giovedì 13 febbraio 2014

BOOM DI BIMBI CON SESSO "INCERTO", A ROMA UN AUMENTO DEL 50 PER CENTO

BOOM DI BIMBI CON SESSO "INCERTO",
A ROMA UN AUMENTO DEL 50 PER CENTO


Giovedì 20 Giugno 2013
ROMA -Boom di operazioni per il sesso inerto dei bimbi
Fino a pochi anni fa era una 'cosà di cui non parlare, da tenere nascosta. Ora, per fortuna, in molti casi non è più così. I cosiddetti disturbi della identità di genere oggi sono più facilmente riconosciuti e le persone sono più consapevoli che può esistere una soluzione al proprio dramma. 

Tanto che, nell'arco di soli 5 anni, si è registrato un vero 'boom' per gli interventi chirurgici per il cambio di sesso, con una richiesta del +25% a livello nazionale. La stima del fenomeno arriva dal direttore generale dell'Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, Aldo Morrone, e l'occasione è un convegno per celebrare proprio i 20 anni d'impegno dell'Azienda Ospedaliera - una delle poche in Italia specializzata in questo tipo di interventi - a favore delle persone transessuali e intersessuali, ovvero i cui cromosomi sessuali non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Il primo dato è, dunque, quello numerico: negli ultimi venti anni, gli interventi di 'cambio sessò eseguiti in Italia (sono 4-5 i centri specializzati sul territorio nazionale) sono circa 1500-2000, di cui 596 al S.Camillo.   Nel periodo 1992-2013 le persone che, da tutta Italia, si sono rivolte all'Ospedale romano sono state 1065 e per 596 si è stabilita la diagnosi di 'Disforia dell'identità di generè dopo lunghi e accurati incontri. Per 377 di queste persone si è trattato di una richiesta di transizione dal maschile al femminile, per 219 dal femminile al maschile. Un percorso lungo e complesso, dato che sono necessari più interventi per ogni paziente. Ogni mese, afferma Morrone, si rivolgono al servizio in media 10 nuove persone: «Sono al 91% italiane, con un'età media di 29 anni e un grado di istruzione medio-alto». Ma è negli ultimi 5 anni che le richieste, rileva, «hanno registrato un'impennata».   La ragione? «Oggi c'è maggiore consapevolezza del fatto che questo problema si può risolvere e ci sono le strutture specializzate dove la persona può essere seguita e aiutata». Al momento, precisa, «non c'è una certezza scientifica delle cause del disturbo d'identità di genere, anche se si ipotizzano basi psico-biologiche». E la richiesta di cambio sesso «è aumentata di circa il 50% negli ultimi anni anche per bambini e neonati: si tratta di piccoli - spiega l'esperto - affetti da disturbi della differenziazione sessuale che si presentano sin dall'età neonatale, con attribuzione incerta del sesso e difetti dello sviluppo sessuale. Ne è colpito circa 1 neonato su 4-5mila». In questi casi, vengono fatte analisi ormonali per capire quale sia la 'componente sessualè prevalente e, successivamente, su tale base si può optare per l'intervento chirurgico. Negli ultimi 5 anni, sottolinea, «abbiamo eseguito oltre 350 interventi di questo tipo su bambini entro i 6 anni di età». Un servizio importante «per ridare la speranza a tante persone e genitori, ma sul quale - denuncia Morrone - oggi grava un'ombra: il taglio di fondi e, anche, di personale». Queste operazioni, spiega, «sono infatti a carico del Servizio sanitario nazionale per la parte chirurgica, ma non per il percorso psicologico che è però un passaggio essenziale». Da qui un appello alle istituzioni ed anche al ministero delle Pari Opportunità. Intanto, però, al S.Camillo si va avanti: «Ad aiutarci sono anche tanti psicologi borsisti. Di certo - conclude Morrone - non possiamo dire 'nò a chi ci chiede aiuto». 

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