lunedì 16 ottobre 2017

Portatori sani di un 'Ego Spirituale'

Portatori sani di un 'Ego Spirituale'

Di recente più di una persona mi ha fatto notare quanto poco io stia parlando di spiritualità su facebook (e quanto poco io stia scrivendo sul blog) e quanto invece il mio profilo sia divenuto più leggero e assolutamente meno 'new age' del solito. 

Qualcuno è anche arrivato a lamentarsi con me del fatto che è quantomeno strano che uno come me, che 'sa tutte queste cose',  a un certo punto decida di mettersi a parlare quasi esclusivamente di fumetti e di musica o a pubblicare foto poco serie, e di trascurare il blog. Quel qualcuno mi ha scritto che certe cose sono davvero poco spirituali o illuminate, specialmente certi pezzi di musica rock che ogni tanto ho condiviso. E' vero, sto scrivendo di meno di spiritualità, sto parlando molto meno di spiritualità, e, nel tacere di queste cose, sto vivendo la mia vita

Ma il fatto che io ne parli di meno o che tenda a non parlarne affatto, ha per me un senso ben preciso: a mio sentire probabilmente non è più tempo di parlare, divulgare o credere di sapere, ma è il momento di agire partendo da ciò che si sa e iniziare a metterlo in pratica nella vita quotidiana, con consistenza.

L'energia della 'divulgazione' di certe cose si è per me affievolita ora che è praticamente un settore di businness come un altro, perchè sento che è stato detto tutto e il contrario di tutto, sento che il materiale pubblicato, le parole spese e le possibilità di imparare sono assolutamente sovrabbondanti rispetto ai concetti che sono più o meno sempre gli stessi

Quello che mi sembra continui a mancare però è la pratica e - almeno per me - la pratica in questi ultimi due anni è diventata più importante ed essenziale di qualsiasi nuovo seminario, nuovo libro o nuova scoperta possa essere stata fatta di recente.

Sappiamo ormai tutto - e anche troppo a livello mentale - di legge di attrazione, capacità della mente di guarire il corpo, spirito, anima e altri argomenti ancora, ma difficilmente ci decidiamo a vivere quotidianamente secondo la prospettiva acquisita attraverso studi e letture. 

Preferiamo parlare di perdono e di pace piuttosto che essere il perdono e la pace. Preferiamo parlare e disquisire su cosa ha detto davvero il tale maestro o il tale libro piuttosto che metterlo in pratica e vedere se funziona, se è reale per noi. A un certo punto della mia vita, circa un paio di anni fa, ho iniziato a sentire che c'era una discrepanza tra ciò che insegnavo nei miei seminari e la percentuale che ne applicavo alla mia esistenza, che era di poco inferiore al 50%. 

Ho spesso parlato per intuizione, ho scritto seguendo una specie di dettatura interiore (non voglio chiamarla canalizzazione perchè ero e sono sempre stato assolutamente cosciente di quello che ho fatto e non sono mai stato 'occupato' da alcuna entità) e verificato almeno la metà di quello che arrivava e che prontamente veniva pubblicato sul blog o inserito in qualche parte di qualche corso. 

Ma, c'è un ma. Ora manca tutto il restante 50% da verificare. Mancano ancora tutta una serie di informazioni da provare e di pratiche da effettuare e di tutto questo materiale non posso parlare con certezza perchè non l'ho sperimentato. Quindi non posso nemmeno scriverne. Sospetto che in molti stiamo facendo questo errore: nutriamo opinioni in merito a cose che non conosciamo e le difendiamo a spada tratta come se fossero una verità assoluta, come se fossero dogma, senza metterle alla prova

E a mio parere la difesa di un'opinione è sempre dell'ego. Parlare di cose che non conosciamo è sempre dell'ego. Sentire il bisogno di illuminare gli altri, di ispirare, di risvegliare qualcuno significa ancora una volta giudicare (ego) che c'è qualcuno là fuori che non è sveglio, illuminato, significa separare, e la separazione è ego, che, in teoria, è proprio quello che cercavamo di guarire.

E anche io sono caduto in questa trappola, anche in me purtroppo si è formato un ego spirituale di cui ero portatore inconsapevole, almeno fino a poco tempo fa. 

Anche io ho sottilmente sentito di essere un po' migliore (solo un po') di coloro che non praticano la spiritualità. Anche io ho avuto a tratti la sensazione di essere sulla terra per aiutare, risvegliare, spingere gli altri verso cose più 'alte'. A un certo punto però ho visto chiaramente che questo mi stava separando dalla vita stessa. 

Avevo escluso parecchie cose e persone 'poco spirituali' dalla mia esistenza, quelle cose e persone che mi stavano facendo perdere tempo prezioso per il mio percorso, quelle cose che, mi ripetevo, erano solo maya : illusione. Ho sentito che c'è una grande insidia nell'attaccarsi a concetti come 'è tutto illusione', 'siamo tutti uno', 'tutto è amore', senza averne mai avuto esperienza diretta. 

Una grande pericolosissima ipnosi è stata perpetrata dal pensiero incondizionatamente positivo, che conduce la sua nascosta guerra contro il negativo, il brutto, il problematico, escludendolo dalla coscienza e relegandolo in un buio angolo dell'inconscio (dal quale prima o poi verrà fuori comunque, proiettato nella realtà per essere finalmente riconosciuto). 

E mi sono chiesto se lo scopo dell'evoluzione spirituale non sia piuttosto che vedere il positivo in tutto e ripetersi che va tutto bene, riuscire a trascendere le differenze, smetterla di separare il positivo dal negativo, il bene dal male, lo spirituale dal profano, e imparare ad accettare qualunque cosa si presenti  arrivando ad una equanimità che accolga tutto e tutti e non rifiuti nulla, nessun aspetto dell'esistenza

Così ho sentito che era il momento di fermarsi per un po' e di schiarire le idee su quello che stavo scrivendo e facendo. Mi sono reso conto che separare cose spirituali da cose meno spirituali è stato un grosso errore, e mi sono costretto a una veloce retromarcia, con grande beneficio della mia situazione di vita generale e del mio umore. 

Mi sono guardato allo specchio e ho visto una persona seria e accigliata, uno che credeva di aver davvero capito qualcosa in più degli altri... e mi sono fatto una grossa risata.
Andrea Panatta
fonte: http://quantum73.blogspot.it/2012/11/portatori-sani-di-un-ego-spirituale.html

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4 commenti:

  1. L'incapacita' che abbiamo come moderni d'infondere un rinnovato calore applicativo alla materia sembra averci esiliato dietro la finissima ed estremamente tenace patina soffocante di cio' che e' definito come preconfezionato, di cui tutti, volenti o no, siamo fruitori e in massima parte prigionieri. Sostanzialmente il nostro nuovo, quanto "privato" rinascimento (e scrivo volutamente rinascimento con l'iniziale minuscola) avendo smarrito l'intenzionalita' corale, consisterebbe nella capacita' di bonificare le rispettive "paludi domestiche". La dove la domesticita' spesso, per le basse frequenze condensate nei grigi e compatizzati moduli abitativi (la pessima architettura detta "razionale") nonche' per la continua tirannia esercitata dall'uso di molteplici complessi congegni elettromagnetici, piu' che un luogo di elettiva formazione quotidiana e' divenuta piuttosto la prova evidente degli effetti deleteri di un condizionamento avvilente. La nuova alchimia e' riuscire a capovolgere questo nuovo infido spettro elettromagnetico che avvolge a gabbia eterica le nostre intime tensioni. Poter ricavare oro potabile da questo flusso malsano. In un certo senso, compresi come siamo nella nostra fonda insignificanza saremmo ugualmente chiamati per tentare in ogni caso la prova maggiormente ardua che nemmeno nei peggiori incubi di un Asclepio o di un Paracelso poteva essere presagita. Estranei gli uni agli altri, quanti dispersi equipaggi di novelli argonauti domestici faranno naufragio nelle loro vasche da bagno prima di far ritorno alla patria splendente? L'identita' celata del progresso e' l'orrido. La cosiddetta innovazione alimenta una corrente prevalentemente corrosiva. Sicuramente e' anche sciocco pensare d'invertire il flusso dei tempi sospirando eta' auree perdute. Oltre, come fu giustamente detto da un grande poeta dei nostri tempi, dovremmo poter trovare - superando la marea delle nostre aspirazioni, trovando un provato metodo per operare in esse - la purezza inesprimibile di un nuovo prima del prima. L'ego non ci arriva

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    1. Grazie Giovanni per i tuoi commenti competenti e minuziosi di ogni "anfratto" della nostra esistenza.
      Mi viene solo da dire: concordo, ci vuole alchimia per trasformare questa nostra schiavitù dell'anima in oro fruibile a se stessi e agli altri con cui necessariamente si viene in contatto.
      Buone cose.

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  2. Personalmente ho trovato una grande facilità di comprensione ,intesa come semplicità di linguaggio oltre che di condivisione con questo articolo....

    Mi fa piacere averlo letto ,mi fa sperare...

    Ho peccato di ego tante volte,sentendomi autorizzata a dire e dare il mio contributo attraverso commenti in rete,ho pianto ,ho sorriso ,ho sofferto ,ho sentito il bene ed il male, ho sentito la necessità di far comprendere agli altri che stiamo sbagliando tutti,che non stiamo vivendo affatto, ma sopravviviamo sugli altri....anche adesso,sto sbagliando ,sto facendo un comizio spirituale ,mi sto elevando impersonando qualcosa che io stessa temo l'esistenza....quando invece pensiamo di essere il Tutto ...l'Uno e se non fossimo Nessuno?Ancora adesso sto risbagliando...io non so chi sono e non conosco nessuno di voi,voglio stare lontana dal giudizio,dal pregiudizio ,dalle cose complicate,dai linguaggi complicati,dai complotti ,dalle false notizie,dalle guerre, da ogni forma di violenza,dalle manipolazioni e tutto ciò che le motiva ad esserci,non voglio nessun Vasco Rossi e nessuna vita spericolata,voglio dire quello che sento e cioè io di questa vita non ho ancora capito come viverla !...a modo mio o a modo vostro?Abbiamo tutti lo stesso modo di sentire,di capire quando sbagliamo e come sbagliamo, io sono te ,tu potresti essere me? ,possiamo scambiarci di posto ed avere io il tuo vissuto e tu il mio?Insomma come dobbiamo vivere per davvero?....cercando il più possibile di essere noi stessi mi dicono,e lo penso pure io ...ma se ogni volta che io sono me stessa incontro chi non lo è con se stesso sono io il problema o chi non pensa di averne?....allora potrei essere io il problema pensando di non averne io e gli altri si!?

    Non pensiamo ci,accontentiamoci e come va va,sono andate avanti intere generazioni così ,noi siamo questa presente cioè Assente!

    Qui vedo un unico commento e non ci ho capito nulla,non me ne voglia Giovanni Ranella,se non apprezzo io l'incomprensibilità del suo commento ,apprezzeranno altri,che hanno una terminologia differente dalla mia e simile alla sua ,saremmo sempre a vivere a danno di altri,purché capiamo cosa voglia dire con/vivere prima di vivere e basta!


    "Considerato che si dovrà pur vivere in questa ingannevole realtà e visto che non esistono risposte valide per tutti ad ognuno la scelta dei propri ideali da seguire per giungere ad un equilibrio,ad una consapevolezza che nel profondo sente di essere,di dove si trova e del perché,per ritrovare l'essenziale,accettando l'evidenza della nostra più totale ignoranza nella quale ci costringono a sopravvivere" (Marcello S.)

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    1. Ciao L(se non ricordo male) grazie per le tue considerazioni oneste ed esposte in modo semplici che condivido e per la citazione delle mie parole.
      Abbi una vita serena. :-)

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