In 10 anni persi 2,3 milioni di km quadrati di foreste.
Lo indica la prima mappa del cambiamento globale delle foreste, ottenuta con l'aiuto dei satelliti e pubblicata sulla rivista Science.
In
dieci anni si sono perduti 2,3 milioni di chilometri quadrati di
foreste e le nuove foreste occupano 800.000 metri quadrati, con un
bilancio negativo di 1,5 milioni di chilometri quadrati: lo indica la
prima mappa del cambiamento globale delle foreste, ottenuta con l’aiuto
dei satelliti e pubblicata sulla rivista Science.
La mappa ad alta risoluzione è il risultato della ricerca coordinata dall’università del Maryland e condotta in collaborazione con il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) e la società Google. Le osservazioni si basano sui dati forniti dal satellite della Nasa Landsat 7.
Per la creazione della bancadati, che sarà aggiornata annualmente, sono state utilizzate più di 650.000 immagini riprese dal satellite Landsat 7 tra il 1999 ed il 2012, che sono liberamente disponibili.
Dalla mappa emerge che fra il 2000 e il 2012 sono stati cancellati 2,3 milioni di chilometri quadrati di foreste e guadagnati circa 800.000 metri quadrati.
La ‘battaglia’ contro la deforestazione emerge, ad esempio, in Amazzonia. La mappa indica infatti che gli sforzi del Brasile per ridurre la deforestazione recentemente stanno riuscendo a rallentare la perdita annuale delle foreste in tutto il Paese, passata dia 40.000 chilometri quadrati del 2003-2004 ai circa 20.000 chilometri quadrati del periodo 2010-2011.
“Questa è la prima mappa dei cambiamenti globali delle foreste, coerente e pertinente anche a livello locale”, spiega Matthew Hansen, dell’Università del Maryland e principale autore dell’articolo. “Le perdite o gli utili della copertura forestale – prosegue – sono importanti per l’ecosistema”. I loro effetti, rileva l’esperto, hanno infatti conseguenze notevoli, dalla regolazione del clima alla biodiversità, dallo stoccaggio del carbonio alle risorse idriche. ”Finora però – conclude – non vi era stato alcun modo di ottenere dati accurati, basati su immagini satellitari e prontamente disponibili sia a livello locale che su scala globale”. Grazie alla mappa potrà migliorare ora la capacità di comprendere i cambiamenti delle foreste, sia quelli indotti dall’uomo che quelli naturali, e si potranno studiare con dati più precisi anche le implicazioni globali che queste mutazioni avranno sui sistemi sociali, ambientali ed economici.
http://www.lafucina.it
La mappa ad alta risoluzione è il risultato della ricerca coordinata dall’università del Maryland e condotta in collaborazione con il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) e la società Google. Le osservazioni si basano sui dati forniti dal satellite della Nasa Landsat 7.
Per la creazione della bancadati, che sarà aggiornata annualmente, sono state utilizzate più di 650.000 immagini riprese dal satellite Landsat 7 tra il 1999 ed il 2012, che sono liberamente disponibili.
Dalla mappa emerge che fra il 2000 e il 2012 sono stati cancellati 2,3 milioni di chilometri quadrati di foreste e guadagnati circa 800.000 metri quadrati.
La ‘battaglia’ contro la deforestazione emerge, ad esempio, in Amazzonia. La mappa indica infatti che gli sforzi del Brasile per ridurre la deforestazione recentemente stanno riuscendo a rallentare la perdita annuale delle foreste in tutto il Paese, passata dia 40.000 chilometri quadrati del 2003-2004 ai circa 20.000 chilometri quadrati del periodo 2010-2011.
“Questa è la prima mappa dei cambiamenti globali delle foreste, coerente e pertinente anche a livello locale”, spiega Matthew Hansen, dell’Università del Maryland e principale autore dell’articolo. “Le perdite o gli utili della copertura forestale – prosegue – sono importanti per l’ecosistema”. I loro effetti, rileva l’esperto, hanno infatti conseguenze notevoli, dalla regolazione del clima alla biodiversità, dallo stoccaggio del carbonio alle risorse idriche. ”Finora però – conclude – non vi era stato alcun modo di ottenere dati accurati, basati su immagini satellitari e prontamente disponibili sia a livello locale che su scala globale”. Grazie alla mappa potrà migliorare ora la capacità di comprendere i cambiamenti delle foreste, sia quelli indotti dall’uomo che quelli naturali, e si potranno studiare con dati più precisi anche le implicazioni globali che queste mutazioni avranno sui sistemi sociali, ambientali ed economici.
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