domenica 24 maggio 2015

Il paradosso della nostra epoca


Il Tao della liberazione : i primi tre sintomi della patologia del sistema

 “Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi”
Mahatma Gandhi, 1909

Il primo dei sintomi che mostra la patologia del sistema è la povertà e la disuguaglianza. Meno evidenti in occidente dove si crede di essere sempre più ricchi ,più civilizzati, più acculturati rispetto ai paesi del terzo mondo. Un illusione che solo pochi scorgono come tale. Oggi i sintomi del divario fra i pochi ricchi e i tanti poveri inizia a evidenziarsi anche in occidente.

Il secondo dei sintomi è lo sfruttamento della terra, anch’esso poco evidente ai più, convinti che quel che accade ad esempio in amazzonia non tocchi minimamente il futuro di un paese europeo e viceversa.

Il terzo dei sintomi è l’avvelenamento della vita, inteso a 360° dall’aria che respiriamo all’acqua, dalla alimentazione alle distorte e spesso false cure mediche. Anche questo poco evidente, si pensa meglio ed è più rassicurante incolpare Dio che farsi carico di una responsabilità soggettiva. Non parlo di responsabilità della causa ma delle proprie scelte adottate nella vita quotidiana rispetto a se stessi e alla comunità in cui si vive.
Ad esempio: la Coca Cola ha le sue responsabilità, tu che la bevi le tue e così per ogni altra cosa.
Non siamo impotenti, non è vero, toglietevelo dalla testa!

Le patologie che impoveriscono gli esseri umani impoveriscono anche il pianeta:
-Dipendiamo dalla crescita illimitata
-Abbiamo una visione distorta dello sviluppo
-Siamo sempre di più assoggettati al dominio delle multinazionali
-Debito e speculazione sono diventati i soli generatori di profitto
-Esiste il monopolio della conoscenza ed è imposta la “monoculura” a livello globale.

Esempio di cosa sia la “monocultura”: oggi ho letto di sfuggita su una rivista  un articolo che in cui si sostiene che sia di buon esempio l’iniziativa di insegnare nelle scuole ai bambini  il fisco; cos’è l’Imu, l’Iperf, ecc e quanto sia usurpatore l’evasore, si spiega a loro cosa sono le tasse a cosa servono; nulla di male in questo se non fosse che le modalità e quanto viene raccontato a questi piccini non è tutto verità e viene tralasciato ciò che davvero è importante, li riempiono di stronzate tremende assoggettando le nuove generazioni allo Stato padrone, ladro e usurpatore  che in cambio di quelle tasse non gli darà un bel nulla. Insegnano un  sistema democratico inesistente. Insegnano che pagare le tasse è giusto e utile. Nessuno gli insegna che se proprio uno stato deve esserci ( vi ricordo che  sono anarchica quindi queste lezioni di fisco mi fanno incazzare ancora di più) esso non deve imporre una politica unilaterale e che anch’esso è soggetto a doveri che devono essere rispettati nei confronti dei cittadini, tutti!
-Il potere è usato come strumento di sopraffazione, che comprende anche la forza militare e la violenza.

In questa parte dei miei articoli  dedicati al libro Il  Tao della Liberazione ho scelto di abbandonare un po’ la traccia del libro per fare spazio a questo scritto bellissimo IL PARADOSSO DELLA NOSTRA EPOCA (da: "Words Aptly Spoken" di Bob Moorehead © 1995), in quanto racchiude in sé tutti i punti soprascritti, non trovo nulla che sia più esplicito delle parole do Moorehead per descrivere il nostro tempo.

Il paradosso della nostra epoca storica è che abbiamo
edifici più alti ma temperamenti più corti,
strade più larghe ma punti di vista più ristretti.
Spendiamo di più, ma abbiamo di meno;
compriamo di più, ma gustiamo di meno.
Abbiamo case più grandi ma famiglie piccole,
più comodità, ma meno tempo;
abbiamo più lauree e poco buon senso.
Abbiamo più conoscenze, ma meno criterio;
più specialisti, ma ancora più problemi,
più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo troppo incautamente, ridiamo troppo poco, guidiamo in maniera spericolata, ci arrabbiamo troppo, rimaniamo alzati fino a tardi, ci svegliamo troppo stanchi, leggiamo troppo poco, guardiamo troppo la TV e preghiamo raramente.
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco, e odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato a condurre un'esistenza, non una vita, abbiamo aggiunto anni alla vita, non vita agli anni. Abbiamo raggiunto la luna e ne siamo tornati, ma abbiamo problemi ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino.
 

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore.
Abbiamo fatto cose più eclatanti, ma non cose migliori.
Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
Abbiamo conquistato l'atomo, ma non il nostro pregiudizio.
Scriviamo di più, ma impariamo di meno.
Progettiamo di più, ma completiamo di meno.
Abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo più computer per contenere più informazioni e produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.
Questi sono i tempi dei fast food e della digestione lenta; grandi uomini con deboli caratteri; profitti esorbitanti e relazioni poco profonde.
Questi sono i giorni in cui nelle case entrano due stipendi, ma aumentano i divorzi.

(...) Ricordati di passare un po' di tempo con i tuoi cari, perché non ci saranno per sempre.
Ricordati di dare un caloroso abbraccio a chi ti sta accanto, perché è l'unico tesoro che puoi dare con il tuo cuore e non costa un centesimo.

Ricordati di dire "Ti Amo" al tuo partner e ai tuoi cari, ma soprattutto sentilo. Un bacio e un abbraccio sanano una ferita se provengono dal profondo del cuore.

Ricordati di stringere le mani e conservare nell'anima ogni istante, perché un giorno quella persona non sarà lì ancora.
Dai tempo all'Amore, dai tempo al parlare, dai tempo al condividere i preziosi pensieri che nutri nella tua mente.
(traduzione dall'inglese di G. Carro © 2006)

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