte dei cittadini ma se consideriamo l’illegittimità del premio di maggioranza, solo togliendolo con una semplice operazione di sottrazione, Napolitano non avrebbe mai potuto convocare i leaders per la formazione di un Governo. Matematicamente, di fatto, il Governo che abbiamo di fronte non esiste. Non potendo tornare indietro nel tempo, ci atteniamo ai fatti e ai pareri autorevoli.
I parlamentari che sono stati eletti con il premio senza soglia, lo sono stati sulla base di una norma illegittima già dichiarata incostituzionale. Nel rispetto della sentenza della Consulta del 4 dicembre 2013, quindi, 150 Parlamentari che solo alla Camera non possono occupare più gli scranni.
Il giurista Gianluigi Pellegrino ha dichiarato:
“Il Parlamento e il governo non sono intervenuti con una riforma. Ora la sanzione costituzionale, priva le due Camere di ogni minima legittimazione costituzionale e politica. A questo punto vi è un dovere civico di procedere allo scioglimento, potendosi solo procedere come indica la Consulta ad una riforma elettorale che sia ampiamente condivisa, perché certo non si possono usare le maggioranze incostituzionali per approvare la legge elettorale. I parlamentari Sono stati eletti sulla base di una norma illegittima e ora devono essere sostituiti”.
Se l’espressione del voto ha un “vulnus” di fondo, un’illegitimità che mina alla base la norma che regola la chiamata alle urne, viene spontanea la domanda: “E’ davvero il cittadino italiano che ha scelto?”
La Consulta dice di no, anche senza aspettare le motivazioni della sentenza previste a Gennaio.
Quindi Felice Romano, a quali “eletti” fa riferimento nella sua dichiarazione?
Questo Governo, composto dalla casta filo-europeista, ansiosa di portare a termine i ” compiti a casa” assegnati dalle lobbies, nasce da uno stratagemma illegittimo. Un gioco di prestigio smascherato grazie ad un ricorso di un gruppo di cittadini presso la Consulta e non per i doveri di ufficio della stessa, che si sarebbe dovuta esprimere molto prima.
La Consulta ha finalmente di fatto ANNULLATO una legge del 2005, mettendo in evidenza le modalità con le quali sia stato messo in atto un colpo di Stato ai danni del Paese e degli italiani. Ricordiamoci ad esempio la nomina del Premier Monti.
Se la Grecia avesse avuto una sentenza di questo tipo in mano, nessuno a piazza Syntagma avrebbe aspettato le motivazioni.
In Italia siamo diventati così ligi?
Il costituzionalista Giovanni Guzzetta ha dichiarato a novembre 2013, prima del pronunciamento della Consulta:
“Se la Corte annullasse la legge elettorale, i vari politici invocatori del suo intervento salvifico si dovrebbero interrogare sulle conseguenze che questa pronuncia avrebbe sulla composizione dell’attuale Parlamento e sulla sorte del Governo. Perché non v’è dubbio che la decisione avrebbe effetti sulla legislatura attuale. Mi sembra molto dubbio dal punto di vista giuridico-costituzionale che si possano convalidare elezioni sulla base di una legge che la Corte ha appena dichiarato illegittima, con l’effetto di proseguire quattro anni di legislatura con una composizione illegittima”
Pietro Alberto Capotosti, Professore emerito di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, vice Presidente del CSM e Presidente, ora emerito, della stessa Corte Costituzionale nel 2005 ha dichiarato:
“Così il Parlamento è esautorato, non potrà più fare niente”
“Il problema è serio”.
L’opinione di un ex-membro della Consulta prevede che si attendano le motivazioni:
“Per ora nessuno andrà a casa, perché la sentenza entrerà in vigore quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, presumibilmente verso la fine di gennaio.
Ma il giorno dopo, i deputati che sono stati eletti grazie al premio di maggioranza diventano illegittimi”.
E rilancia:
“Un pronunciamento della Corte Costituzionale HA EFFETTO RETROATTIVO”, cioè vale dal giorno dell’entrata in vigore della legge dichiarata incostituzionale.
La legge n. 270 approvata il 21 dicembre del 2005, fu pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre ed entrò in vigore il giorno seguente. Quindi la sentenza della Consulta la invalida dal 31 dicembre 2005.
La parte più interessante però viene adesso. Capotosti aggiunge:
“In teoria, dovremmo annullare le elezioni due volte del Presidente della Repubblica, la fiducia data ai vari governi dal 2005 e tutte le leggi che ha fatto un Parlamento illegittimo. Senonché il passato si salva applicando i principi sulle situazioni giuridiche esaurite. Ma dal giorno dopo la pubblicazione della sentenza questo Parlamento è esautorato perché eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale. Quindi non potrà più fare niente, e questo è drammatico”.
La Consulta ha di fatto smontato la legge elettorale 270 / 2005 meglio conosciuta come Porcellum.
Questo strano tempismo porta a considerare che se si arrivasse a fine gennaio con la Gazzetta Ufficiale in mano, TUTTI i deputati eletti, sia all’opposizione che attualmente al Governo, dovrebbero uscire da palazzo.
Invece l’Italia è in piazza. Questo stato di cose indica molto più di quanto non sembri. L’accelerazione è evidente e funzionale.
Il ruolo della Polizia invece è determinante e quanto mai difficoltoso: deve saper discernere. In strada da un lato i leaders di coordinamenti e movimenti con l’unico obiettivo di fare uscire gli uomini di Governo dalle stanze del potere, ottenendo però anche un altro importante risultato: evitare che i membri dell’attuale opposizione vadano a finire nel grande calderone del “FUORI TUTTI” tra solo quattro settimane. Dall’altra parte una massa di Italiani veramente infuriati e stanchi.
Il Popolo questo lo ha capito e si aspetta che le Forze dell’Ordine siano in grado di gestire la situazione tutelando i suoi interessi, quelli del Popolo, ovvero quelli dello Stato.
Come voi, un Italiano.

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