Effetto “collaterale” della sentenza della Corte Costituzionale: delegittimata la ratifica dei trattati europei
di Luciano Lago
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale (incostituzionalità
dell’attuale legge elettorale), i ”soloni” della Repubblica,
dall’impagabile presidente Napolitano, alla “fatina” di Montecitorio,
Laura Boldrini, incluso il presidente del Senato Grasso, sono tutti a
gettare acqua sul fuoco ed a pontificare che non è cambiato nulla e che
il Parlamento è pienamente legittimo e può continuare a legiferare ed
occuparsi delle riforme divenute urgenti ed “imprescindibili”.
In realtà la questione non è affatto come la raccontano i personaggi
politici ed istituzionali interessati a mantenere lo “status quo” a
tutti i costi, ad evitare elezioni immediate ed a conservare il più a
lungo possibile le proprie poltrone.
Non sarà facile mantenere lo “status quo”: basterà l’iniziativa di
uno o più gruppi parlamentari che vogliano dare le dimissioni in blocco
per mettere in crisi una camera in quanto saranno impossibilitati a
rieleggerli, in assenza di una legge elettorale valida. Vedremo nei
prossimi giorni chi vorrà prendere tale iniziativa.
Saranno invece inevitabili una valanga di ricorsi verso molti dei
provvedimenti normativi presi nell’ultimo periodo dai governi Monti e
Letta, come ad esempio la Legge Fornero che ha di colpo cancellato i
diritti acquisiti di lavoratori e pensionati, le ultime riforme del
fisco trasformatosi in una macchina vessatoria e punitiva per piccoli
imprenditori, commercianti, artigiani e famiglie e così tante altre
leggi varate da un Parlamento considerato ormai privo di ogni
legittimazione dalla stessa Corte Costituzionale.
Facile scommettere che sarà interessata ai ricorsi, come giudice di
ultima istanza, anche la Corte di Giustizia europea e sarà
interessante vedere come questa giudicherà la situazione italiana,
considerando i giudizi molto poco lusinghieri dati da questa sul
sistema giudiziario italiano ma tenendo presente che sono in gioco molti
e corposi interessi
Sembra strano che la stessa Corte Costituzionale abbia impiegato 9
anni per arrivare a definire incostituzionale la legge elettorale
denominata “Porcellum” mentre si è del tutto tappata gli occhi di fronte
alle violazioni della costituzione perpetrate in questi anni dalla
classe politica che ha sottoscritto i trattati europei in evidente
violazione di alcuni articoli della Costituzione. Parliamo ad esempio
del trattato di Maastricht , di quello di Lisbona, ed in particolare del
trattato del Fiscal Compact , quello del vincolo insormontabile del 3%
sul bilancio dello stato. Sono stati palesemente violati l’ articolo 1
(“la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei
limiti della Costituzione”), nonché una serie di altri articoli quali
l’art. 42 “ La proprietà è pubblica o privata . I beni economici
appartengono allo Stato …..” ( se la moneta euro, essendo bene economico, appartiene alla BCE ,leggasi gli altri commi). Vedi http://www.byoblu.com/post/2012/08/08/per-entrare-in-europa-abbiamo-violato-la-costituzione-ecco-perche-la-corte-costituzionale-tace.aspx
C’è un aspetto però che diventerà preminente per la situazione di
gravissima crisi in cui l’Italia è precipitata per effetto dell’euro,
delle politiche di austerità e per le direttive imposte dalla Troika
europea.
La sottoscrizione di alcuni trattati europei potrà essere impugnata
in quanto effettuata da esponenti politici che non avevano legittimità a
disporre per conto del popolo italiano della cessione di sovranità e
sottomissione alle centrali finanziarie di Bruxelles e Francoforte.
Questo è già oggetto dei primi ricorsi al Parlamento europeo da parte di
legali o di semplici cittadini i quali eccepiscono la nullità dei
trattati sottoscritti dai rappresentanti politici italiani quali i
Prodi, i Berlusconi, i Monti, i Letta e lo stesso Napolitano in quanto
non legittimati a rappresentare i popolo italiano visto che erano stati
eletti con legge incostituzionale. Stessa questione anche per il
Parlamento che ha ratificato tali trattati. Si trattava di un Parlamento
costituito da “nominati”, non eletti e di conseguenza non era
legittimato a ratificare ed i suoi atti vanno considerati nulli ad ogni
effetto. Nulla vieta che gli effetti della sentenza della suprema Corte
vengano considerati retroattivi così come è avvenuto per la legge
Severino che ha sancito la decadenza di Berlusconi da senatore.
Si spiana quindi la possibilità di un ricorso per vie legali agli
organismi direttivi della UE dove si potrà ottenere la possibilità di
una rinegoziazione di tutti i trattati sottoscritti dai governi italiani
degli ultimi nove anni.
Questo, che rappresenta un possibile sbocco, richiede uno
scioglimento delle attuali camere e l’elezione di una maggioranza che
dia luogo ad un governo di autentica rappresentanza popolare e che non
sia succube agli interessi del cartello bancario dominante in Europa.
Le occasioni per il riscatto di una Nazione e per il recupero della
sua sovranità si presentano nella storia a volte in maniera quasi
fortuita, la questione essenziale è se ci sarà qualcuno interessato a
coglierla ed a innalzare la bandiera di un riscatto nazionale.
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