sabato 19 novembre 2016

La prova scientifica che la coscienza influenza la realtà

La prova scientifica che la coscienza influenza la realtà

di Niccolò Angeli

Una nidiata di pulcini e un robot con un generatore di numeri casuali, sono stati sufficienti a dimostrare che la coscienza esiste e influenza la materia. Un piccolo ma geniale esperimento mai diffuso dai media ufficiali.

Chi ha detto che la scienza non è ancora in grado di verificare e misurare i più insondabili misteri spirituali? La verità è che ogni volta che uno scienziato scopre qualcosa di importante in tal senso, i suoi risultati vengono ignorati sistematicamente, oppure ridotti al silenzio molto rapidamente.
Sono rimasto fulminato dalla semplicità del lavoro di Rene Peoc’h, un ricercatore francese, che nel 1986 ha effettuato una serie di esperimenti con pulcini, conigli, umani e un robot.

Esperimento 1 – I pulcini influenzano il movimento del robot

In una serie di circa 80 esperimenti ripetuti, una nidiata di 15 pulcini è stata tenuta vicina ad un robot semovente (immaginate un semplice cilindro di metallo con ruote e nessun altro segno particolare) fin dalla schiusa delle uova, in modo da  causare un imprinting nei pulcini, in modo tale che considerassero il robot la loro madre.

I pulcini sono stati poi posti in una gabbia, che permetteva loro di vedere il robot che si muoveva in uno spazio delimitato di fronte a loro. Nota bene: i movimenti del robot erano diretti da un generatore di numeri casuale.

Nella figura A, vedete i movimenti casuali del robot quando la gabbia era vuota. Nella figura B vedete i movimenti del robot quando i pulcini sono stati messi nella gabbia.

I pulcini hanno evidentemente influenzato i movimenti del robot, poiché, considerandolo la loro madre, ne cercavano emozionalmente la presenza. Invece, sia nel caso in cui una parete era posta tra i pulcini e il robot, oppure quando non era stato effettuato alcun tipo di imprinting (in un esperimento su un altro campione di pulcini), i movimenti del robot non venivano influenzati e restavano totalmente casuali.

 

Esperimento 2 – I conigli influenzano il movimento del robot

Una cucciolata di conigli è stata esposta alla presenza del robot in modo da spaventarli. In seguito, conigli e robot sono stati posti in ambienti separati ma visibili tra loro (come per il precedente esperimento dei pulcini). 

Il robot si è mantenuto distante dai conigli durante l’esperimento, tuttavia quando i conigli sono stati affamati e del cibo è stato posto sul robot, questo ha modificato la traccia dei suoi movimenti portandosi vicino ai conigli.

 

Esperimento 3 – Una persona che dorme influenza il movimento del robot

I soggetti dell’esperimento sono stati monitorati tramite elettroencefalogramma per assicurarsi che si trovassero in fase di sonno. Un robot è stato posto nella stanza, il cui movimento era ancora una volta diretto da un generatore di numeri casuali. Inoltre il robot emetteva un rumore fastidioso durate il suo movimento.

Tutti i casi in cui la persona non si è svegliata sono stati monitorati. Nella figura A vedete i movimenti del robot quando il letto è vuoto. Nella figura B vedete i movimenti quando la persona sta dormendo.
Pur trovandosi in stato di sonno, la persona ha incosciamente influenzato i movimenti del robot, mantenendolo lontano da sè.

Esperimento 4 – Esseri umani influenzano il movimento del robot “nel passato”

Un gruppo di persone è stato invitato a tentare di influenzare i movimenti del robot. Ma la parte interessante è che in questo caso il generatore di numeri casuali è stato sostituito da un cd, su cui era stata registrata una serie di numeri casuali generati in precedenza.

martedì 15 novembre 2016

Il mistero dei «guaritori che praticano il segreto»

Il mistero dei «guaritori che praticano il segreto»
Nella Svizzera francofona sono in molti a ricorrere a queste persone, che aiutano e guariscono mormorando una formula che è stata loro tramandata. Se questa pratica non trova alcuna spiegazione scientifica, non per questo la sua efficacia è meno riconosciuta, in particolare in alcuni ospedali.

di Magali Jenny  - Ultimo aggiornamento 2 Marzo 2016
E se una formula permettesse di guarire o di alleviare, a distanza, malattie, ferite fisiche e disturbi psichici semplicemente attraverso una telefonata, un SMS o un’email? Benvenuti nel mondo dei «guaritori che praticano il segreto».

I «guaritori che praticano il segreto» hanno ricevuto il dono di guarire attraverso la preghiera, sotto forma di formule. Questa pratica deriva dalla medicina popolare (a volte considerata in contrapposizione alla medicina classica), che non è altro che la somma di conoscenze empiriche ancestrali, spesso inspiegabili dal punto di vista scientifico. 
Photo credit: woodleywonderworks via Visual hunt / CC BY
Diversamente che in altre parti d’Europa dove si incontrano pratiche analoghe, nella Svizzera francofona quest’«arte» non è vietata né generalmente respinta dalla medicina universitaria. Pertanto, l’elenco telefonico dei «guaritori che praticano il segreto», stilato secondo i mali che sanno curare, non si trova solo nelle case, ma anche in tutti gli ospedali romandi. 

Il segreto del «segreto»
Il «segreto» è una breve formula, perlopiù di contenuto religioso, che consente di guarire o di alleviare numerosi disturbi tra cui i più comuni sono le scottature, le emorragie, le verruche, le distorsioni, le malattie della pelle, ecc. In caso di bruciatura, per esempio, il «guaritore che cura le ustioni» recita una formula concentrandosi sulla persona, facendo a volte il segno della croce sul proprio corpo, nei punti in cui si trovano le lesioni. Queste brevi preghiere sono spesso rivolte a un santo (ma anche alla Trinità o a Gesù, in un contesto protestante), generalmente in relazione al martirio che ha subito. «Quando mi chiamano, chiedo il nome, la data di nascita e la parte colpita. Mi connetto alla persona che ha bisogno di me e “pratico il segreto”. Generalmente, l’efficacia non tarda a farsi sentire. In caso contrario ripeto la pratica tutte le volte che è necessario», spiega un guaritore.
Generalmente esiste un «segreto» diverso per ogni problema. Di preferenza, è la persona che soffre a prendere contatto con il guaritore, a meno che non si tratti di animali, bambini o pazienti che non riescono a comunicare. Nel contesto ospedaliero, la famiglia a volte chiede a un’infermiera di contattare un detentore del «segreto».  

Una pratica diffusa
Anche se il «segreto» tende a essere più diffuso nella Svizzera francofona e italofona che nella Svizzera germanofona, è praticato in numerosi Cantoni. Classificato tra le cure naturali (vedi soprannaturali), può anche essere connesso agli usi religiosi, benché non si chieda a chi ne fa ricorso di essere credente. «È la fiducia, molto più della fede, a essere importante», confida una «guaritrice che pratica il segreto». Pertanto il «segreto» non si situa unicamente all’interno del campo psichico e non può sempre essere spiegato con l’effetto placebo, dato che anche il bestiame può essere curato in questo modo

È essenziale tramandarlo e proteggerne il contenuto, non perché invochi forze malefiche, ma semplicemente per permettere al detentore di scegliere il proprio successore. Le regole di trasmissione, in passato molto rigide, sono state allentate al fine di preservare una tradizione in via d’estinzione. Attualmente persiste solo l’obbligo di rivelare la formula a persone più giovani. 
Un «guaritore che pratica il segreto» racconta: «Una donna di origine svizzera, che vive in Sudafrica e lavora per un’associazione caritatevole mi ha telefonato per spiegarmi che, nei quartieri poveri, non è raro che le baracche prendano fuoco. I bambini rimasti a casa da soli riportano spesso gravi ustioni e i genitori non hanno i mezzi per farli curare. Anche se la donna sa che in linea di principio non si chiede il «segreto», mi ha chiamato per spiegarmi la situazione e sapere se fossi disposto a rivelarle la formula. Naturalmente ho accettato e le ho trasmesso il «segreto» per telefono, a migliaia di chilometri di distanza. Meno di una settimana dopo mi ha raccontato, entusiasta, che funzionava perfettamente su questi bambini africani. Non riusciva a crederci!»

lunedì 14 novembre 2016

Medical Medium

Medical Medium

di Marcello Pamio
Non sono un medico, non ho una formazione scientifica, ma posso spiegarti cose sulla tua salute che nessun altro può spiegarti. Posso darti chiarimenti su malattie croniche e misteriose che spesso i medici diagnosticano in modo errato o curano in modo sbagliato.
Da quand’ero piccolo aiuto le persone a guarire…
Chi scrive queste parole è Anthony William, una persona totalmente sconosciuta alla maggior parte delle persone qui in Italia, mentre negli States è assai noto soprattutto nell’alveo di personaggi famosi, attori, cantanti, ecc. (come l’attrice Gwyneth Paltrow, la top model Naomi Campbell e molti altri).
Vip a parte la sua interessante storia merita di essere raccontata, anche perché le soluzioni terapeutiche che egli propone per patologie incurabili sono molto intriganti e assolutamente fattibili.

Medical Medium
Tutto inizia alla tenera età di 4 anni, quando una domenica mattina al suo risveglio Anthony sente una voce che gli parla all’orecchio destro. Non la sensazione di una voce interiore ma una voce che proviene dall’esterno.
Ovviamente il bambino viene preso dal panico perché nella stanza non c’è anima viva, come pure fuori dalla finestra. Non ne parla con nessuno, ma ha la netta sensazione di essere osservato costantemente…
Quella stessa sera a tavola con i genitori e la nonna, Anthony guidato da una forza esteriore prende la mano e la appoggia sul petto della nonna dicendo delle parole che non poteva conoscere: “cancro ai polmoni”.
La nonna ha il cancro ai polmoni!” è la frase che ripete deciso. Lo scompiglio in casa è pressoché scontato soprattutto da parte della povera vecchia, la quale, preoccupata per le parole del nipotino va a fare gli esami. Scontato dire che gli accertamenti confermano la diagnosi.

Da quella mattina fino ad oggi Anthony è accompagnato da una voce forte e chiara che a volte sembra di un’ottantenne e a volte sembra avere migliaia di anni. Una voce che giunge da fuori e gli parla all’orecchio destro come se fosse di fianco a lui.
A prescindere da dove Anthony va e dove si trova, quel compagno invisibile di viaggio gli parla dei dolori, dei disturbi e delle malattie di qualunque persona incontri.
Mentre tutti gli altri ragazzini corrono in bicicletta, giocano a pallone e si divertono, Anthony vede suo malgrado le malattie delle persone, di tutte le persone.
Purtroppo per lui non solo in carne e ossa, perché quando guarda la tv vede la condizione di salute pure di coloro che appaiono sullo schermo, cinema compreso.
Ha provato più volte a fuggire da questa condizione di totale alienazione per un adolescente, ma il tutto inutilmente. Il “dono” non vuole mollarlo.

All’età di circa 20 anni Anthony inizia allora ad impegnarsi seriamente in quello che l’entità gli ha detto essere il suo destino: aiutare le persone malate a scoprire la vera causa delle loro malattie.
Da allora il soprannominato Medical Medium ha aiutato oltre 25.000 persone di qualsiasi ceto sociale e per qualsiasi patologia, anche e soprattutto quelle incurabili per la medicina.
Quando guarda una persona, lo Spirito crea una specie di luce bianca molto intensa che gli permette di vedere letteralmente all’interno del corpo. Vede non solo la condizione interiore organica, quindi fisica, ma anche la componente del cuore, dell’anima e dello spirito.
Una lettura completa richiede circa 3 minuti ma poi deve dedicarne da 10 a 30 per spiegare la diagnosi e poi indicare cosa fare di concreto.

La verità sulla malattia e l’epidemia nascosta…
Secondo l’entità che parla ad Anthony il virus Epstein-Barr (EBV) sarebbe la causa di numerosi problemi di salute (per non dire tutti) considerati malattie incurabili (cronico-degenerative, fibromialgia, sindrome della stanchezza cronica, patologie autoimmuni, sclerosi, artrite reumatoide, diabete, ecc.).
Il virus Epstein-Barr è un virus della famiglia degli herpesvirus ed è diffuso ovunque sulla superficie terrestre a tal punto da aver prodotto una vera e propria epidemia occulta. Solo negli Stati Uniti su 320 milioni di persone, circa 225 milioni hanno contratto una qualche forma di questo virus.
Il virus è stato scoperto nel 1964 ma la sua diffusione inizia almeno mezzo secolo prima, agli inizi del Novecento. Le prime versioni del virus (ancora esistenti) agiscono con relativa lentezza ma non sono nocive.
Nel corso dei decenni però il virus si è evoluto e modificato, generazione dopo generazione, diventando sempre più minaccioso.
Oggi di norma le persone affette dal virus convivono con esso fino alla fine dei loro giorni.
Quando entra nell’organismo l’Epstein-Barr attraversa una fase latente, in cui scorre nel sangue senza fare niente oltre a replicarsi. Nel momento in cui l’organismo attraversa un mutamento ormonale (stress, pubertà, gravidanza, menopausa, affaticamento estremo, traumi, ecc.) il virus entra in azione. Non sfrutta la debolezza psichica e organica, ma il fiume di ormoni sono il fattore scatenante. Questo è il primo stadio.
Alla fine di questo stadio il virus è pronto per attaccare ed è qui che si trasforma in mononucleosi (secondo stadio).

Ora il sistema immunitario dichiara guerra e invia cellule identificatrici con il compito di etichettare le cellule del virus, per esempio posizionando un ormone su di loro e contrassegnandolo come un invasore. Poi arriva l’esercito.
In questo stadio il virus cerca una casa permanente e si nasconde in un organo (fegato, milza, ecc.) spesso intossicato da metalli come mercurio e da altre tossine. Grazie a questi veleni il virus prolifera.
Uno dei segreti del EBV è che ha un batterio per amico: lo streptococco. Questo non a caso è il principale cofattore del virus Epstein.
Una volta stanziatosi in un organo vi si annida e in questa terza fase un esame del sangue non lo riscontrerà, se non qualche anticorpo che viene interpretato come una infezione passata. Ma così non è, il virus è sempre più all’interno dell’organismo e sfugge alle analisi.
In questi organi il virus può rimanere per decenni senza che nessuno lo sappia.

I veleni del virus
L’EBV secerne materiali di scarto tossici o sottoprodotti virali. Più esso si moltiplica e più questi prodotti aumentano.
Quando una cellula del virus muore e questo succede spesso visto che hanno un ciclo vitale di 6 settimane, i suoi resti sono di per sé tossici e dunque continuano ad avvelenare il corpo.
Infine i veleni che il virus produce hanno la capacità di generare una neurotossina, un veleno che disturba le funzioni nervose e confonde il sistema immunitario.
Quando infatti il virus è pronto per sferrare l’attacco finale, comincia a secernere la neurotossina…
Il quarto e ultimo stadio è quello di infiammare il sistema nervoso centrale.
A questo punto il virus abbandona gli organi per puntare al sistema nervoso. I nervi lesionati scatenano un ormone per avvertire il corpo, ma questi ormoni vengono intercettati dal virus stesso.
Un nervo è simile a un filamento ricoperto da una guaina mielinica con piccoli peli radicali. Quando il nervo è lesionato, questi peli si aprono ai lati della guaina che lo racchiude: il virus aspetta che si aprano questi varchi per aggredire direttamente il nervo.
Questo scatena dolori muscolari, dolori articolari, formicolii, emicrania, stanchezza, vertigini, insonnia, lupus eritematoso, ecc.
I pazienti affetti da questi sintomi si sentono poi diagnosticare le patologie più diverse: fibromialgia, artrite reumatoide, sclerosi multipla, leucemia, meningite, tiroidite, sindrome da stanchezza cronica, ecc.
Siccome esistono oltre 60 varietà diverse del virus Epstein-Barr le sintomatologie scatenate possono essere numerosissime.

La buona notizia è che secondo Anthony William si può tranquillamente guarire da questa infezione virale.

domenica 13 novembre 2016

Guarigione a distanza

Guarigione a distanza

Qualsiasi cosa siate in grado di fare di persona, con la guarigione di contatto, potete ripeterlo anche a distanza. Non importa quale sia la distanza, che può variare da qualche millimetro a migliaia di chilometri. Dopotutto, non stiamo lavorando con il corpo fisico, ma con la coscienza, che non ha limiti di tempo né di spazio.

È sempre la coscienza che vedete e guarite, sia che lavoriate con la Luce Bianca, con i chakra o con le forme pensiero. Lavorate con quello che il soggetto prova nella sua coscienza, con l’intento di riportare la coscienza del soggetto all’esperienza dell’interezza o del benessere. Naturalmente sappiamo che, quando questo accade, il corpo fisico può, a sua volta, trovare un equilibrio con la nuova configurazione di energia creata nella guarigione.

Se ci sono dei motivi per non toccare il soggetto, come una credenza filosofica o religiosa, il guaritore può seguire lo stesso metodo adottato nella guarigione di contatto ma senza toccare il corpo, lavorando a distanza di qualche millimetro o centimetro.

Anche se sappiamo che il contatto fisico permette di accedere a ulteriori livelli di comunicazione e ha dei vantaggi, ad esempio quello di rassicurare il soggetto, dobbiamo però anche riconoscere che, a volte, può essere percepito come invadente e come una violazione dei limiti della persona. Allora dobbiamo decidere che la guarigione fatta in un altro modo avrà comunque la massima efficacia, e che avremo tutti gli strumenti necessari per lavorare e creare una guarigione perfetta, e dunque sarà così.

Perfino lavorando a distanza di pochi millimetri o centimetri dal soggetto seduto su una sedia, vedremo tutto quello che avremmo visto se lo avessimo toccato, e avremo semplicemente un diverso senso del contatto.

Poiché lavoriamo con la coscienza e non con il corpo fisico, siamo capaci di fare lo stesso anche quando il soggetto non è fisicamente seduto sulla sedia. Possiamo lavorare con una sedia vuota, immaginando che il soggetto vi sia seduto, e vedere e sentire ogni particolare proprio come se il soggetto fosse presente, e come se lavorassimo a una distanza di pochi centimetri dal suo corpo, senza toccarlo.

In ogni caso, il guaritore deve cominciare con la posizione base standard di inizio guarigione, sentendo l’energia nelle mani, decidendo che è Luce Bianca e posando le mani sopra il punto in cui dovrebbero esserci le spalle del soggetto, e immaginare di riempirlo di Luce Bianca. Anche se il soggetto non è presente, il guaritore vedrà le stesse immagini nella sua coscienza, perché comunque sta lavorando con la coscienza.

Per ottimizzare l’interazione può far sapere al soggetto quando farà la guarigione, in modo che egli possa rimanere consapevolmente aperto per riceverla in quel preciso momento. Se non lo fa, la guarigione ha comunque luogo a livello dell’etere, dove rimane finché il soggetto non è aperto a riceverne gli effetti benefici, e a quel punto, generalmente durante il sonno, gli effetti della guarigione si possono manifestare.

Naturalmente è sempre d’aiuto offrire al soggetto il feedback su quello che è stato visto e fatto e su ciò che tali immagini e azioni significano per il guaritore, in modo che il soggetto si possa orientare più facilmente verso la nuova coscienza nella quale sperimenterà l’interezza.

Così come il guaritore può lavorare a distanza con la Luce Bianca, può usare le forme pensiero e i chakra, sempre immaginando che il soggetto sia seduto su una sedia, fisicamente vuota, davanti a lui. All’inizio gli può sembrare un po’ strano lavorare in questo modo, ma appena sente l’energia muoversi, vede il sistema energetico del soggetto e riconosce la validità del feedback, capisce che la sua efficacia non diminuisce con la distanza. Allo stesso modo, saprà che può guarire chiunque al mondo, dovunque si trovi, in qualsiasi momento.

Tuttavia, alcuni guaritori trovano più comodo lavorare a distanza con l’aiuto di un sostituto sulla sedia. Questo significa che qualcuno acconsente a prendere il posto del soggetto che dev’essere guarito, ma il guaritore vedrà comunque il sistema energetico della persona da guarire, non quello del sostituto.

Poi il sostituto, anche se non sa quello che deve essere guarito nel vero soggetto, può dare al guaritore un feedback su quello che ha provato durante la guarigione. Può aver sentito qualcosa nel corpo, collegato ai sintomi guariti, o aver visto delle immagini che il guaritore è capace di mettere in relazione con quanto è stato guarito.

Anche se normalmente ciò si verifica in modo consapevole, a volte accade spontaneamente, senza che il guaritore lo sappia, finché non si rende conto che il sistema energetico che ha visto e col quale stava lavorando non ha alcun rapporto con la persona sulla sedia. Tutto quello che ha visto è corretto, anche se il soggetto non ha trovato alcuna connessione col feedback. È come se il soggetto sulla sedia avesse acconsentito a trovarsi lì «nello spirito» per permettere la guarigione e ne avesse comunque ricevuto beneficio.

Potrebbe anche trattarsi della coscienza di qualcuno che fa parte della vita del soggetto, come la madre o un familiare, che ha bisogno di una guarigione e per il quale il soggetto è preoccupato. Quindi, uno degli effetti della guarigione a distanza che si verifica attraverso il soggetto consiste nel fargli scomparire l’ansia. La guarigione ha molte forme.

Poiché tutte le guarigioni descritte finora implicano un senso di connessione tra il guaritore e il soggetto, si può dire che sono possibili anche altre forme di guarigione, se si ha lo stesso tipo di connessione.

sabato 12 novembre 2016

Cambiare vita per curarsi

Cambiare vita per curarsi
La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla.

Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo.

E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita.

E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. 
Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare.

I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo.

tratto da "Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani

mercoledì 9 novembre 2016

Le cause spirituali della malattia

Le cause spirituali della malattia

La natura dell’uomo è profondamente spirituale. Che lo sappia o meno. Che ne si abbia consapevolezza, oppure no.
Il termine “immanenza” designa la situazione di una realtà in quanto intimamente legata a un’altra:  lo spirito è immanente alla materia, intrinsecamente legato ad essa. L’anima fa esperienza della vita attraverso il corpo, e quando sceglie di passare oltre, lo abbandona. Il corpo è semplicemente un costituente fatto di ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, fosforo e calcio (+ gli oligoelementi).
Il termine “immanenza”, nel linguaggio corrente, è opposto di “trascendenza“. Il termine trascendenza, deriva dal latino (“trans” + “ascendere” = salire al di là) e indica in filosofia e teologia il carattere di una realtà concepita come ulteriore, “al di là” rispetto a questo mondo, al quale pertanto si contrappone secondo una visione dualistica.

Il problema è che il linguaggio, per sua natura, non può che sottostare alla dualità. La verità ultima non può essere espressa a parole quindi, necessariamente, quando pronunciamo una parola stiamo intrinsecamente manifestando anche il suo contrario: luce/buio, maschile/femminile, amore/odio.

In realtà, immanenza e trascendenza non sono opposti, sono complementari. Sono le due parti della dissociazione dualistica attraverso cui facciamo esperienza di Dio, o della verità ultima.

La parola acqua, per esempio, non disseta. L’esperienza dell’acqua lo fa.
Un uomo alla ricerca dell’acqua, ovvero dell’esperienza (si dice che Dio è la fonte), che si imbatte nei concetti mentali: “una vasca è profonda 40cm. larga 60 e lunga 130. Quanta acqua ci vuole per riempirla?”, rimane impantanato nel calcolo per comprendere a livello intellettuale, ma non si disseta.
Se non comprende la sua situazione, potrebbe morire di sete.
Questa dissociazione tra concetto e energia è naturale. Fa parte della natura dell’uomo. Reprimere questa consapevolezza conduce a un’ulteriore dissociazione. Bisogna comprendere anche questo.
Quando l’assetato vaga nel deserto, ha un solo pensiero in mente: l’acqua. Ma il suo pensiero deriva da un bisogno interiore fortissimo che il concetto di “acqua” non può soddisfare. Solo l’esperienza lo può.

Allo stesso modo, il concetto, fino a un certo punto dello sviluppo, è fondamentale perché se io non potessi esprimere a parole che ho sete d’acqua, il barista potrebbe farmi un caffè, o un thè. Quindi il linguaggio è fondamentale per l’interazione, ma è preda della dissociazione dualistica tra parola/concetto ed esperienza.
L’assetato che sta bevendo non pensa più all’acqua. Sta facendo l’esperienza.
L’essere umano contemporaneo che è fondamentalmente molto dissociato, ha bisogno di fare “esperienza del divino” che è in lui per togliersi la sete.

Attraverso l’esperienza che è “immanente”, significato e energia si ricongiungono e questo permette di “trascendere” una dissociazione, vibrando a una frequenza più alta. Ecco dimostrato che immanenza e trascendenza non sono opposti, ma complementari, perché la ricerca dell’esperienza deriva comunque dal desiderio che esprime una mancanza, quindi volgendosi alla ricerca di ciò che gli manca, l’essere umano sta cercando la trascendenza.
Tutto questo è Māyā. È illusione. Māyā però significa anche creazione. Ovvero la creazione, come ben sappiamo ormai dagli esperimenti sul dualismo tra onda e particella, è anche illusione.

Cosa fa la differenza? La consapevolezza.
Se il singolo è consapevole della dualità intrinseca all’universo, agisce e si comporta in un certo modo, se non lo è, si dice che è identificato. La natura, per forza di cose, risponde a una legge dualistica e quando il singolo non vede questa dualità, si identifica in una delle due parti.
Queste sono le cause spirituali della malattia.

Quando ti identifichi in una delle due parti, implicitamente neghi l’altra. Negandola la proietti, dici “non è mia, è dell’altro”, ma visto che l’universo manifesto tende a tornare all’Uno, l’essere umano tende, per sua natura, alle esperienze immanenti.

lunedì 7 novembre 2016

Eliminare le “scorie” negative

Li trattiamo come nemici, anzi col capufficio siamo tutta un’altra cosa. Facciamo i bulli con i più deboli, cioè i bambini, cioè i nostri figli. E poi vogliamo lo scalpo di tutti i bulletti delle scuole. 

Per quanto tanti operatori delle risorse umane, soprattutto diversi counselors, si affannino a parlare di “risorse interiori, di talenti e capacità che sono pronte li per essere utilizzate… basta poco”, nella realtà della mia vita lavorativa e personale (cioè quando sono nei luoghi pubblici come ristoranti, spiagge, ecc…) io mi rendo conto che le cose non sono così semplici da risolvere.

Cambiare è fondamentale, ma porta conseguenze e aspetti che non sono facili da accettare, soprattutto all'inizio anzi col capufficio siamo tutta un’altra cosa. Facciamo i bulli con i più deboli, cioè i bambini, cioè i nostri figli. E poi vogliamo lo scalpo di tutti i bulletti delle scuole.
La gente ha fretta di risolvere i disagi e le sofferenze, ha fretta di ottenere subito la risoluzione ai suoi guai e di scoprire questi famosi talenti interiori.

Ma………. osservo persone chiuse nel loro mondo rigido, dogmatico, triste e sopratutto sempre molto aggressivo, I toni della voce delle persone, a loro totale insaputa, lasciano trasparire rabbia, insoddisfazione, e uno stato di profondo lamento, per cui mi sembra opportuno e utile portare l’attenzione, non solo sui talenti e sulle capacità interiori pronte ad uscire, ma anche sul fatto che PRIMA sia assolutamente necessario drenare, detossificare, pulire il quintale di emozioni negative che continuamente abbassano i livelli di energia, ci fanno stridere la voce, contrarre i muscoli, irrigidire la mascella, stortare le spalle, infiacchire le gambe, prendercela con i nostri figli, di cui ci lamentiamo CONTINUAMENTE, producendo in noi uno stato di sottile amarezza di cui non siamo assolutamente consapevoli.

Questo velo di amarezza diventa ogni giorno più spesso e denso ed ostacola la fuoriuscita di qualsiasi cosa: sia delle potenzialità meravigliose che abbiamo, sia di tutto il veleno che abbiamo accumulato dentro.

I genitori che si lamentano dei loro figli sono persone che hanno bisogno di rivedere molti aspetti della strada che stanno percorrendo.

I figli sono il risultato del clima affettivo, comunicativo, relazionale che noi abbiamo creato nella nostra casa, nella nostra famiglia. Se poi gli adulti si lamentano, o se la prendono con figli piccoli dai primi mesi ai dieci anni di età, il loro atteggiamento educativo non solo diventa crudele, ma anche pericoloso per il Destino dei figli, ma anche il loro.

Tutto ha sempre delle conseguenze, di cui poi non ci vogliamo fare carico, continuando a cercare, in modo infantile, insano e inutile, sempre un capro espiatorio, fuori di noi.

venerdì 4 novembre 2016

Sei pronto a farla finita con le ragioni che scatenano la tua malattia?

Sei pronto a farla finita con le ragioni che scatenano la tua malattia?
Se qualcuno chiede aiuto per guarire dalla sua malattia, la prima cosa che devi chiedergli è: Sei pronto a farla finita con le ragioni che scatenano la tua malattia? Solo allora sarà possibile aiutarlo.
– Ippocrate
Ciao a tutti. Una riflessione a me tanto cara è questa del Signor Ippocrate. In questi anni ho incontrato tanti sclerosetti e sclerosette come me, che affrontavano la malattia ognuno a modo suo. E mi sono spesso chiesta cosa determini una "guarigione", un'assenza o un arresto dello stato di malattia. Alcuni mi dicevano: "Siii, mangio tutto vegetale però ancora zoppico o uso la sedia a rotelle" oppure ancora più triste: "Guarda, io ho fatto di tutto..." - e partiva l'elenco - "...ma senza risultati...Sto comunque male!".

E ho capito, principalmente su me stessa, che non si può pensare di star meglio semplicemente mangiando vegetale come si prenderebbe una pasticca. L'alimentazione a base vegetale fa tantissimo, ma non basta se non molli i motivi che ti hanno fatto ammalare.

A volte ci crogioliamo nel nostro dolore, il perché non lo so; sembra quasi che l'essere umano si adegui prima e meglio alla sofferenza che alla felicità, alla quale non è abituato.

La felicità, un dono che si tiene in punta di piedi, sulle mani incerte, come se si avesse paura di rompere qualcosa di prezioso. Eppure, a volte, l'unico modo è buttarsi giù dal precipizio e scoprire che non si va a picco, ma si spicca il volo.
Quanta paura prima del salto eppure, appena fatto, è un volteggiare leggeri tutto intorno.

Molti di voi mi scrivono per chiedermi qualche consiglio o semplicemente per confrontarsi e ho imparato a dirvi di non prendere un rimedio o l'alimentazione vegetale o la Kousmine che sia, come fareste con una pasticca o un'altra medicina. Le risposte brevi e le soluzioni immediate non ci sono. E non esistono persone all'infuori di voi stesse alle quali affidare la vostra salute. Siate consapevoli, non abbiate paura, cercate e non affidate la vostra salute a nessuno.
Buon sole d'ottobre.
Giuliana

Riconsegnare il potere al mondo femminile

Women Power – riconsegnare il potere al mondo femminile, incomincia da noi donne.

Fonte Originale:

Le ferite inflitte sulle donne, da parte del mondo femminile, sono le più profonde, le più dolorose da supportare, perché sono oscurati dal tradimento della sorellanza femminile, quella forza della natura, tipica delle culture tribali, che protegge, assiste e sostiene una donna quando riceve un’attenzione malsana: un’invasione sia fisica, sia emozionale, che offende e danneggia la sua femminilità, trascinandola in una spirale di sofferenza tutta femminile.

La qualità della femminilità è la ricettività, ma come ‘forza’, abbiamo perso il significato, confondendo questa naturale caratteristica ‘non attiva’ con la passività, la sottomissione, la pretesa e l’invasione del corpo e tutti i livelli della coscienza umana, però… non sono solo gli uomini a confondere le differenze, ma la donna stessa, giudicano duramente alcune sue coetanee in modo disdegnoso, smontando e odiando con un’intensità incomprensibile, lasciando l’altra donna spiazzata davanti a tanta rabbia e disprezzo, perché paradossalmente, sono le donne ed esprimere gli aggettivi più dispregiativi e più duri nei confronti di un’altra donna che fa l’errore di scambiare il sesso per l’affetto, il denaro per la sicurezza, che sceglie di abortire perché non si sente di affrontare una gravidanza non voluta, o perché per ‘sentire’ nuovamente predilige il dolore ritornando più volte dal marito che abusa di lei.

Questa energia aggressiva che morde, non è femminile, ma una specie d’intolleranza quasi bellica, e il nemico è il mondo maschile che deve pagare per il dolore inflitto su milioni di donne attraverso il tempo. Questa crociata che separa i sessi, crea scompiglio anche tra lo stesso genere femminile, perché solo le donne sono in grado di distruggere emotivamente con la stessa capacità con cui sono in grado di procreare.
Le donne che poi cadono nella trappola di ‘ricevere’ attenzioni malsane dagli uomini, sono le nemiche più grandi. Giudicate deboli, stupide e superficiali, sono meritevoli del dolore inflitto su di loro, sono considerate traditrici della causa, quel movimento dell’emancipazione femminile che tuttora sta rallentando un macchinario secolare che ha obbligato il mondo femminile a sottomettersi nel ruolo della vittima, vista dal suo carnefice come un oggetto sessuale, una mera dispensatrice di piacere, lavoratrice gratuita e contenitore per la riproduzione. Ora però, il pendolo oscilla dall’altro estremo, le donne moderne hanno acquistato il diritto di tenere una spada in mano per difendersi, e per alcuni, l’intento è di dare indietro quello che hanno ricevuto – dolore.

Emmeline Pankhurst 1858-1928, attivista e politica britannica, guidò il movimento Suffragista nel Regno Unito per ottenere il diritto al voto femminile; finalmente liberando le donne dalla loro posizione sociale declassate. Questa donna straordinaria non fu contro gli uomini, al contrario, egli dichiarò:
“Dobbiamo liberare metà della razza umana, le donne,cosi loro possono aiutare a liberare l’altra metà”.
una visione rivoluzionaria appunto perché, come movimento di diritti femminili, l’intento della sua missione era di liberare, partendo dalle donne come matrice – tutti gli esseri umani.

L’Era femminile è tornata per equilibrare questa mondo maschile che vaga per secoli senza la sua sposa. Prima che questo accada pienamente, come donne forte e libere, è il nostro compito di accogliere, senza pregiudizi, le nostre sorelle ancora indebolite da un sistema sociale che tuttora resiste nel restituire il potere alle donne in modo autentico e rispettoso.
La donna deve essere nuovamente ‘empowered’ ovvero, il potere femminile va riconsegnato nelle mani delle donne, non gestita dagli uomini che spesso la vedono come figura più debole e bisognosa, da mantenere, consolare, oppure come una minaccia, un avversario a malapena assecondata, la non benvenuta, supportata in-generosamente come figura politica ‘rosa’ in Italia con uno spazio giusto per avere i voti e le sovvenzioni.

Tuttavia, non tutte le donne sono fatte per correre con i lupi, esiste chi non è predisposto alla lotta, alcuni utilizzano strategie di sopravvivenza come ‘usarsi’ reciprocamente in uno scambio – il corpo per il mantenimento, altri rimangono congelati per non sentire, apparendo falsi e superficiali, facendo male solo a se stessi, molti si sacrificano per i figli. Queste donne non vanno disprezzate ma accolte come sorelle ferite nel profondo. Tuttavia, la guerriera con le spine e la dama indifesa, che ne è priva, non sono così diverse, quello che lì unisce è la paura dell’uomo con la sua energia penetrante come una spada filata, che non sa riconoscere il valore del suo ‘ricevere’ femminile, che come un rosa delicata, va approcciata con premura e rispetto, perché nel ‘ricevere’ l’uomo, la donna è vulnerabile e fisicamente indifesa. Nella sua apertura, rischia di essere devastata, invasa nella carne viva, nell’intimo, un’angoscia che solo un’altra donna può comprendere, perché l’ha vissuto, o perché rischia di vivere sulla propria pelle.

Come donne, siamo connesse tramite la nostra vulnerabilità sessuale e la capacità di procreare la vita. La scelta di diventare madre oppure no, il dolore di una donna sterile, la disperazione di chi ha perso un figlio, o il senso di colpa a causa della decisione di terminare una gravidanza per necessità oppure per volontà propria, sono circostanze che dovrebbe unirci invece di allontanarci; perché solo una donna può capire cosa significa essere negata dal potere di gestire e vivere il proprio corpo come lei crede. Solo una donna è in grado di comprendere i traumi subiti dagli abusi nelle mani di chi ha tolto quella libertà di scelta con la forza sia fisica, sia psicologica.

La solidarietà femminile è una forza che va incoraggiata e diffusa, perché la vita entra solo dalla porta del femminile – un mondo misterioso e cosi potente da far scatenare le guerre!

Sai cosa vuol dire essere una donna?

SAI COSA VUOL DIRE ESSERE UNA DONNA?

Cercate di capire dov’e’ la forza di una donna ….La tua forza è nel modo per “contenere” l'uomo.
La tua forza non è stare con l'uomo, con l'amore di un uomo, con l'odio di un uomo, con i pugni di un uomo, con il baciare l'uomo, perché quello non è il tuo problema, ma è contenere l'uomo o uscirne, allora saprai cosa sia un uomo.
tutti gli uomini sono uguali. C'è un detto, ogni uomo è un bambino  la solo differenza è il tempo di alimentazione….

Nella tua vita l’infelicità si basa sul non. Che cosa siete, cosa non sei ?... non ha alcun senso SE NON COMPRENDI COSA VOGLIA DIRE ESSERE UNA DONNA.
L'uomo ha una psiche totalmente diversa  da te, non sarai d'accordo, ma l'uomo ha una psiche diversa da quella di una donna: entrambi sono persone, entrambi sono umani, entrambi non hanno nulla in comune, nulla assoluto in comune.
Voglio porgere le mie scuse, non voglio inquadrare voi in una situazione, si pensa sempre che parlo così perché sono un essere umano uomo
ma l'uomo è un essere umano, è un essere umano per farvi incinta e tu sei un essere umano di rimanere incinta… e non parlo solo fisicamente.

Avere un rapporto sessuale, avere una gravidanza fisica, consegnare un bambino, non e’un grosso problema, ma quando la gravidanza mentale avviene attraverso un soddisfacente rapporto mentale, e’ li che la donna si trova in difficoltà e come donna il problema è nella sua linea d’arco e nella sua aura

….Poiche’ questi corpi sottili rappresentano tutti gli uomini che una donna incontra durante il giorno, durante il mese, durante l'anno, gli anni e sono responsabilità che si accumulano, sono un carico che voi portate, l'uomo non porta quel carico per tutte le donne che incontra.

sulla LINEA D’ARCO dell'uomo non c'è assolutamente nessun femminile, tranne la madre.  In una donna è diverso: tutti gli uomini che ha incontrato, mentalmente o fisicamente, vengono stoccati e non si può spazzarli via.
Per amor di Dio non abusare di te stessa come essere umano, tu non hai niente in comune con l'uomo da cima a fondo. Anche la crescita delle unghie varia di ritmo rispetto a quella di un maschio. Tutta la tua struttura, il vostro stile, il vostro sistema non ha niente a che fare con lui… ha uno stomaco, si ha uno stomaco, ma per le cose emotive “la fame e la digestione” sono differenti.

Cercate di capire dov’e’ la forza di una donna ….La tua forza è nel modo per “contenere” l'uomo.
La tua forza non è stare con l'uomo, con l'amore di un uomo, con l'odio di un uomo, con i pugni di un uomo, con il baciare l'uomo, perche’  quello non è il tuo problema, ma e’ contenere l'uomo o uscirne, allora saprai cosa sia un uomo.
tutti gli uomini sono uguali. C'è un detto, ogni uomo è un bambino  la solo differenza è il tempo di alimentazione. (Risate degli studenti)

Non sto scherzando. Sto parlando di antiche scritture, non sto inventando. Questo è ciò che è scritto lì. Tutti gli uomini sono dei neonati solo che loro hanno la differenza nel tempo di alimentazione. Così se vuoi chiedere scusa di essere una donna, ti dico di non farlo.
La parola è, 'Ekaa Maa-ee Jugat viaaa-ee Tin Chele Parvaan.'

C'era prima l’energia femminile, energia creativa, l'energia lunare, con il sole spunta solo il seme e il sole matura il seme…ma il frutto maturo, l'espansione, la crescita, la dimensione, tutto questo dipende dal femminile, dalla luna, e’ lunare. …come lo e’ la donna…

Ora immaginate, c'è un sole e c'è una luna e la luna non riflette la luce del sole ma “la deve” raffreddare.

ma, non, non, non credere a me, passa dalla natura. C'è un sole, c'è la luna, e la luna non riflette la luce del sole e non fa raffreddare? Supponiamo che il sole e il chiaro di luna fossero gli stessi allora questa terra sarebbe, una lava incandescente.

Così ogni donna che vuole stare con un uomo e non può rifletterlo è una donna morta. Se la luna non riflette il sole è una luna morta, è un corpo morto, capisci. Oh, non imparare da me, impara dal cielo.

Una femmina contiene il maschio e “lo raffredda”, il sole è la luce, il caldo, la donna è una luce, fredda, ma la luce è la stessa, solo il sole ha la luce, la luna ha il suo riflesso. E non e’ poca cosa!

Se siete disposti a capire questo principio non si può essere infelici, se non si è disposti a capire questo principio non c'è nulla sul pianeta che può renderti felice, si può essere donna americana, donna canadese, donna tedesca, donna francese, indiana donna, donna giapponese, non fa alcuna differenza, ora perché è così? Chiedi a Dio, Egli deve essere impazzito, non è il mio problema. Posso dirvi che è quello che è, e ciò che le leggi sono lì per essere.

Massima : troppo sole non va bene.
Uomo, MAN ci sono tre parole che, si capisce. L'uomo, l'uomo, l'uomo, e se lo metti WO, uomo meravigliosamente organizzata si chiama donna.(Risate degli studenti)
 
So che non si ha intenzione di credere a tutto questo, ma i fatti sono fatti. Se una donna non è meravigliosamente organizzata, si tratta solo di organizzazione, non va bene, non funziona perché deve affrontare tre cose, un bambino, un nevrotico, e un maschio. Un bambino e un uomo egocentrico nevrotico è solo un nevrotico come chiunque può essere e poi  è un maschio. Quindi devi affrontare tre lati del uomo-spirituale, mentale e fisico.

Tu sei una femmina, primo bisogno essenziale del maschio, è per questo che ti chiama  la metà migliore, tesoro, mio miele…, non è qualcosa che cade dal cielo si deve prima capire che cosa siete come donna.

Come donna la tua natura non è di amare l'uomo, .... Io ho intenzione di cambiare la vostra attitudine: non amare l'uomo, ma riflettere l'uomo e non riflettere il calore di un uomo, ma di fare “raffreddare”... (attivare i sentimenti, la mente riflessiva anche in lui)

Tu sei bella quando si c’è la luna piena e sei bella quando c’è la prima luna, e tu sei meravigliosa quando si è senza luna, ma non usare mai il calore, perché quello non sei tu !
Non succede mai nel cielo, perché dovrebbe accadere nella terra, non è tollerato lì, non è tollerato qui,
Perché imparare questa semplice cosa da me, perché non si può non guardare di notte, la luna e di giorno il sole? (Risate degli studenti)

Identifichi te stessa come donna, allora perché si soffre? La risposta è molto semplice, perché vuoi possedere un uomo,
tu vuoi avere un uomo, che può riprodurre un uomo, perché vuoi tutto tranne la cosa  più importante: come fa la luna col sole, tu dovresti invece riflettere l’uomo !

LA DONNA che non riflette un uomo, una donna che non impara l'arte di come riflettere un uomo deve soffrire, non importa chi è, quali sono i suoi gradi, ciò che la sua ricchezza è, ciò che la sua bellezza è, come sessuale e’, quanto sensuale e’ lei, …non ha senso.

L’amore non corrisposto

L’amore non corrisposto


Rimedio: rinunciare, non torturarsi, non perder tempo invano, restare se stessi - cercare la propria metà. ...................

............ L’amore non si conquista, esso sorge da solo, in modo spontaneo e inspiegabile.

Se per acquisire amore bisogna cambiare, significa che c’è qualcosa che non va.

L’amore è come un fiore: se è appassito, non può fiorire nuovamente.

L’ultimo principio allude al fatto che l’amore va sostenuto, curato, custodito, come il fuoco in un focolare. L’amore non è tanto usare e prendere, quanto dare, in primo luogo. L’amore, in realtà, è un grande lavoro. Ma di questo ora non parleremo.

La questione è cosa volete far ritornare: l’amato o il suo amore? Una persona che se n’è andata, si può far tornare. Ma se se n’è andato l’amore, farlo ritornare non è più possibile. Vi serve il vostro amato senza il suo amore? E cosa otterreste da questo? È una questione di scelta.


Nella vita, ovviamente, le cose non sono così semplici, le situa- zioni sono le più diverse e ci sono anche le eccezioni. Il problema è che l’amore, specialmente quello non corrisposto, provoca un intorbidamento del senno, delle capacità di intendere. E se esso è non corrisposto, siete nei guai. In queste situazioni bisogna avere la capacità di vedere non solo con il cuore ma soprattutto con la ragione. Dovete capire cosa sta succedendo. Quando due persone intrecciano una relazione, creano con ciò stesso un pendolo. In questo non vi è nulla di male, anzi, il pendolo serve da fattore stabi- lizzante e legante. Ma se uno dei due se ne va, il pendolo comincia a tormentare chi è rimasto per ottenere la sua porzione di energia. E fintantoché chi è rimasto continua a credere che l’altro si possa far tornare, è costretto a dare al pendolo energia per entrambi e anche di più, a causa delle sue sofferenze e del suo tormentarsi.
Se il vostro partner se n’è andato, di seguito dovete sganciarvi anche voi, per impedire al pendolo di succhiarvi via l’energia. A questo fine serve reindirizzare la propria attenzione su altri partner potenziali. Se non lo farete, soffrirete, e soffrirete invano, vi rovinerete la vita e perderete il tempo prezioso di questa vita.

Anche un amore non condiviso o rifiutato sin dall’inizio è estremamente distruttivo. La parte che prova amore, in questo caso, non ottiene nulla oltre a sofferenze. Anche in questo tipo di situazione non vale la pena perdere forze spirituali e tempo della propria vita. Occorre, almeno, avere dignità. Infatti, l’amore unilaterale, che si voglia o non si voglia, è una cosa piuttosto umiliante. Tu ami ma non sei amato. Qualcosa non quadra. Non è una cosa normale. Ma in cosa consiste precisamente l’anormalità? La molletta dà una risposta inequivocabile: sei tu che non sei abbastanza buono per essere amato. Capite come agisce la molletta?


In realtà, sia nel caso in cui siate stati lasciati, sia in caso di amore non condiviso, il fatto è che non avete incontrato la vostra metà. Pensateci un po’. Può forse lasciarvi la vostra metà? Può forse non amarvi la vostra metà? Essa è stata creata proprio per questo. Le persone sono diverse, ma ci sono coppie che corrispondono l’una all’altra come la chiave alla serratura.



Di queste vostre metà, con cui potrebbe legarvi l’amore, nel mondo se ne contano più di una, e nemmeno due, ma molte migliaia. Se il Sommo Onnipotente ha inventato l’amore, non poteva comportarsi in modo così crudele da ridurre a zero la probabilità di un incontro felice. Le vostre metà vagano in giro per il mondo, forse alcune sono vicino a voi, magari vi stanno cercando e voi intanto spendete il vostro amore per altri. Non è stupido?

Dunque: se la vostra relazione con qualcuno non è riuscita, non ha senso scoraggiarsi. Cercate la vostra metà. Se siete stati lasciati, rallegratevi. Vi siete liberati di un peso inutile nella vostra vita. Ora siete liberi e avete la possibilità di trovare il vostro autentico amore.
VZ - scardinare il sistema tecnogeno

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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