domenica 9 febbraio 2014

Fare il salto dal pensiero positivo al pensiero intuitivo

 

È in partenza il workshop: il pensiero intuitivo in azione - See more at: http://antoniodelia.it/pensiero-positivo-intuitivo/#sthash.E6HHrN2B.dpuf
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Questa è la seconda parte dell’articolo precedente: La trappola del pensiero positivo e della legge di attrazione.
Siamo generalmente abituati a vivere la vita dal punto di vista della mente, ci identifichiamo con essa, utilizzando il pensiero logico e il pensiero associativo per la maggior parte del tempo. Il pensiero logico e il pensiero associativo ci mettono in contatto col mondo esterno, questa dovrebbe essere la loro unica funzione. Il pensiero logico dovrebbe permetterci di comunicare all’esterno dei messaggi e aiutarci a realizzare cose pratiche, meccanismi, marchingegni. In generale il pensiero logico dovrebbe limitarsi ad aiutarci a capire le cose dopo averle intuite.
Ad esempio Tesla intuiva immaginativamente le sue invenzioni e ne sperimentava il funzionamento visivamente, il pensiero logico era a supporto del pensiero intuitivo, in un secondo momento le realizzava e poteva quindi spiegarne i meccanismi. Il pensiero associativo ci aiuta nel momento in cui vediamo in bosco una forma allungata, lo associamo rapidamente ad un serpente ed entriamo in allarme. Per il resto non ne abbiamo molto bisogno, eppure è questo tipo di pensiero che monopolizza spesso la nostra vita, noi lo distinguiamo in pensiero positivo e negativo. Questo tipo di pensiero, insieme al pensiero logico, crea le emozioni, anche queste ultime le distinguiamo in positive e negative. Il pensiero intuitivo invece non è pensato dalla mente, è un segnale proveniente dalle nostre parti animiche. Queste inviano dei segnali che vengono recepiti dalla mente intuitiva o superconscio, a patto di non essere troppo impegnati nel pensiero associativo, e vengono poi tradotti dal pensiero logico che ci aiuta a seguire le indicazioni ricevute. Potremmo dire che la mente intuitiva “media” tra le parti animiche e la mente logica, mentre quest’ultima “media” tra la mente intuitiva e il mondo esterno. La mente intuitiva non produce emozioni, essa ascolta sensazioni (Spirito) e sentimenti (Anima).
Sviluppare il pensiero intuitivo significa, prima di tutto, ripulire le ferite ancora aperte al nostro interno, poi lasciare andare le istanze egoiche, in particolare entrare nell’idea della rinuncia psicologica al possesso di cose o persone. Quando arriveremo alla comprensione che la nostra mente (con cui ci identifichiamo solitamente) non è in grado di prendere decisioni per la nostra felicità allora saremo pronti a rivolgerci al nostro Spirito. Nel video porto Madre Teresa come esempio. Ne parleremo anche nel prossimo articolo.
fonte: Passare dal pensiero positivo al pensiero intuitivo.

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