lunedì 31 agosto 2015

Sale iodato? Veleno! Ecco gli effetti collaterali che ci nascondono

Come tutti, abbiamo sempre assistito alla raccomandazione di utilizzare il sale iodato, per prevenire tutti i disturbi, ad iniziare da quelli tiroidei, imputabili alla mancanza di iodio. Ma c’è chi sostiene che, alla luce dell’elevato consumo di sale che viene fatto nel nostro paese, assumere sempre sale iodato porterebbe ad un’assunzione eccessiva.
Di seguito l’articolo.

Sale iodato: il nuovo veleno legalizzato
L’uso del sale è molto radicato nella nostra società. Usato nella nostra cucina, questo condimento è composto principalmente da cloro e sodio, ma ce ne sono di diverse tipologie  in commercio e possono essere presenti anche altre sostanze.

Il sale marino integrale non raffinato possiede, oltre agli elementi propri di questo condimento,  fino a 70 minerali che sono essenziali per la salute del nostro organismo, quali : calcio, zolfo, magnesio, potassio, ferro e oligoelementi (stronzio, iodio, fluoro, manganese, argento, boro…)

Il sale che conosciamo maggiormente e che si usa più comunemente in cucina,  presente in gran numero nei supermercati, viene sottoposto ad un processo di raffinazione;  cioè sono state eliminate tutte le sostanze benefiche presenti, compreso lo iodio,  ed è stato addizionato con sostanze sbiancanti, sostanze essiccanti come carbonati, silicati, ferro cianuro di potassio.
Alla fine del processo,  il sale diviene bianco e il cloro e il sodio contenuti al suo interno si aggirano intorno al 99 per cento!

La concentrazione dello iodio chimico che viene aggiunto in Italia va da 25 µg. a 45 µg. per grammo di sale, ma nell’etichetta non ne viene specificata né la quantità né la provenienza.

Il Ministero della Salute, da alcuni anni, suggerisce l’uso di sale iodato, proprio il tipo di sale che oltre a essere stato raffinato con il processo suddetto e privato dello iodio naturale, è addizionato con iodio chimico proveniente da aziende che lo riciclano dai rifiuti speciali come inchiostri, mezzi di contrasto per radiografie e altre sostanze.

La cosa allarmante è che l’uso obbligatorio di sale iodato è divenuta una legge. Di seguito un articolo dell’Ansa che spiega le motivazioni di questa legge. A voi le dovute considerazioni.
I l7 DIC  a Roma è stata rafforzata la legge che dal 2005 incentiva la vendita di sale iodato nella grande distribuzione. Un disegno di legge  che tra le altre cose introduce delle sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Tutto questo è stato affermato da degli esperti della Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso che si è chiuso proprio il 7 dicembre scorso.

Secondo i dati che sono stati riportati dall’osservatorio istituito dall’Istituto Superiore di Sanità la percentuale di sale iodato che è stato utilizzato dalle famiglie italiane nel 2013 si ferma al 54%, ben lontano dal 95% raccomandato dall’Oms e raggiunto da diversi paesi europei, dall’Austria alla Svizzera. Questo si traduce in un’incidenza ancora alta di gozzo e delle altre malattie tiroidee dovute alla carenza di iodio.
Proprio la ristorazione collettiva, comprese mense e tavole calde, è la principale destinataria del rafforzamento della legge, che è contenuto in un disegno di legge delega che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei Ministri” dichiara Alfredo Pontecorvi, endocrinologo dell’Università Cattolica di Roma.

Il provvedimento conterrà l’obbligo per queste categorie di usare il sale iodato, così come quello per la grande distribuzione di esporre manifesti che spieghino i vantaggi dall’uso del sale. Per la prima volta sono previste sanzioni fino a seimila euro”.(ANSA).
La dose massima di iodio che viene consigliata è circa 150 µg. al giorno; considerato che giornalmente si assumono 10 – 12 gr. di sale e che il sale iodato viene inserito nei cibi nei ristoranti, nelle industrie alimentari e purtroppo anche nei cibi per animali, si arriva ad assumere fino a dieci volte la dose di iodio giornaliera.

Alcune persone hanno dichiarato che in seguito aver ingerito del sale iodato hanno riscontrato tachicardia, spossatezza, insonnia. Immaginate cosa potrebbe succedere se venisse aggiunto sempre a quello che mangiamo…
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/alimentazione/2013/12/07/Italia-poco-sale-iodato-legge-rafforzata-multe_9740981.html

Dispiaceri e cibo: un fiore può aiutare

AFFOGHI I DISPIACERI CON IL CIBO? ECCO IL FIORE CHE TI PUO’ AIUTARE

Il fiore californiano estratto da questa pianta serve a chi usa il cibo per dimenticare problemi e frustrazioni: vince la tristezza e dà la forza di reagire.

Si “ricoprono” di grasso, come per proteggersi: è il problema di tante persone in sovrappeso, che a parole si lamentano dei chili in eccesso e promettono sempre di mettersi a dieta, ma senza la reale motivazione di impegnarsi per davvero.

Un corpo abbondante, per molte di loro, è come una “corazza” che le difende dai problemi del mondo esterno, dalle difficoltà relazionali, dalle sofferenze della vita o da stress e traumi del passato. Il cibo, specialmente quello ipercalorico ricco di zuccheri e grassi, diventa così una consolazione, una “coccola”, un tentativo di compensare, con qualcosa di dolce o succulento, i fallimenti, le umiliazioni e le frustrazioni quotidiane.

 

Un fiore che spazza via il dolore

Chi mangia troppo per “riempire un vuoto” o per trovare un diversivo e un conforto a quello che non va, può affidarsi all’Echinacea, un fiore californiano che aiuta a lasciarsi alle spalle i dolori e i traumi del passato e a rafforzare l’autostima e la fiducia in se stessi, diminuendo il bisogno di abbuffate consolatorie.
Il rimedio è indicato anche per chi nasconde dentro di sé ferite e sofferenze lontane nel tempo o è tormentato da ricordi angosciosi, e si lascia andare a solitarie crisi bulimiche o abbuffate notturne, illudendosi di “anestetizzare” il dolore con il cibo.
In questi casi, Echinacea porta un immediato conforto e sblocca la voglia e la capacità di reagire.

 

Spazza via la “corazza” di grasso

Dopo un abbandono o una relazione amorosa finita male, molte persone cominciano a “maltrattare” il proprio corpo con ogni sorta di cibo spazzatura, coprendolo di grasso quasi volessero apparire meno attraenti e “tenersi alla larga” da nuove sofferenze sentimentali.
L’assunzione di Echinacea aiuta allora a ritrovare l’amore di sé e il rispetto per il proprio corpo, insieme alla volontà di mettersi a dieta.

 

Dall’Echinacea si ricavano anche “medicine naturali”

Originaria del Nordamerica, l’Echinacea purpurea è una bella piantina vigorosa e resistente, dalle foglie a forma di lancia e dai fitti fiori rosa intenso, simili a margherite dai petali ricadenti.
Da sempre l’echinacea viene utilizzata in fitoterapia per le proprietà medicinali, immunostimolanti e antinfettive delle sue radici; questo estratto non va confuso con il rimedio preparato con le sue corolle, dalle quali si ricava invece un’essenza floreale californiana energizzante e anti traumatica.

 

Diffondila in casa o in ufficio: dissolve lo stress che innesca la fame

L’essenza di Echinacea, diffusa nell’aria in casa, in ufficio o nell’ambiente dove si studia o si soggiorna, aiuta a sentirsi più calmi, tranquilli e lucidi mentalmente.
Questo rimedio è l’ideale se, per esempio, tendi ad avere molta fame a metà mattina o a metà pomeriggio e cerchi di placarla con merendine, cioccolata, crackers o altri cibi dolci, grassi e ipercalorici.
Ti basterà aggiungere 5 gocce del rimedio nella vaschetta di un diffusore elettrico o a candela e lasciare evaporare per 10-15 minuti, più volte al giorno. In alternativa, versa le gocce di Echinacea in uno spruzzatore riempito d’acqua naturale e nebulizza la soluzione spesso intorno a te.

 

Come assumerla

Versa 2 gocce di Echinacea in una boccetta con contagocce da 30 ml. Aggiungi 2 cucchiaini di brandy. Riempi con acqua minerale naturale. Assumi 4 gocce 4 volte al giorno, non vicino ai pasti, per almeno 3 settimane.
FONTE: Riza

GUARIRE DAL DIABETE

GUARIRE DAL DIABETE 
relatore Marcello Pamio
 


 http://www.stampalibera.com/index.php?a=28305

domenica 30 agosto 2015

Dieta per diabetici. Come curare il diabete con un alimentazione corretta. I consigli del dott. Mozzi

Oppure hai delle glicemia elevate, ma non sei ancora andato in diabete e stai cercando un modo per evitarlo?

In questo articolo troverai tutte le nozioni necessarie per poter vivere una vita lunga e in salute, al pari di qualsiasi persona normale, non affetta da diabete. Ti basterà seguire un alimentazione sana, adatta al tuo gruppo sanguigno e soprattutto adatta ad un paziente diabetico. Una dieta di questo tipo ti darà la possibilità di migliorare naturalmente la tua glicemia, migliorare il tuo stato di salute attuale e ridurre al minimo i rischi di complicanze future.

Sto parlando della dieta per diabetici del dottor Piero Mozzi, la dieta che ha già permesso a centinaia di persone di sistemare le loro analisi del sangue, glicemia compresa, di migliorare la loro qualità di vita e in molti casi di eliminare le pastiglie ipoglicemiche, diventate inutili proprio grazie alla dieta. Anche se sei diabetico di tipo 1, seguendo la dieta del dottor Mozzi potrai, forse non eliminare (anche qui però ci sono stati dei casi), ma sicuramente ridurre le tue unità di insulina

A tal proposito ti invito alla lettura di due testimonianze importanti, di due malati di diabete di tipo 2, che seguendo la dieta del dott. Mozzi, hanno eliminato le pastiglie e hanno ritrovato la salute.
# Testimonianza di Vittorio Palmieri
# Testimonianza di Luigi

Continuando a leggere questo articolo imparerai

 

Diabete, il male del secolo

Il dottor Piero Mozzi considera il diabete come il male del secolo. Una vera e propria epidemia che sta investendo buona parte del pianeta, sia in Occidente che in Oriente. Se fino ai primi anni del dopo guerra questa malattia era sconosciuta ai più, attualmente ne sono affetti oltre 382 milioni di persone in tutto il mondo (fonte IDF Diabetes Atlas) e si stima che la cifra possa salire a 592 milioni nel 2035. Dati che lasciano riflettere e che senza dubbio confermano le preoccupazioni del dottor Mozzi.
Il dottore ci mette in guardia su una peculiarità del diabete: esso lascia un segno indelebile sul nostro DNA, aumentando il rischio di trasmissione della patologia dai genitori ai figli, cosa che per altro viene attestata anche dalla medicina ufficiale.
Il rischio di sviluppare il diabete è molto più elevato se ci sono stati casi in famiglia e questa sua trasmissione genetica, rende il diabete una sorta di epidemia che, come di fatto sta già accadendo, rischia di diventare un male comune per una grossa fetta di popolazione.

 

Che cos’è il diabete?

Il diabete è un alterazione metabolica derivante da un calo dell’azione dell’insulina, o perché ne viene prodotta troppo poca (o per niente), oppure perché qualcosa ne blocca il funzionamento (insulino-resistenza).
L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule del pancreas (le isole di Langerhans) e ha il compito di ridurre il livello di glucosio presente nel sangue (glicemia). La glicemia deve essere mantenuta nella norma tra 70 e 110 mg di glucosio/ 100 ml di sangue, altrimenti si può andare incontro a:
  • ipoglicemia: quando la glicemia è troppo bassa;
  • iperglicemia: quando la glicemia è troppo alta.
La glicemia aumenta ogni qual volta introduciamo con l’alimentazione dei carboidrati, rappresentati da zuccheri ed amidi, ovvero la principale fonte di energia per l’organismo. Una volta che gli alimenti vengono ingeriti, gli enzimi dell’apparato digerente scompongono i carboidrati in zuccheri semplici, ovvero glucosio, con un conseguente innalzamento della glicemia.
L’incremento di glicemia a sua volta stimola la produzione di insulina da parte del pancreas, che ha il compito di favorire l’ingresso del glucosio nelle cellule e il suo utilizzo come carburante, abbassando così la glicemia.
Nel diabete la mancanza d’insulina, o il suo cattivo funzionamento, generano un accumulo in eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia), che se rimane tale per un periodo prolungato può portare problemi anche gravi.
Esistono varie forme di diabete:
  • diabete di tipo 1;
  • diabete di tipo 2;
  • diabete gestazionale.

Diabete di tipo 1

Il diabete di tipo 1 è classificato come una vera e propria malattia autoimmune. Infatti c’è la distruzione delle cellule β del pancreas, ovvero di quelle cellule destinate alla produzione di insulina, a seguito di una risposta autoimmune dell’organismo.
Essendo l’insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule, la persona affetta da diabete di tipo 1 è obbligata ad assumerla dall’esterno. Per questo motivo chi ha il diabete di tipo 1 viene definito come soggetto insulino-dipendente. Il diabete di tipo 1 è la forma di diabete più rara e sorge più frequentemente nei primi trent’anni di vita. Attualmente si stima che ne siano affetti circa 3 milioni di persone.

Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete più comune, riguarda più del 90% dei casi di diabetici e compare  con più frequenza nei soggetti con più di 40 anni, anche se non sono così rari casi in cui si è manifestato anche in ragazzi molto giovani. Il diabete di tipo 2 può manifestarsi in due modi:
1. Insulino-deficenza: le beta-cellule del pancreas non producono abbastanza insulina.
2. Insulino-resistenza: l’insulina viene prodotta correttamente, ma le cellule del sangue non lavorano nel modo corretto e non consentono al glucosio di entrare.

Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è una forma “momentanea” di diabete che caratterizza una percentuale delle gravidanze. Dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce più a tenere sotto controllo la glicemia. Il diabete gestazionale, che comprende una quota importante delle gravidanze, sembra scomparire dopo il parto.
E’ altresì vero che chi ha manifestato questo tipo di diabete, ha successivamente maggiori probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

 

I sintomi del diabete

Nel diabete di tipo 1 il pancreas non produce più insulina, quindi le cellule non assorbono più glucosio, per questo motivo c’è quasi sempre un aumento dell’appetito, a cui segue però un calo improvviso del peso (proprio perché le cellule non riescono ad assorbire l’energia introdotta dal cibo), un incremento del volume delle urine (poliuria) e un aumento della sete (polidipsia).
Nel diabete di tipo 2 i sintomi sono simili al diabete di tipo 1, ma di solito si sviluppano molto più lentamente e spesso non ci si accorge di avere il diabete. Nella maggior parte dei casi si scopre di avere il diabete solo dopo un normale controllo. Tramite analisi del sangue si capisce che il soggetto ha il diabete dall’alto valore della glicemia (superiore a 200 mg/dl in qualsiasi ora del giorno e superiore a 126 mg/dl la mattina a digiuno).
Altri sintomi che possono segnalare la malattia sono: il prurito, il formicolio dei piedi, o delle mani, offuscamento della vista, ulcere, infezioni alle vie urinarie e stanchezza.

 

Possibili complicanze future

Se non viene tenuto sotto controllo e non viene tenuta a bada la glicemia, il diabete può portare diverse complicanze, anche serie.

Complicanze cardiovascolari

Il diabete può causare in modo specifico e diretto, se non è tenuto sotto controllo, delle serie patologie di natura microvascolare dovute cioè all’occlusione e al deterioramento dei piccoli vasi sanguigni di molti organi. Si tratta:
  • retinopatia diabetica (i capillari della retina si deteriorano e rendono gradualmente difficile la visione)
  • nefropatia diabetica (i ‘filtri’ presenti nel rene perdono gradatamente la loro funzionalità)
  • neuropatia diabetica periferica (i nervi soprattutto nelle aree più distanti dal cervello come il piede e la gamba perdono sensibilità)
  • piede diabetico (la diminuita sensibilità rende più facile la formazione di ulcere e infezioni, i capillari spesso occlusi ostacolano la naturale reazione dell’organismo rendendo difficile o impossibile la guarigione naturale dei tessuti).
Nei casi più gravi queste complicanze possono avere esiti molto seri. Tuttavia l’attenzione dei medici in questi ultimi anni si è orientata soprattutto sul ruolo del diabete come fattore di rischio cardiovascolare.
In pratica il diabete, se non tenuto sotto controllo, favorendo il processo di ostruzione delle arterie moltiplica il rischio di sviluppare ictus o infarti. Una persona con diabete corre lo stesso rischio di avere un infarto di una persona identica per età, sesso e peso, che ha già avuto un infarto.

Complicanze macrovascolari

È importante notare che, mentre occorrono molti anni, più spesso decenni, perché una persona con diabete sviluppi le conseguenze più serie di una complicanza ‘microvascolare’ (per esempio perché sviluppi problemi alla vista o nella sensibilità al piede), il rischio cardiovascolare aumenta fin dal primo giorno di diabete.
In realtà il rischio aumenta già da prima dello sviluppo del diabete, perché le fasi di moderata alterazione della glicemia comunemente definite ‘pre-diabete’ sono già sufficienti per aumentare il rischio di infarti e ictus in modo sensibile.

 

Le cause del diabete secondo il dottor Mozzi

La medicina Ufficiale ancora non riesce a dare una risposta chiara su quali siano le vere cause del diabete, sia esso di tipo 1 che di tipo 2.
In caso di diabete di tipo 2 vengono generalmente imputati:
  • lo stile di vita troppo sedentario;
  • l’obesità e il sovrappeso: quindi l’alimentazione;
  • l’età;
  • i fattori genetici ereditari: se un famigliare ha avuto il diabete c’è una probabilità molto maggiore che lo sviluppi anche il figlio;
  • lo stress;
Il dottor Mozzi, oltre alla sedentarietà, imputa come principale responsabile della malattia la cattiva alimentazione, anche se ribadisce che chi ha avuto casi in famiglia di diabete, ha maggiori probabilità di contrarre a sua volta il diabete.
Per quanto riguarda l’alimentazione, i medici danno la colpa soprattutto a dolci e grassi saturi di origine animale. Il dottor Mozzi a sua volta crede che l’abuso di dolci abbia un impatto notevole su questa patologia, ma i maggiori responsabili sono altri.
La causa principale del diabete, molto più dei dolci e dello zucchero, è l’abuso massiccio di CEREALI.


In India, paese che viaggia a riso, ci sono

oltre 40 milioni di diabetici
Sto parlando soprattutto di pane e pasta (cioè frumento), alimento chiave della dieta Mediterranea e bene o male presente nell’alimentazione quotidiana di ogni Italiano. Non è a caso che le regioni italiane più colpite dal diabete siano quelle del sud Italia, con in testa la Calabria, seguita da Puglia, Basilicata e Campania. Regioni dove il consumo di frumento è nettamente superiore al resto d’Italia.

In India, paese che viaggia a riso, ci sono oltre 40 milioni di diabetici
Ma il frumento non è l’unico colpevole, altrimenti non si spiegherebbe come mai in India, dove pasta e pane sono quasi sconosciuti, ci siano oltre 40 milioni di diabetici. In tal caso la loro dieta, come in gran parte dei paesi Asiatici, comprende il consumo massiccio di riso, un altro cereale.
In sostanza sia nel diabete di tipo 1, che di tipo 2, il dottor Mozzi individua nei cereali il responsabile principale di questa malattia, facendo però una distinzione importante:

Diabete di tipo 1

Il dottor Mozzi, nel video-intervista dedicato al diabete, descrive le persone con diabete di tipo 1 come “programmate dalla natura” per non toccare alcun tipo di cereale. Sono  i cereali che scatenano la risposta autoimmune, con la conseguente distruzione delle beta-cellule del pancreas.
Per essere ancora più chiari, se sei affetto da diabete di tipo 1 è come se tu fossi “allergico” ai cereali e la reazione allergica, successiva all’introduzione di questi alimenti, non è altro che la distruzione delle cellule del pancreas. Come ho già detto, quando si parla di cereali, il dottor Mozzi intende di tutti i cereali, anche quelli che non contengono glutine, come miglio, mais e riso.
Inoltre il dott. Mozzi individua un secodo responsabile nel latte vaccino e nei suoi derivati.

Diabete di tipo 2

Nel diabete di tipo 2 la causa scatenante rimane sempre l’eccessivo consumo di cereali soprattutto se questi vengono ripetutamente mangiati a cena, come avviene spesso con il pane.

"SIAMO VIVI PER MIRACOLO" davvero siamo così malati come ci dicono?

Veniamo continuamente bombardati da messaggi poco ottimistici riguardo alla nostra salute, vi siete mai chiesti il perché?

Siamo descritti come esseri che si ammalano di frequente e molti ci hanno anche creduto e poi, guarda caso, si sono ammalati.

Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così male? 

Credo che sia giunto il momento di prendere in mano la nostra salute e di non lasciarla più. Può sembrare molto difficile all'inizio, ma credetemi una volta compreso il meccanismo della salute e della malattia tutto sarà più semplice.


Nascere per miracolo - convegno "SIAMO VIVI PER MIRACOLO", 26/04/2015 Milano


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sabato 29 agosto 2015

Respirare dalla pianta dei piedi

La parte inferiore del corpo è uno dei problemi
per la maggior parte delle persone, in pratica la
maggioranza. 
La parte inferiore è morta, poiché per
secoli il sesso è stato represso: la gente ora ha paura
di muoversi al di sotto del centro sessuale. Si irrigidisce
e resta al di sopra del centro sessuale; di fatto
molte persone vivono nella testa, oppure, se sono
un po' più coraggiose, vivono nel torace.

Al massimo, qualcuno scende all'ombelico, ma
non va mai al di là; in questo modo, metà del corpo
è paralizzato, di conseguenza metà della vita risulta a sua volta paralizzata.

In questo stato dell'essere molte cose diventano
impossibili, poiché la parte inferiore del corpo è simile
a radici: queste sono radici, le gambe sono radici
e sono connesse con la terra.

A causa di quella paralisi le persone vivono in
uno stato di animazione sospesa, sono come fantasmi,
del tutto sconnesse dalla terra. Si deve ritornare ai propri piedi.

Lao-tzu era solito ripetere ai suoi discepoli: "Se
non iniziate a respirare dalla pianta dei piedi, non
siete miei discepoli. Respirate dalla pianta dei piedi".

E ha ragione! Più vai in profondità, più profondo
diventa il tuo respiro: è praticamente vero, e lo si
può affermare senza pericolo di sbagliare che il confine
del tuo essere è il confine del tuo respiro. Quando
quel confine si allarga, fino a toccare i piedi,
quando raggiunge in pratica i tuoi piedi - non in un
senso fisiologico, ma in un profondo senso psicologico
- avrai rivendicato e riconquistato tutto il tuo
corpo. Per la prima volta sei integro, un unico pezzo, un insieme.

Esercitati e sentiti sempre di più nei piedi.
A volte resta semplicemente ritto in piedi sulla
nuda terra, senza scarpe né calze e senti la quiete, la
leggerezza e il calore. Qualsiasi cosa la terra sia
pronta a darti in quel momento sentila semplicemente
e lascia che fluisca attraverso di te. Permetti
alla tua energia di fluire nella terra e sii connesso con il suolo.

Se sei connesso alla terra, sei connesso alla vita.
Se sei connesso alla terra, sei connesso con il tuo corpo. 
Se sei connesso alla terra, diventerai estremamente
sensibile e centrato, e questo è un equilibrio indispensabile.  
Osho

Camminare a piedi nudi il più possibile per vivere meglio!

Camminare a piedi nudi il più possibile per vivere meglio!
Dalla notte dei tempi è risaputo che camminare a piedi nudi alla mattina sull’erba bagnata, o sulla battigia della spiaggia, produce un’immediata sensazione di benessere.

La maggior parte delle persone riterrà che il benefico effetto sia conseguente ad una sensazione soggettiva, e nulla più. Ma non è proprio così.

La scienza ha studiato questo tipo di esperienza, e ha dedotto che non si tratta solo di sensazione, poichè la “messa a terra” dell’organismo, produce effetti fisici reali. Ne parla abbondantemente il libro “Earthing. A piedi nudi: curarsi con le energie della terra scritto da Clinton Ober, Stephen T. Sinatra e Martin Zucker, per la Macro Edizioni.
Gli autori partono dal punto di vista che l’essere umano è costituito da acqua e sali minerali, e quando cammina sulla superficie della terra, possiede un certo potenziale elettrico, anche di un centinaio di volt, che è misurabile dalla sommità del capo ai piedi. Questo potenziale fluttua nel nostro corpo e interagisce con l’organismo in ogni nostra attività. Purtroppo però, più il potenziale è alto, peggiore saranno le conseguenze sul nostro fisico, e questo perchè gli elettroni che circolano nel nostro corpo interferiscono con le normali reazioni bioelettriche e con l’eliminazione dei famosi radicali liberi.

I radicali liberi svolgono una azione positiva nei confronti delle tossine, germi ecc. ma un loro eccesso causa una eccessiva ossidazione dei tessuti sani, che si riflette a cascata sul corretto funzionamento degli organi corporei. Molti studi clinici hanno evidenziato che l’insonnia, lo stress, l’aumento del cortisolo, fino alle modificazioni dei globuli rossi nel sangue, che perde fluidità, sono causati da un eccesso di radicali liberi ossidanti (1).

E’ dunque assolutamente indispensabile che le cariche positive degli elettroni accumulati nell’organismo si scarichino verso la terra. E il nostro organismo, nella meravigliosa logica della natura, realizza questo effetto attraverso i piedi, ed esattamente attraverso l’altissimo numero di terminazioni nervose (ben 1300 per pollice quadrato!) con l’aiuto delle ghiandole sudoripare, che sono sovrabbondanti proprio nei nostri piedi.

Il problema è: come assicurarsi questo collegamento con la terra?
Anzitutto, dato che pochi di noi sono elettricisti o periti elettronici, va definito il significato di “messa a terra”!
La terra, che in questo caso può giustamente anche essere definita massa è esattamente il complesso totale della materia che compone il nostro pianeta. Pertanto, ogni corpo, oggetto, elemento che esiste sulla faccia della terra, dato che è costituito da masse di elettroni, deve assolutamente avere e mantenere un collegamento fisico con la madre terra, e con la sua massa elettrica. Ed esattamente come ogni impianto elettrico casalingo deve avere, per esigenze di sicurezza, il collegamento a terra (2), per eliminare pericoli di folgorazione ecc, così anche il nostro organismo deve poter “scaricare” a terra le correnti corporee ed elettrostatiche. La potenzialità di queste correnti è ben evidente, quando l’atmosfera è secca, e toccando a mani nude un oggetto metallico scocca una scintilla.

Il problema del collegamento alla terra non è una questione di scarsa importanza. Infatti, più le persone vivono in edifici alti, più il loro corpo si carica elettricamente. A quattro metri d’altezza il potenziale può arrivare a 800 volt. E più in alto si vive, più il voltaggio aumenta (3). Tra l’altro, viviamo costantemente isolati dalla terra anche a causa delle calzature di gomma e a causa anche di metri e metri di cemento di soffitti e di pavimenti.

Tuttavia non spaventiamoci, perchè i rimedi non mancano. Ad iniziare dall’acqua, e dal suo meraviglioso potere. Una buona doccia, o meglio un bagno con i sali, aiuta l’organismo a ripristinare la naturale potenzialità elettrica. L’ideale sarebbe comunque uscire all’aperto, e camminare sulla terra, quando è possibile a piedi nudi!
Infine, c’è chi ha pensato addirittura di utilizzare la presa di “terra” comune nelle nostre prese elettriche (attenzione: è il polo centrale) per poterci collegare un filo elettrico che va ai cuscini, lenzuola, materassi e quant’altro, che però dovrebbero essere realizzati in materiale conduttivo .
IMPORTANTE: è accertato che in certi casi il potenziale elettrico umano entra in risonanza con le alte frequenze dei campi elettrici ed elettromagnetici. Riportare il nostro potenziale ai valori normali, sopratutto di notte, è quindi un’ottima difesa anche dall’elettrosmog.
Lorenzo Guaia
Note
1 – Cfr Studi del dott. George Starr White, nel suo libro “Cosmo electro colture for land and man”
2 – Normalmente il polo elettrico centrale delle prese in tutti gli impianti elettrici è collegato fisicamente alla terra con un grosso cavo, di colore giallo-verde. Il cavo è altresì collegato alla terra generale degli edifici, che altro non è che non un grosso e lungo palo metallico, o picchetto, che viene sotterrato in prossimità delle fondamenta.
3 – Circa 150-200 volt per ogni metro d’altezza, a seconda del livello d’umidità atmosferico

Camminare sempre con le scarpe fa male: Earthing

Camminare sempre con le scarpe fa male: Earthing

Camminare a piedi nudi sulla sabbia o nell'erba fa bene al corpo e all'anima.
Camminare sempre con le scarpe con suole isolanti e camminare sempre sull’asfalto fa male alla salute. Al contrario la cosiddetta “messa a terra del proprio corpo” favorisce il benessere. Questo è quanto sostengono gli amanti e i conoscitori dell’ Earthing.

Earthing letteralmente significa messa a terra, è una pratica che combina passioni naturalistiche, concetti filosofici e saperi scientifici.
Secondo i dettami dell’Earthing l’uomo dovrebbe mettersi in contatto con la terra almeno 2 o 3 volte al giorno camminando a piedi nudi in un prato o su una spiaggia oppure semplicemente sedendosi scalzo sull’ erba piuttosto che sulla sabbia.
  • Il contatto fisico tra l’uomo e la terra metterebbe in moto un vitale scambio energetico tra la natura (intesa come il nostro habitat e come il complesso dei fattori biochimici che ci permettono di nascere e vivere su questo pianeta) e l’essere umano.

Da un punto di vista fisico il pianeta terra é un campo energetico e, sulla base del principio per cui l’energia non si crea né si distrugge, il ciclo energetico terrestre sarebbe alimentato dalle radiazioni solari; del resto è universalmente accettata l’importanza vitale del sole senza cui la terra non sarebbe capace di sostenere la vita così come la conosciamo.
Se il sole passa gli impulsi vitali alla terra, la terra dovrebbe trasmettere i suoi stimoli energetici all’ uomo. Tuttavia è impensabile che questa trasmissione avvenga senza contatto, senza cioè che l’uomo si metta a terra, tocchi la terra confermando la sua appartenenza alla natura e il suo bisogno di interazione con essa.

I sostenitori dell’Earthing si dicono certi che il rapporto fisico tra l’uomo e la terra costituisca per l’individuo una vera e propria opportunità di ricaricare il proprio corpo ed il proprio spirito!
  • Fisicamente (e qui fisicamente sta per scienza della fisica) la terra ha una propria carica magnetica grazie alla quale produce elettroni a acrica negativa. L’uomo che goda del contatto fisico col terreno (sia esso erboso o sabbioso) assimila questi elettroni ed il fisico né beneficia.

Oggi per ricaricarsi e godere della carica elettrica naturalmente prodotta dalla terra è indispensabile spogliarsi o quanto meno togliere le scarpe, nonché abbandonare l’asfalto; le suole delle scarpe e il cemento isolano l’uomo dalla sua fonte energetica.

I benefici dell’Earthing sarebbero molti:
questa pratica favorirebbe il rilassamento, con conseguente scarico dello stress; aiuterebbe il naturale equilibrio metabolico dell’ uomo avvantaggiano anche il dimagrimento; lenirebbe i dolori cronici; favorirebbe la corretta postura; potenzierebbe il sistema immunitario; riequilibrerebbe gli asetti ormonali; aiuterebbe la cicatrizzazione e avrebbe un potere lenitivo; sosterebbe la tonificazione dei tessuti coadiuvando l’attività sportiva; favorirebbe il sonno e sopratutto limiterebbe i processi degenerativi e di invecchiamento.

Perché camminare sulla sabbia è la grande medicina

E’ gratuito e ha straordinari benefici per il corpo e la mente. Dalla postura, alla pressione, alla muscolatura fino a sciogliere lo stress. Ecco svelata una terapia completa per migliorare la nostra vita.

CAMMINARE NON FA SEMPRE BENE
Si parla spesso dei benefici della camminata, ma come sa chiunque abbia provato a farlo per lungo tempo e di buon passo può anche far male ai piedi, provocando calli, duroni, vesciche o danni ancora più gravi alla postura e al sistema scheletrico.
Questo succede spesso se si indossano scarpe da ginnastica inadatte e alla lunga ogni scarpa è inadatta in quanto non permette il contatto naturale del piede con il terreno spostando quindi la postura (tramite il tacco) e impedendo la scarica elettromagnetica (tramite il materiale plastico che è isolante).

STUDI SULLE POPOLAZIONI NATIVE
Studi condotti su popolazioni dell’Africa e dell’Asia che camminano a piedi nudi dimostrano che chi non porta le scarpe ha piedi più sani, meno deformi e più mobili di chi vive nelle società in cui si portano le scarpe. Inoltre hanno una postura perfettamente eretta, senza mal di schiena e senza tutte le vaste ripercussioni sui vari organi.

E’ UN MASSAGGIO NATURALE COMPLETO
Quando passeggiamo a piedi nudi sulla sabbia diamo vita ad un massaggio naturale in grado di riassorbire il sangue che ristagna a livello delle gambe e dei piedi. In questo modo il liquido viene ridistribuito, il senso di stanchezza e pesantezza tende a scomparire, e anche l’aspetto estetico ne beneficia.
Addirittura il tuo umore migliorerà. E non solo perché vederti più bella è di certo ragione di una certa felicità, ma perché il maggiore afflusso di sangue al cervello fa in modo che si verifichino anche dei processi chimici ormonali a livello di serotonina ed ossitocina.

LA SABBIA E’ IMPERFETTA
La caratteristica che rende unica la sabbia è la sua instabilità. Camminando su di essa il piede riceve delle stimolazioni che tramite impulsi nervosi vengono immediatamente recepite dalla colonna vertebrale, che si adatta si conseguenza risvegliando quindi la corretta biomeccanica del corpo. Queste terminazioni sono inoltre in comunicazione con tutto il corpo e stimolano e riattivano anche vari organi.

RIFLESSIOLOGIA PLANTARE GRATUITA
footmeridianNel piede ma anche in altre parti del corpo è riflesso tutto il nostro corpo. Questo in accordo alle più moderne ricerche dalla teoria frattale e al campo biofotonico fino alla più recente conferma dell’esistenza dei meridiani energetici che scorrono lungo tutto il corpo e terminano nei piedi. Lo shiatsu fa largo uso di questi punti dei piedi stimolandoli con la digitopressione.
La riflessologia plantare viene fatta risalire alle antiche civiltà, soprattutto orientali ma ci sono prove che questa tecnica venisse praticata anche dalle civiltà precolombiane e dai pellerossa.
La stimolazione naturale della sabbia e dei sassi, con le loro imperfezioni, costituisce quindi un massaggio completo per tutta la pianta del piede andando quindi ad avere una ripercussione positiva su tutti gli organi e le ghiandole.

EARTHING: LA PIÙ IMPORTANTE SCOPERTA SULLA SALUTE DI SEMPRE?
La ragione del senso di benessere che si prova nel camminare a piedi nudi è dovuta al fatto che si riceve un potente impulso di elettroni benefici direttamente dalla terra.
La terra ha una carica leggermente negativa, così quando si cammina a piedi nudi sulla sabbia gli elettroni fluiscono dalla terra direttamente nel corpo, dando una “trasfusione” di potere di guarigione.
I radicali liberi “vengono scaricati a terra” e ciò permette di mantenersi giovani e in forza.

CIRCOLAZIONE, SISTEMA IMMUNITARIO E PRESSIONE
Si hanno infine enormi benefici a questi tre livelli. La terra è una fonte naturale di campi elettrici sottili, che sono essenziali per il corretto funzionamento del sistema immunitario, la circolazione, la pressione e la sincronizzazione dei bioritmi. Il Dr. Mercola ha osservato nelle sue ricerche che camminare ogni giorno per almeno un’ora a piedi nudi sulla sabbia permette di ristabilire tutti i valori nella norma in breve tempo.
Togliere le scarpe che fasciano il piede e stare a contatto con la nuda terra dona una grande sensazione di liberà e benessere. Questa sensazione di essere sostenuti, di poter scaricare a terra e del continuo massaggio sotto i piedi migliora il nostro umore e calma la mente. Una terapia per corpo e mente. Vi consiglio di non pensare a tutti questi benefici durante la passeggiata, ma solamente di godervi il momento presente. Buona passeggiata

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