Cari lettori di Altrogiornale,
oggi abbiamo deciso di proporvi una tematica abbastanza scottante, come
d’altronde è inevitabile quando si affrontano temi che implicano il sentire più
profondo e che determinano scelte di vita, come la religione e la fede che le è
necessariamente annessa.
Tutti noi, quando da bambini siamo stati indotti – più o meno volontariamente – a frequentare le lezioni di catechismo, siamo stati indottrinati al contenuto dei dieci comandamenti consegnati – secondola Bibbia– a Mosè sul monte Sinai, decalogo obbligatoriamente da rispettare affinché un fedele possa definirsi “Cattolico”.
Ma se vi dicessi che i dieci comandamenti che ci sono stati finora propinati sono stati quasi completamente inventati dalla Chiesa, perché nel decalogo della Bibbia originale… non esistono …la situazione come cambierebbe?
I veri dieci comandamenti, ben diversi da quelli a noi insegnatici, sono presenti nella Bibbia nei libri dell’Esodo 20: 2-17 e in Deuteronomio 5: 6-21; riportati di seguito nella tabella (a sinistra) e comparati con i comandamenti falsificati della versione ufficiale del catechismo cattolico (a destra):
Tutti noi, quando da bambini siamo stati indotti – più o meno volontariamente – a frequentare le lezioni di catechismo, siamo stati indottrinati al contenuto dei dieci comandamenti consegnati – secondola Bibbia– a Mosè sul monte Sinai, decalogo obbligatoriamente da rispettare affinché un fedele possa definirsi “Cattolico”.
Ma se vi dicessi che i dieci comandamenti che ci sono stati finora propinati sono stati quasi completamente inventati dalla Chiesa, perché nel decalogo della Bibbia originale… non esistono …la situazione come cambierebbe?
I veri dieci comandamenti, ben diversi da quelli a noi insegnatici, sono presenti nella Bibbia nei libri dell’Esodo 20: 2-17 e in Deuteronomio 5: 6-21; riportati di seguito nella tabella (a sinistra) e comparati con i comandamenti falsificati della versione ufficiale del catechismo cattolico (a destra):
Il
Decalogo originale secondo l’Antico Testamento (Deuteronomio 5: 7-21):
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Il Decalogo secondo la Chiesa Cattolica:
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1.
Non avere altri dèi di
fronte a me.
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1.
Non avrai altro dio fuori di me.
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2. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è
lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla Terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
Non ti prostrerai davanti a
quelle cose e non le servirai. Perché
io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano,
ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e
osservano i miei comandamenti
|
!?
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3.
Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non
ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.
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2.
Non nominare il nome di Dio invano.
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4.
Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha
comandato. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è
il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo
figlio, né tua figlia, né il
tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo
asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue
porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricordati
che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto
uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti
ordina di osservare il giorno di sabato.
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3.
Ricordati di santificare le feste.
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5.
Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché
la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.
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4.
Onora tuo padre e tua madre.
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6.
Non uccidere.
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5.
Non uccidere.
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7.
Non commettere adulterio.
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6.
Non commettere atti impuri.
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8.
Non rubare.
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7.
Non rubare.
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9.
Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
|
8.
Non dire falsa testimonianza.
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!?
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9.
Non desiderare la donna d’altri.
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10.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo
prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava,né il
suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.
|
10.
Non desiderare la roba d’altri.
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Come è possibile constatare dalla tabella comparativa, nel primo comandamento del decalogo del Deuteronomio – il comandamento originale per intenderci – Dio comanda al suo popolo di “non avere altri dèi al di fuori di lui”, ammettendo implicitamente l’esistenza e la presenza di più dèi.
Il vero motivo per cui
l’ipotetico redattore della Bibbia (di certo un alto dirigente ebreo, e non
Dio!) ha imposto agli ebrei questo comandamento è perché, nonostante vi fossero
diversi tentativi di unificare il popolo ebraico ormai allo sbaraglio dopo la
cacciata dall’Egitto, gli ebrei, infischiandosene altamente di ciò che diceva
il loro dio, o di chi glielo voleva imporre, non furono mai fedeli a questa
divinità dimostrando addirittura in molti casi di non conoscerla neppure,
adorando ogni sorta di divinità egizia, sumera, assira, fenicia ed altre divinità
di tutte le razze e religioni; tutte eccetto il dio biblico.
Per poter riparare a tutte queste chimeriche anomalie, poiché sarebbe potuto sembrare ridicolo agli occhi di un credente non ebreo che il dio Creatore dell’Universo fosse in competenza con altre divinità,la Chiesadecise all’unanime di trasmutare grammaticalmente il “numero” della parola “dèi” dal plurale al singolare (dio), in modo tale da cambiare il significato all’intero contesto della frase.
Per poter riparare a tutte queste chimeriche anomalie, poiché sarebbe potuto sembrare ridicolo agli occhi di un credente non ebreo che il dio Creatore dell’Universo fosse in competenza con altre divinità,la Chiesadecise all’unanime di trasmutare grammaticalmente il “numero” della parola “dèi” dal plurale al singolare (dio), in modo tale da cambiare il significato all’intero contesto della frase.
Nel secondo comandamento
originale Dio vieta di fare immagini, dipinti, statue e quindi ogni sorta di
raffigurazioni “di ciò che è lassù in cielo, di ciò che è quaggiù sulla terra e
di ciò che è nelle acque sotto la Terra”, ovvero di ogni eventuale immagine
sacra e divina riguardante sia la presente religione sia le religioni
straniere, alle quali era comunque vietato aderire. Nel prosieguo del
comandamento lo stesso Dio, onnisciente e perfettissimo, ammette di essere un
dio geloso e vendicativo, ponendo questa sua irascibilità come valido motivo per
il quale agli ebrei era vietato fare immagini e raffigurazioni d’ogni genere e
forma (“Perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa
dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi
odiano”).
Il vero secondo comandamento,
insomma, vieta alla religione cristiana di essere una religione idolatra; di
conseguenza – se ci si attenesse alla lettera – paradossalmente per Dio
chiunque abbia adorato almeno una volta nella vita una immagine od una
rappresentazione della Madonna, del Crocifisso, di padre Pio, o qualunque sorta
di immagine sacra riconosciuta o meno dalla religione Cattolica e Cristiana –
compreso ovviamente chi si sia recato almeno una volta nella propria vita in un
edificio sacro come una chiesa – dovrebbe essere immediatamente scaraventato
all’inferno! Questo comandamento deciso dal dio biblico mette anche fine ad
ogni discussione sull’eventuale presenza del simbolo del crocifisso nelle aule
scolastiche e di tribunale; ed opporsi a questo vorrebbe dire rinnegare e
mettersi contro le stesse leggiproclamate dal dio degli Ebrei.
Inoltre come può un’entità
perfetta, onnipotente, onnipresente ed onnisciente, che dovrebbe quindi esulare
da ogni legge fisica e terrestre, e perciò essere una forza trascendente,
dichiarare per sua stessa ammissione di essere una entità gelosa e vendicativa,
e peraltro farlo in un libro scritto da lei stessa colmo di incongruenze
logiche ed anacronismi storici?
Se Dio è geloso non è perfetto,
se Dio è perfetto allora non è il dio della Bibbia! Poiché il secondo
comandamento del decalogo del Deuteronomio va contro ogni etica e morale del
Cattolicesimo, questo comandamento viene completamente soppresso ed eliminato
dal Decalogo secondola Chiesa Cattolica.
Con la stessa furbizia ed
insostituibile acribia, il cupolone del Vaticano si è anche reso conto che
probabilmente i credenti odierni non avrebbero più accettato e seguito
ciecamente la religione Cattolica sapendo che le loro principali leggi
avrebbero proclamato ed esacerbato la schiavizzazione dell’uomo, e così si è
reso necessario un altro taglio della “pia forbice Cristiana” che ha dato una
bella spuntata al quarto ed al decimo comandamento, dove si diceva di non far
lavorare il proprio schiavo e la propria schiava nel giorno di Sabato nel
quarto, e di non desiderare lo schiavo o la schiava d’altri nel decimo,
relegando in questo modo gli schiavi alla pari della merce e calpestando ogni
loro più bassa dignità.
Avendo rimosso completamente il
secondo comandamento originale, a questo punto la Chiesa si è ritrovata con
soli nove comandamenti, anziché dieci; così, per riportare il numero dei
comandamenti falsificati uguale a quello degli originali, i falsari hanno
diviso in due il decimo comandamento del Deuteronomio, formando il nono dalla
prima parte di esso ed il decimo dalla seconda parte, semplificandolo ed
omettendo ovviamente le frasi dove venivano citati gli schiavi. Così il
comandamento“Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa
del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il
suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo” viene
diviso in due e trasformato in “Non desiderare la donna d’altri” del nono
comandamento ed in “Non desiderare la roba d’altri” del decimo.
Questi comandamenti vengono
ripresi, oltre che in parte dal codice di Hammurabi del 1750 a.C. (periodo in
cui gli Hyksos conquistarono il Basso Egitto), dove si fa uso della Legge del
taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per essere anche alla base
della legge del profeta biblico Mosè, soprattutto dal “Libro dei Morti” egizio,
supporto che serviva alla risurrezione per raggiungere il campo dei giunchi,
ovvero il paradiso. Questo papiro conteneva vari artifizi per poter superare
delle prove davanti agli dèi chiamate “confessioni in negativo”, che
permettevano l’approdo alla porta successiva. Gli alti dirigenti egizi
pensarono bene di far credere ai loro polli che, in caso di risposta sbagliata,
gli dèi li avrebbero puniti per l’eternità; questo per costringerli a comprare
il papiro che permetteva di ingannare, anche con l’ausilio di altri amuleti,
gli dèi celesti.
Il costo di questo papiro era
quasi la metà del lavoro di un anno di un artigiano, più il costo di altri
amuleti che servivano soprattutto a superare la prova finale. Davanti ad ogni
porta ci si trovava di fronte ad un dio, e l’uomo, o meglio la sua anima,
rispondeva dicendo “io non ho rubato”, “io non ho ucciso”, “io non ho
desiderato la roba (schiavi, donne, denaro, animali etc.) d’altri” e via
dicendo. Superate le quarantadue porte il defunto si trovava davanti ad Horus
che, attraverso la pesa del cuore, decideva il suo destino. Il defunto estraeva
il suo cuore da una scatolina ed Horus lo poneva sul piatto di una bilancia,
controbilanciata dalla parte opposta da una piuma. Se la bilancia si manteneva
in equilibrio l’uomo andava nel campo dei giunchi, altrimenti era…l’inferno, o
la sua distruzione. Il costo del papiro era di sei mesi di lavoro da parte di
chi lo comprava, più altri amuleti che venivano venduti a parte per ingannare
gli dèi dalle bugie del morto. Nacque così il primo merchandising religioso da
parte dei sacerdoti egizi, normali uomini che, per sbarcare il lunario,
preferirono vendere un prodotto molto richiesto, ieri come oggi: l’illusione
della vita eterna.
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