lunedì 29 ottobre 2018

Di chi è il parlamento? – La guerra per l’imposizione dei vaccini

Vaccini - Di chi è il parlamento?
Oggi alla Commissione Sanità, in parlamento, si inizia a discutere della nuova legge sui vaccini che sostituirà la legge Lorenzin. (Ddl 770, primo firmatario Stefano Patuanelli, M5S).
Le audizioni si terranno all’interno della Commissione durante le prossime settimane: non vi sarà un dibattito esteso all’aula. I parlamentari, nel loro insieme, potranno approvare o bocciare soltanto il testo finale. La richiesta per presentarsi in audizione è scaduta oggi.
È doveroso denunciare un fatto che non so se sia meglio definire “ingiusto” o dovuto a un “conflitto di interessi” o, peggio ancora, chiamarlo uno “scippo della democrazia”. Ma temo che le tre espressioni non bastino a descrivere l’accaduto.

A fine settembre il Comitato per la libera scelta vaccinale – che riunisce 70 associazioni di genitori, sparse sul territorio italiano – ha chiesto un’aula in parlamento per presentare una proposta di legge popolare. Sono state raccolte 75.000 firme certificate (15mila in più di quelle previste dalla Costituzione), per un disegno di legge che prevede la raccomandazione delle vaccinazioni e la non esclusione dalle scuole. Qui il testo.
La richiesta però è stata rifiutata. Il parlamento ha detto No.
No, voi non potete presentare qui il vostro disegno di legge (senza dire perchè, e stop).
No ai genitori (che sono anche elettori e contribuenti).
Ma dove avrebbero dovuto presentare una proposta di legge i cittadini italiani, se non in parlamento?
E di chi è il parlamento?

Andiamo avanti.
Si è poi saputo che oggi, poco dopo l’inizio dei lavori in Commissione Sanità, alla Sala Atti parlamentari, si sta svolgendo un convegno della Glaxo: “Global Health: l’Italia driver di best practice”. L’azienda produttrice di vaccini discuterà del ruolo di primo piano svolto dall’Italia nell’ambito delle strategie vaccinali.
Prendetevi qualche minuto di tempo per leggere il comunicato dei genitori, qui: al convegno sono stati invitati gli stessi deputati della Commissione sanità che dovrebbero lavorare sulla legge. Poi, dopo le richieste di spiegazioni, qualcuno ha deciso di non partecipare al convegno.
Morale: alla richiesta di avere un’aula in parlamento, alla Glaxo è stato risposto sì. E stop.
La Glaxo produce vaccini; è un nostro fornitore. Ma lo Stato siamo noi e il portafogli è nostro…
Ma noi no, non abbiamo diritto a un posto in parlamento. Loro sì e noi no.

Paga e taci.
Mi rivolgo al ministro Grillo e al suo primo consigliere scientifico, l’epidemiologo e studioso Vittorio Demicheli che nel 2015 davanti a un Piano Vaccinale da lui giudicato “fotocopia di quello delle industrie”, scrisse su Il Sole24ore che “questo modo di fare politica sanitaria avrebbe danneggiato la cultura delle vaccinazioni e favorito quella del complotto”.
Fonte immagine
Una profezia?
E ora, ministro Grillo, che il testo di legge in discussione prevede un “obbligo flessibile” da 0 a 90 anni, per “tutte le vaccinazioni che le autorità riterranno necessarie, quando la situazione lo richiederà”, noi dovremmo stare tranquilli?
Ps. Illustro brevemente cosa occorrerebbe per farci stare tranquilli: nessun obbligo preventivo in vista di infezioni che “potrebbero” colpirci, visto che le possibilità di contrarre virus e batteri per ciascuno di noi sono infinite, possibili ma non necessarie (non è detto che tutti ci si ammali).
Le misure obbligatorie (vedi blocco del traffico causa polveri sottili o chiusura delle scuole quando c’è un’alluvione) si attuano quando un pericolo è reale; insomma, la società in cui viviamo ha tutti gli strumenti per far fronte alle emergenze (vere).
Ps. Legenda sul Ddl 770. Il testo parla di urgenze epidemiche o epidemiologiche per attuare l’obbligo vaccinale su tutta la popolazione.
Epidemicasta per pandemia (ad esempio la suina o l’aviaria in passato solo paventate e mai avvenute). Una pandemia è già stata prevista nei prossimi anni da Bill Gates: il fondatore della Microsoft ha già calcolato che farà 33 o 34 milioni di morti. Leggete qui.
Epidemiologica” invece si riferisce al caso in cui le coperture vaccinali dovessero scendere sotto gli obbiettivi del Piano vaccinale (95% di copertura per tutti?).
Ci chiediamo: obbligo flessibile significa obbligo forever?


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domenica 28 ottobre 2018

LA GEOINGEGNERIA E LA DISTRUZIONE SISTEMATICA DEI RACCOLTI E DEI PICCOLI ORTI

LA GEOINGEGNERIA E LA DISTRUZIONE SISTEMATICA DEI RACCOLTI E DEI PICCOLI ORTI
Anche solo guardando un piccolo orto ci si avvede della micidiale opera della geoingegneria sulle colture, nelle foto che riporto a fondo articolo si possono vedere come delle piante di pomodoro dopo una sola pioggia ininterrotta di 36 ore(tra il 22 e il 23-10-2018) siano rimaste letteralmente bruciate dai veleni chimici che ci vengono dispensati giornalmente attraverso la geoingegneria clandestina, in detta circostanza dopo appena due giorni anche i pomodori(maturi e non) che erano ancora sulle piante si sono "bruciati". 
Un’operazione mirata che i padroni del mondo fanno spesso con le nostre coltivazioni danneggiando a turno questa o quella tipologia di pianta.

In questo episodio sono stati interessati solo i pomodori mentre i peperoni, le zucche, le zucchine, il basilico, il prezzemolo, le melanzane non sembra abbiano subito alcun danno rilevante.
Negli anni scorsi invece è stata la volta delle zucchine che nascevano deformi o non riuscivano a raggiungere la naturale maturazione e dei cetrioli che ne hanno fatto le spese(bruciati), ricordo anche che l’anno scorso sempre i pomodori vennero gravemente danneggiati, letteralmente bruciati in una sola settimana d'estate a causa di un irraggiamento elettromagnetico evidentemente tarato sulla loro lunghezza d’onda combinato con un aria satura di sostanze chimiche/metalli e temperature più alte della norma ma non tali da causare certe anomalie, di quest'ultimi eventi però non ho le foto. 
Di esempi così ce ne sono a bizzeffe, molti tipi di piante vengono attaccate sistematicamente e decimate; fate una piccola ricerca e vedrete che anche nel piccolo vi potrete accorgere che ciò che dico corrisponde al vero.

Oggi quindi mio malgrado ho raccolto tutto il marciume e gettato via una decina di kg di pomodori e analogamente circa un mese fa ho dovuto gettare più di 200 kg di uva che nel giro di soli 4 giorni si è “bruciata” di colpo.
Giusto per precisare queste sostanze altamente velenose non intaccano solo i raccolti, ma tutti gli esseri viventi umani compresi che come ben sappiamo si ammalano sempre di più. Credo che sia ora di prendere coscienza di questa vera e propria guerra ambientale contro ogni forma di vita del pianeta e pretendere con estrema determinazione un blocco immediato delle attività dai nostri carissimi "amici" governanti che ora se la ridono, ma se fossimo uniti... 

E’ doveroso guardare a questo fenomeno da una prospettiva più ampia infatti simili attacchi sferrati ad un singolo non fanno grandi danni, ma quando è uno stato intero ad essere preso di mira e l’Italia lo è, allora il settore ne risente pesantemente e costringe a dover ricorrere a materie prime provenienti da altrove, come se la nostra agricoltura non fosse già stata ampiamente stroncata dalle leggi nefaste del mercato globale. 

Non è da dimenticare che comunque il fine ultimo di queste criminali attività è l’uomo, la sua distruzione per come oggi è. Non è più un segreto che l’establishment globale ci stia sfoltendo molto velocemente e quei pochi che rimarranno dovranno essere docili schiavi; insomma l’"esperimento uomo", perché questo siamo, è andato male per i padroni che ora stanno cercando un rimedio in tutta fretta. 

Per la gente è tutto normale, non sta succedendo niente, finchè forse non gli succederà qualcosa direttamente e allora…
PIANTE POMODORI OTTOBRE 2018
(CLICARE PER INGRANDIRE LE IMMAGINI) 



















POMODORI "BRUCIATI" OTTOBRE 2018
(CLICARE PER INGRANDIRE LE IMMAGINI) 
 


POMODORI GUASTI 2017 - ALTRE PIANTE OTTOBRE 2018
(CLICARE PER INGRANDIRE LE IMMAGINI) 








Buona giornata, come al solito artificiale.

Marcello Salas

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Morte cerebrale? Una bugia, serve per togliere organi a persone vive

«Visitai Alfie: il problema è la “morte cerebrale”»
di Benedetta Frigiero
Da dove nasce l’approccio medico svelato al mondo in maniera palese dal piccolo Alfie Evans?
La risposta per il dottor Paul Byrne, neonatologo di fama internazionale, che nel dicembre del 2017 visitò il piccolo, è chiara: «Anche se Alfie non fu dichiarato cerebralmente morto, tutto nasce dalla definizione di “morte cerebrale”. Una visione per cui la vita è misurata sulla quantità di funzioni dell’encefalo».
Da dove nasce l’approccio medico svelato al mondo in maniera palese dal piccolo Alfie Evans? La risposta per il dottor Paul Byrne, neonatologo di fama internazionale, che nel dicembre del 2017 chiamato dalla famiglia del bambino volò a Liverpool per visitarlo, è chiara da anni: «Tutto nasce dalla definizione di morte, non più clinica ma cerebrale, sancita nel 1968 da una commissione medica di Harvard».

Dottor Byrne, ci spieghi perché lei differenzia la morte reale dalla morte cerebrale e quali implicazioni ha questa distinzione? Ho avviato una terapia intensiva per bambini malati nel 1963 presso il Cardinal Glendon Hospital for Childrend di St. Louis, ero profondamente animato dall’intenzione di sostenere la vita in ogni modo possibile.
Durante questo periodo, sono state scoperte nuove terapie. Ma pochi anni dopo cominciò a diffondersi una nuova definizione di morte: il paziente non era più considerato morto solo dopo la cessazione delle funzioni cardiache e circolatorie, quindi anche respiratorie e del sistema nervoso, ma bastava rilevare l’assenza di attività dell’encefalo per dichiararlo morto.
Nel 1975 nel mio reparto fu ricoverato un bimbo nato prematuro, Joseph. Venne ventilato e poi dichiarato cerebralmente morto perché il suo elettroencefalogramma non dava segni di attività. Ma Joseph era vivo, quindi continuai a curarlo: oggi è padre di tre figli. Da quel momento ho cominciato a interrogarmi sulla definizione di morte cerebrale, scoprendo che era una bugia.

Cosa c’entra tutto questo con Alfie che non era stato dichiarato “cerebralmente morto”? Questa visione ha un impatto enorme sui pazienti come Alfie. Se concepiamo le persone morte, e quindi non più degne di cure, quando il loro cervello non dà segnali di attività, si arriva a pensare che la persona con attività cerebrali minime abbia minore dignità.
Se la misura della vita è il cervello allora diventa normale pensare che siccome parte del cervello di Alfie non appariva normale (aveva anche le convulsioni), allora il bambino era quasi morto e quindi non degno di cure.
Non a caso, anche se Alfie era vivo, invece che ricevere la tracheostomia e le cure, hanno deciso, come se fosse normale, di farlo morire. Quando poi lo hanno visto respirare per quattro giorni anche senza la ventilazione, i medici, pur sorpresi, sapevano che avrebbe faticato a riprendersi senza cure adeguate.

Come si sarebbe comportato come medico di fronte ad Alfie? Tutti i medici sanno che dopo due o tre settimane di ventilazione, e certamente dopo un anno e mezzo come per Alfie, è necessario praticare la tracheostomia. Non sappiamo se poi Alfie avrebbe respirato più a lungo con la tracheostomia. L’unico modo per saperlo era curarlo.
I genitori di Alfie hanno combattuto contro questa visione riduttiva e falsa e hanno svelato a molti la verità che il mondo, immerso nella cultura della morte, non vede più. O meglio la vedono le persone normali che non sono state ancora indottrinate, come la gente che ha protestato a Liverpool.
Come le sono apparsi Alfie e la sua famiglia? Siamo immersi nella cultura della morte e Alfie è stato chiamato a farcelo capire grazie ai suoi genitori che si sono posti contro un sistema medico e giuridico gigantesco, non diverso da quello canadese e americano.
La morte cerebrale è un’imitazione della morte, non è morte reale. Ma è utile al mercato degli organi, che spinge a guardare le persone il cui sistema circolatorio è attivo come non persone e il loro corpo come un insieme di pezzi da ricambio.

In poche parole sta dicendo che la cultura della morte nasce dalla donazione di organi di persone vive. Non è possibile espiantare gli organi da un cadavere. Per farlo c’è bisogno di una persona viva, che però bisogna chiamare morta per giustificare questa prassi.
In questo modo si comincia a pensare che la vita c’è ed ed degna solo se una persona ha le funzioni cerebrali almeno minimamente attive, altrimenti perde di dignità. Questa visione è parziale ed elimina la concezione di anima.
Dottore, qual è invece la sua concezione? La vita di ogni persona è un continuum dal concepimento alla morte reale (mors vera), che ha dignità anche se la condizione in cui si trova non ci piace. Si deve continuare a curare ogni persona finché le sue funzioni respiratorie, cerebrali e circolatorie non sono tutte cessate.

Pensa che sia una coincidenza che la definizione di “morte cerebrale” e il primo trapianto si siano verificati uno in fila all’altro nel 1967-68?

sabato 27 ottobre 2018

Cure alternative per il tumore al seno e il rifiuto delle terapie oncologiche di Umberto Veronesi!

Umberto Veronesi taglia tette ma non si fa toccare dagli oncologi!

I dubbi ed i misteri sulla morte del Prof. UMBERTO VERONESI(video)

Veronesi rifiuta le cure oncologiche?
Se è vero che il Veronesi si è ammalato di cancro e se è vero che si è rifiutato di farsi avvelenare dalla chemioterapia e demolire dalle radiazioni ionizzanti, sopravvengono, a rigore logico, dubbi e sospetti.

(1) Il massimo esperto di oncologia e prevenzione contro il tumore non è capace di prevenire il proprio, di tumore? – Nota che quando si celebra il “massimo esperto”, il “padre dell’oncologia”, il “pioniere della mammella mutilata”, si monta la panna del mito, del personaggio immaginario, dell’icona, del “benefattore” che va in televisione. Questo è già un fatto storicamente sospetto. 

Mi fido di più di un medico radiato dall’ordine, se devo farmi curare, piuttosto che di uno che va in televisione e che è celebrato dai bugiardi, falsari, calunniatori, analfabeti della propaganda televisiva e della cartaccia stampata. E comunque, le multinazionali dei veleni, che controllano i ruffiani della propaganda, pagando, hanno voluto tenere nascoste le cause della sua morte, per evidenti ragioni di opportunità finanziaria.

(2) Se pure non fosse stato necessariamente il “massimo esperto italiano”, perché se uno dà retta ai giornalisti finisce per considerare “la scema del crimine” – la Bruzzone – una criminologa, che poi non si sa neppure che razza di mestiere sia, dai e dai alla fine avrà pure capito qualcosa sul cancro, sulla sofferenza indotta e sulla pericolosità delle torture oncologiche. Sarà stato in grado, almeno lui, di LEGGERE ATTENTAMENTE il foglietto illustrativo, sul quale l’industria dei veleni ammette che i suoi veleni contro il cancro sono cancerogeni. 
E allora il Veronesi deve aver detto: “Oh, io le tette le taglio, mica me le faccio tagliare”. Ed è questo un malcostume condiviso da parecchi ruffiani in camice bianco, sempre così tranquilli, che si accostano alla sofferenza degli altri con freddezza, pensando sempre che i suoi colleghi macellai “tanto lo fanno a loro, mica a me”. 

Il medico, anche quello ignorante, ne sa sempre abbastanza sulla medicina per evitare di farsi curare da altri suoi compari in camice, e infatti c’è il detto popolare nelle corsie degli ospedali di tutto il mondo “il medico è il peggior paziente.” e ti credo, dopo quello che ha fatto e che ha visto fare!
Sia come sia, prima di far mutilare le tette di una donna, se la cosa mi riguardasse, proverei sicuramente delle alternative. Le alternative ci sono, gli sciacalli della Tv hanno ancora il monopolio della comunicazione ma non è più un monopolio assoluto. 

Per esempio proverei sicuramente questa alternativa:

Terapia naturale Cancro al seno: la terapia del Dott. Tullio Simoncini (video)

Carcinoma al seno guarito con il bicarbonato di sodio in base alla Terapia Simoncini(video)

Metodo Simoncini Tumore al seno curato e guarito con il bicarbonato di sodio(video)

Metodo Simoncini - Tumore al seno (video)

Metodo Simoncini - Tumore al seno(02) (video)

Dr. Simoncini cura il cancro via e-mail gratuitamente (video)

Carcinoma duttale infiltrante guarito con il bicarbonato di sodio con la terapia Simoncini(video)

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Governo(Di Maio): esecutore totale delle politiche di monopolio del cartello bancario internazionale. Le prove a suo carico.

Luigi di Maio, le prove a suo carico 

Luigi di Maio, lecca-suole da gennaio a gennaio(video vimeo)

La fabbricazione di una coltre di complicazioni e difficoltà da infliggere ai cittadini contribuenti, per far loro implorare il paternalistico perdono da parte dello stato tiranno, è una delle tante attività nocive e totalmente gratuite che impegnano a tempo pieno i burocrati degli enti di stato. Per esempio, esiste un solo commercialista in Italia che sia in grado di garantire che la posizione amministrativa e fiscale di uno solo dei suoi clienti è perfettamente in “sintonia” con la moltitudine di indicazioni e controindicazioni imposte dagli aguzzini dell’erario ai contribuenti?
Il sistema tributario è un labirinto di complicazioni e di articolate fabbricazioni esoteriche che non permette a nessuno di essere “in regola” al 100% e ciò favorisce la pratica dell’oppressione e dell’oppressione fiscale, sia in via preventiva che consuntiva. Il contribuente soffre costanti stati di ansia e sensi di colpa, perché sa di non essere mai completamente “in regola”, e il tiranno si atteggia per l’estensibilità e la flessibilità della sua capacità repressiva. In qualunque momento può decidere di portare via la roba di Tizio o di Caio, sapendo di non dover faticare ad inventare i pretesti e, con la normativa “liberticida-giustizialista” prodotta fraudolentemente negli ultimi anni, lo può fare con semplice atto amministrativo,
senza dover andare per la via giudiziaria.

È un sistema corrotto e pervertito in ogni parte e alla sua corruzione e perversione hanno partecipato, quantomeno assistito senza dire mai nulla, in questi ultimi penosissimi 18 anni, i bravi ragazzi del movimento delle cinque palle. Oggi, il loro patetico rappresentante, Luigi di Maio, divenuto attore televisivo compulsivo, presenta in televisione le nuove trovate per complicare la vita degli umiliati e degli oppressi, ostentando la farsa del “reddito di cittadinanza condizionato”.

Lo stato paternalistico dà, sì, perdona, sì, ma il cittadino non deve fare “il furbo”, deve mettersi in fila, compilare il modulo di richiesta delle successive richieste e abbandonarsi all’inesauribile serie di ostacoli e condizioni e complicazioni che la burocrazia impone agli umiliati e agli oppressi. Che sia una farsa si vede da subito e vedremo fra qualche mese se, effettivamente, qualche cittadino più uguale degli altri sarà riuscito ad ottenere un gettone-viveri, come le schede che usano le massaie russe a Mosca per la razione del pane, durante la seconda guerra mondiale. Il trucco qui è questo: non ti dico di no, ti dico di sì ma, grazie alle complicazioni e alle condizioni e agli ostacoli che ti faccio incontrare lungo il percorso, alla fine la tua razione di pane non l’avrai, o l’avrai ridotta ad una quota tanto ridicola da non giustificare il tempo e lo sforzo prodotto per ottenerla. Tutto questo, naturalmente, salvo complicazioni lungo il tempo e per la via, perché le crisi fabbricate e le finte emergenze sono degli ottimi catalizzatori di attenzione mal diretta e con quelle si può sempre trovare nuovo pretesto per non mantenere nemmeno per finta le promesse fatte molti decenni prima.

Per chiunque si sia mai rivolto agli enti di stato in Italia, è sempre stato così, tutto si ottiene al prezzo di una tale e inutile perdita di tempo che si fa prima a pagare per ottenere ciò che si vuole da qualche associazione concorrente ai tiranni dello stato; forse possono fare eccezione alcune regioni autonome, forse, come il Trentino Alto Adige, forse. E ora arrivano i nuovi, i ragazzi rivoluzionari del movimento delle cinque palle, perfettamente allineati ai trucchi e all’immobilismo della burocrazia delle penne d’oca, ragazzi adeguati alle leggi e alle complicazioni addotte dal parassitismo dei burocrati degli enti di stato, e perfettamente adeguati già da imberbi, già da ancora prima di essere cresciuti oltre la pubertà e di aver imparato un mestiere.

Come spiega chiaramente Rothbard, lo stato è un’organizzazione che: (A) ottiene i suoi redditi mediante la coercizione fisica dei contribuenti di quello stato; (B) si assume il monopolio obbligatorio dell’uso forza e il potere decisionale sulla roba e sulla terra di un dato territorio.
Le due attività fondamentali dello stato, quindi, sono essenzialmente atti di aggressione criminale per depredare i cittadini dei loro diritti sulla proprietà privata.

La prima delle due attività fondamentali dello stato, l’esercizio d’imporre imposte, tasse e gabelle, è fondamentalmente rapina, o furto aggravato esteso su scala nazionale, che si accompagna all’estorsione aggravata su scala nazionale, e la seconda costituisce l’inibizione perpetua della libera concorrenza sui diritti di legittima difesa della vita e della roba, sui diritti di disporre e decidere sulla propria roba e sulla propria terra in un dato territorio, proibendo l’acquisto e la vendita volontaria di servizi giudiziari e di difesa alternativi. “Senza giustizia” conclude Rothbard con Sant’Agostino “lo stato non è altro che una banda di rapinatori”.
Il monopolio territoriale della protezione e della giurisdizione dello stato è l’inizio di un inammissibile atto di espropriazione indebita che fornisce, ai monopolisti e ai loro ruffiani armati, la licenza per praticare altre espropriazioni e per praticarle perpetuamente. Esso implica che al cittadino è proibito di rinunciare al rapporto con il tiranno che gli impone la protezione e che a nessuno, tranne che ai monopolisti, è consentito il privilegio di esercitare la giurisdizione finale sulla sua proprietà. Tutti, tranne i privilegiati della cricca dei monopolisti, perdono il loro diritto di difesa personale contro possibili predatori e soprattutto contro i rapinatori dello stato. Con il trucco della “protezione imposta dallo stato”, i cittadini contribuenti restano disarmati e indifesi per decisione dei monopolisti, che possono così rapinarli e disossarli senza troppi disturbi. Il prezzo della giustizia e della protezione dello stato continuerà a crescere, tenendo lo stato i poteri in regime di monopolio, e la qualità dei servizi di protezione e giustizia offerti dallo stato continuerà a calare.
Un’organizzazione che offre protezione e giustizia mentre insiste con l’imposizione fiscale è una contraddizione in termini e continuerà, se non viene ostacolata e fermata, a dissanguare sempre di più le sue vittime con l’imposizione fiscale, dispensando sempre meno protezione oggettiva. Allo stesso modo, l’esistenza di un monopolio della giustizia determina il costante deterioramento della giustizia. Non potendo il cittadino rivolgersi ad altri che allo stato monopolista per ottenere giustizia, le corti e i tribunali saranno sempre pervertiti in favore dello stato e dei suoi aguzzini. L’idea delle leggi immutabili poste a fondamento dell’ordinamento di una nazione in definitiva svanisce completamente ed è rimpiazzata dal concetto della legge positiva della produzione normativa dello stato.

A questa perversione del sistema, in cui la produzione normativa serve le iniziative e i vantaggi d’altri, partecipano anche gli scalda-poltrone del movimento delle cinque palle, per tutto il tempo che segue i finti auto-attentati di Nuova York del 2001. È da quella nuova messa in scena del 2001 che si cavano, a livello internazionale, i pretesti artificiali per imporre le nuove leggi liberticide, le finte misure di emergenza contro il finto terrorismo e la finta lotta alla criminalità organizzata.
I decretacci delle finte misure di emergenza sono recepiti in tutto il mondo industrializzato, quasi contemporaneamente, e qui ci sarebbe già da indagare meglio sull’origine di questa volontà unificatrice, o meglio, CHI ha questo potere di coordinamento della volontà di tutti i legislatori di tutte le nazioni del mondo, sia in oriente che in occidente, sia “comuniste” che “capitaliste, sia tra le ganasce dei governi continentali che offshore. Per quanto riguarda la vituperata penisola italiana, sappiamo che i suoi ruffiani non fanno altro che recepire le scemenze imposte dai rappresentanti dei loro padroni del sistema del colonialismo delle banche centrali, la commissione europea.

martedì 23 ottobre 2018

Industria Tumori: usare il bicarbonato non è remunerativo

Industria Tumori, usare il bicarbonato non è remunerativo
Tumori, perché il bicarbonato non è remunerativo per l’industria del cancro?
Proviamo a rispondere considerando il punto di vista della domanda, cioè, dei malati e delle torture alle quali sono condannati prima di crepare, perché  l’industria oncologica li condanna a crepare, ma soffrendo. Qualcuno si è preso la briga di andare a vedere i numeri, sulla domanda, e cioè i prezzi, i costi, il dissanguamento del denaro del contribuente, finalizzato all’economia di guerra, cioè, a rapinare, torturare ed uccidere.

1. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
2. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
3. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
4. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 409.020,00 euro
5. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
6. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro.

Cifre colossali che si riferiscono “solamente” ai costi dei farmaci chemioterapici nei sei tipi di trattamenti terapeutici. Se a questo sommiamo i costi della “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” il totale è incredibile!
1. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 452.096,00 euro
2. Costo 6 cicli di chemioterapia (Vinolrelbina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 814.366,00 euro
3. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 467.550,00 euro
4. Costo 6 cicli di chemioterapia (Gemcitabina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 703.251,00 euro
5. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Cisplatino) per 100 pazienti: 841.978,00 euro
6. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 825.887,00 euro.

Immaginiamo adesso tutti i ruffiani (medici, ricercatori, infermieri, amministratori, pagliacci della televisione, giornalisti eccetera) che campano su questa catena alimentare dei veleni. Ti pare che potrebbero accettare di rinunciare a quei numeri?
Immagina tutti i lavoratori di una fabbrica di armi chimiche-biologiche, immaginali pacifisti. Sarebbero disposti a perdere il loro posto di lavoro per scrupolo etico o per sano pacifismo? Probabilmente no, perché il mondo è pieno di ruffiani e d’idioti, i quali restano ruffiani ed idioti fino a quando capita che sono proprio loro ad ammalarsi. E, quando capita, vedi bene come si tendono distanti dai veleni dei loro compari oncologi.

Cancro, perché utilizzare il bicarbonato di sodio
Scrive il dottor Tullio Simoncini, oncologo, “La ragione di fondo e i motivi che suggeriscono contro i tumori una terapia con bicarbonato di sodio è l’idea che, pur con il concorso di una miriade di fattori concausali variabili, il loro sviluppo e la loro proliferazione locale e a distanza hanno una causa esclusivamente fungina.
Al momento, contro i funghi a mio avviso non è dato opporre nessun rimedio utile se non proprio il bicarbonato di sodio.
Gli antifungini attualmente in commercio, infatti, non rispondono alla necessità di penetrare nelle masse (ad eccezione forse delle prime somministrazioni di azoli o di amfotercina B per via parenterale), in quanto sono concepiti per un’azione solo su un piano stratificato di tipo epiteliale. Sono quindi incapaci di incidere in aggregati miceliali disposti in senso volumetrico, e per di più mascherati dalla reazione connettivale che tenta di circoscriverli.
I funghi sono poi in grado di mutare velocemente la propria struttura genetica. Dopo una prima fase di sensibilità nei confronti dei fungicidi, riescono in breve tempo a codificarli e a metabolizzarli senza riceverne ulteriore nocumento; anzi paradossalmente anche beneficiando del loro alto potere tossico nei confronti dell’organismo.
Il bicarbonato di sodio, invece, dotato di un’altissima diffusibilità e privo di quella complessità strutturale facilmente codificabile dai funghi, mantiene a lungo le proprie capacità di penetrazione dentro le masse, anche e soprattutto per la velocità con cui le disgrega, cosa che rende loro impossibile un minimo adattamento sufficiente a difendersi.

La terapia con bicarbonato dovrebbe essere impostata subito a grosse dosi, in maniera continua, a cicli e senza pause, in un’opera di distruzione che dovrebbe procedere dall’inizio alla fine senza interruzioni almeno per 7-8 giorni per un primo ciclo, tenendo presente che una massa di 2-3-4 centimetri comincia a regredire consistentemente dal 3° al 4° giorno, e crolla dal 4° al 5°.
In genere il limite massimo della dose che può essere raggiunto in una seduta si aggira intorno ai 500 cc di bicarbonato di sodio al 5%, con la possibilità di aumentare o diminuire la dose del 20% in funzione della corposità dell’individuo da trattare, e in presenza di localizzazioni plurime su cui suddividere una maggiore quantità di sali.

C’è da sottolineare che le dosi indicate, proprio perché innocue, sono le stesse utilizzate senza problemi da oltre 30 anni in una miriade di altre situazioni morbose
Per potenziare al massimo l’efficacia del bicarbonato di sodio, sarebbe utile sempre somministrarlo direttamente sulle lesioni o sugli organi invasi da una neoplasia.
Ciò è possibile mediante l’arteriografia selettiva (visualizzazione di un’arteria specifica) e mediante il posizionamento di port-a-cath arteriosi (vaschette in raccordo col catetere). Queste metodologie consentono di posizionare un cateterino direttamente nell’arteria che nutre la massa neoplastica, permettendo di somministrare alte dosi di bicarbonato di sodio nei recessi più profondi dell’organismo.
In questo modo quasi tutti gli organi possono essere trattati e possono beneficiare di una cura con i sali di bicarbonato, innocua, rapida ed efficace, ad eccezione solo di alcuni distretti ossei come vertebre e costole, dove la perfusione arteriosa, essendo esigua, non permette il raggiungimento di dosi sufficienti.
L’arteriografia selettiva rappresenta quindi un’arma estremamente potente contro i funghi, che può essere usata sempre e comunque nelle neoplasie, primo perché è indolore e non lascia postumi, secondo perché prevede rischi d’esecuzione molto bassi.

In alcuni tumori c’è la possibilità di curarli in maniera più semplice.

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