sabato 15 febbraio 2014

La "GenerazioneY" non fa sesso e mangia schifezze


Una lista di dieci cibi da evitare per recuperare il desiderio. Il  tracollo di un ideale generazionale a causa di grassi e carboidrati
gianluca nicoletti
La “Generazione Y “rischia di non generare più nulla, mangia troppo e non fa più sesso. Il quadro apocalittico della caduta verticale del desiderio dei (oramai ex) ragazzi nati tra gli anni 80 e i primi 2000 è in un pezzo uscito su Elite Daily, il web magazine che si proclama essere la voce di quella generazione di americani che fu frutto dei lombi prolifici dei baby boomers.   
Nella patinata rassegna Internet di tendenze e stili di vita è apparsa una lista dei dieci cibi da evitare durante la settimana, al solo fine d’avere buone speranze di consumare sesso soddisfacente per il week end. A questo è ridotta quella generazione su cui tante speranze erano riposte, dovevano portarci per mano verso il futuro, ma invece che essere faro per l’umanità del secondo millennio s’inzeppano di zuccheri e grassi come mai prima nella storia. Di conseguenza il loro sangue è invaso dal glucosio e quindi hanno sempre meno voglie di sollazzo carnale.  
 I consigli per rimediare al tracollo del desiderio, in quelli che paradossalmente avrebbero dovuto essere i super tonici e competitivi Trophy Kids, sono propinati da Zach Schleien, un famoso nutrizionista, naturalmente di scuola olistica, pluri patentato in istituti e università per occuparsi di diete personalizzate per studenti. Nel suo sito proclama la sua missione di aiutare i ragazzi a prendere come un divertimento curare una sana alimentazione.   
 In questo caso però pare che il punto dolente, della popolazione dei preziosi figli del post guerra fredda, sia quello di recuperare sprazzi di mandrillaggine per la fine settimana. Impegno che tristemente sa tanto di routine familiar impiegatizia, se proprio vogliamo essere spietati. Questi ragazzi, cresciuti a MTV, web, manga e Harry Potter, per sopravvivere e moltiplicarsi, devono evitare proprio quelle abitudini alimentari su cui è fondata una parte essenziale dell’iconografia che classicamente li ha sempre rappresentati.  
E’ triste pensare che l’estinzione generativa della prima umanità multi task potrebbe essere addebitata all’abuso di grassi e carboidrati. Quanta poca gloria si può scorgere in tale scelta di derive tossiche. I cibi che indurrebbero alla castità, che il nutrizionista della Generazione Y proclama come dannati,  poi altro non sono che i pilastri dell’alimentazione veloce degli ultimi decenni.  Niente hamburger, niente wurstel, niente patatine fritte, niente gelati. Guai avvicinarsi alle merendine e agli snack distribuiti dalle macchinette d’ufficio, alle bevande dietetiche e dolcificate, ai beveroni alcolici.  
 Ci prepariamo a una crisi generazionale determinata da ingozzamento di schifezze alimentari, non servono letture profonde e riflessioni sociologiche; una qualsiasi casalinga di Voghera, oramai quasi bisnonna, predicherebbe alla Net Generation le stesse salutari astensioni. Nessuno davvero avrebbe previsto una così nefasta interpretazione di quel celebre invito “siate affamati”, che rivolse Steve Jobs ai laureandi di Stanford poco meno di una decina d’ anni fa. 

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