Assolta perché il fatto non sussiste. Cade l'accusa per Barbara Balanzoni, tenente dell'esercito chiamata in giudizio a rispondere del reato di disobbedienza aggravata e continuata per avere salvato la vita ad una gatta partoriente.
Nella giornata di apertura del processo a suo carico, su richiesta del Procuratore Capo della Procura Militare, cade la principale accusa
mossa all'ufficiale medico italiano di stanza, all'epoca dei fatti,
nella base militare italiana in Kosovo. La formula di assoluzione,
pronunciata prima che il dibattimento venisse aperto, tuttavia non chiude il processo: la Balanzoni dovrà rispondere anche dei reati di diffamazione aggravata ed ingiuria aggravata e continuata.
"Una decisione che mi lascia
l'amaro in bocca – ha dichiarato Balanzoni al termine dell'udienza –
perché, se da un lato sono stata assolta con formula piena per avere
salvato la micia e i suoi cuccioli, dall'altro purtroppo restano in
piedi gli altri due capi di imputazione in una vicenda che presenta
punti poco chiari. Mi auguro a questo punto che anche gli altri due capi
di imputazione cadano come è successo con il primo. Dal 2012 sto vivendo un vero inferno, spero di poter voltare pagina il prima possibile".
Soddisfatta la presidente nazionale
dell'Enpa, Carla Rocchi, che proprio martedì scorso - insieme al
responsabile comunicazione e sviluppo iniziative Enpa, Marco Bravi -
aveva consegnato al sottosegretario alla Difesa, la senatrice Roberta
Pinotti, le firme raccolte dal "popolo del web" a sostegno di Barbara.
"Giustizia è fatta, almeno per la questione della gatta.
Oggi è stato ribadito un principio cardine dal punto di vista etico e
giuridico: la difesa della vita di ogni essere vivente è un bene
primario e va tutelata prima di tutto – commenta Rocchi -. Per questo
dobbiamo ringraziare le numerosissime persone che hanno svolto un ruolo
fondamentale nella vicenda a partire dal sottosegretario Pinotti e dalla
senatrice Amati, intervenute a livello istituzionale. Ma dobbiamo ringraziare anche le centinaia di migliaia di persone, addirittura 178mila,
che in tutto il mondo hanno sottoscritto le petizioni a favore di
Barbara Balanzoni. Purtroppo, la vicenda giudiziaria avrà nuove fasi;
naturalmente l'Enpa continuerà ad essere al suo fianco promuovendo
iniziative anche sulla rete".
I fatti contestati all'ufficiale
medico della Riserva Selezionata, e denunciati da Enpa lo scorso
dicembre nell'imminenza del procedimento giudiziario, si riferiscono al
2012 quando Barbara Balanzoni, in servizio come medico rianimatore
presso la base militare italiana in Kosovo, contravvenendo
all'ordine di non avvicinare animali randagi, si adoperò – su
segnalazione di altri militari – per soccorrere una gatta partoriente che rischiava di perdere la vita.
L'intervento fu decisivo, ma il suo
gesto di alto valore etico le costò prima cinque giorni di consegna, poi
un rinvio a giudizio per disobbedienza aggravata e continuata, disposto
dal GUP il 13 dicembre 2013. Ben prima dunque che lo Stato Maggiore
Della Difesa intervenisse con una "smentita" a mezzo stampa sostenendo
che a Barbara Balanzoni non fosse contestato tale capo di imputazione.
Smentita alla quale l'ufficiale medico rispose a sua volta con una denuncia per calunnia, diffamazione e falso ideologico.
Roberta Ragni
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