venerdì 14 marzo 2014

Il viale del tramonto selle sequoie secolari

La sequoia gemella del parco del castello di Sammezzano a Reggello:
piantata a metà Ottocento è la maggiore sempervirens d'Italia
per dimensione del tronco. © 2012, Tiziano Fratus  

 tiziano fratus
La conoscenza botanica non è una forma di sapere scientifico, nozionistico, è innanzitutto un sapere artistico: significa avvicinarsi al disegno di Dio o a quello dello spirito della Madre Terra, a seconda della fede che uno custodisce e coltiva; saper riconoscere una specie, attribuire un nome preciso, distinguere le forme e i colori delle foglie, le geometrie dei semi e dei fiori, le architetture dei tronchi e le manifestazioni grottesche dei grandi alberi antichi. Non è mera scienza: è arte, è poesia, è letteratura! Chi non comprende il senso di queste parole difficilmente potrà mai appassionarsi ad un albero, sentire fluire la linfa nel proprio sangue. L’uomo ha reinventato il paesaggio, ha sposato, quanto mai magistralmente nei secoli passati, le idee (e quindi le geometrie e le forme) alle potenzialità espressive della natura, intrecciando cromatismo, biologia vegetale, arte e artigianato. La sapienza di alcuni uomini nel vivere s’è espressa nella creazione delle città medioevali, barocche e moderne, ma anche nel disegno di splendide residenze di campagna. Alcune di queste sono state recuperate dal FAI negli ultimi vent’anni, altre si sono conservate grazie all’azione dei privati, altri col sostegno dei fondi pubblici e dell’amore di giardinieri, arboricoltori, appassionati. Ma le perdite sono altrettante, e fra queste c’è un luogo che è arrivato ad un punto di probabile non-ritorno: è il “fabuloso castello di Sanmezzano” (o Sammezzano), sulla cima del monte di frazione Leccio a Reggello, una trentina di km a sud-est di Firenze. Qui nel 1850 i fratelli Panciatichi restauravano l’antica dimora inserendo un portone a botte nella parte inferiore e decori neogotici fra i più pregevoli, disegnavano il parco circostante ricavandolo all’interno e ai margini d’una lecceta, piantando conifere esotiche, quali sequoie, cedri, calocedri e abeti canadesi. Qui, a distanza d’un secolo e mezzo, c’è il più bel viale alberato da decine di sequoie secolari, qui c’è la concentrazione di oltre cento esemplari di sequoia di varia età, qui c’è una delle maggiori sequoie d’Italia, la Sequoia Gemella ( Sequoia sempervirens) con fusto che misura 842 cm (a pdu) e si divarica in due alberi distinti a “V”. Le piogge tropicali della scorsa primavera hanno sconnesso i sentieri, mettendo in pericolo alcuni grandi alberi, altri danni si sono causati nelle ultime settimane. Questo è uno dei luoghi che l’Italia, la regione Toscana, gli enti e i cittadini tutti dovrebbero cercare, con ogni sforzo possibile, di recuperare, di mettere in sicurezza: la bellezza che stiamo scialacquando non tornerà mai più!

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